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I vini della Costa Viola: le cosiddette “armacìe"

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 di Maria Lombardo  Era da un po' di tempo che intendevo parlare delle armacie, di cui la Calabria è ricca per l'orografia della regine. Prendo atto dal lavoro di Domenica Guerra che le descrive benissimo! Le "armacìe" (o "armacère") sono i secolari muri a secco che sostengono i terrazzamenti vitati della Costa Viola di Reggio Calabria: 20 km di costa terrazzata affacciata sullo Stretto e a strapiombo sul mare (lungo i comuni di Villa San Giovanni, Scilla, Bagnara, Seminara, Palmi), dove da secoli si pratica la cosiddetta "viticoltura eroica" o "estrema" per le condizioni difficili in cui operano da generazioni i viticoltori dell'area.“La tecnica del muretto a secco realizzata con pietre posate una sull’altra e con il solo utilizzo di terra asciutta garantisce la stabilità dei terreni in quelle aree rurali e terreni scoscesi di cui la Costa Viola è caratterizzata, mantenendo quelle condizioni microclimatiche adatte all’agricoltura “

Le caramelle al Bergamotto di Reggio Calabria

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 di Maria Lombardo Con effetto dissetante e digestivo, buone e con poche calorie, le  Caramelle al Bergamotto di Reggio Calabria  sono una delle prelibatezze realizzate con questo agrume tutto calabrese, profumatissimo e dalle innumerevoli proprietà benefiche. Il Bergamotto di Reggio Calabria denominato anche  Principe degli agrumi , soprattutto negli ultimi anni è diventato uno tra gli agrumi più richiesti a livello nazionale. Grazie al suo particolare sapore e alla sua versatilità, il Bergamotto di Reggio Calabria si è guadagnato ampio spazio all’interno delle cucine di chef stellati e non, ed è diventato, oltre che protagonista di numerose ricette sia dolci che salate, anche  ingrediente principale di liquori e prodotti per la cura dell’ambiente e del corpo . Il Bergamotto di Reggio Calabria è riuscito a guadagnarsi anche una buona posizione all’interno dell’industria dolciaria, e proprio grazie al suo aroma particolare e alle sue numerose proprietà benefiche è stato utilizzato a

IL CONTRIBUTO DEGLI ALBANESI AL RISORGIMENTO ITALIANO:LE DONNE ALBANESI ERANO AGGUERRITE

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 di Maria Lombardo  Tutto ebbe inizio con la perdita di fiducia nel governo, si moltiplicavano, in ogni città e villaggio, le sette segrete della Giovane Italia, dette anche « chiese », Celeberrima la loggia di Lungro, diretta da uomini dalla tempra di acciaio come Damis e Vincenzo Stratigò. A questa loggia, o a quella di S. Demetrio Corone, prendevano parte moltissimi del clero italo- albanese e quasi tutte le famIglie di rilievo dei vari villaggi. Anche Castrovillari ebbe la sua. Pur meno importante di quelle di Lungro e di S. Demetrio Corone, essa contò fino a quattrocento iscritti e aveva come precettori i due sacerdoti greci Michele Bellizzi di S. Basile e Michele Bellusci di Frascineto, nipote, quest'ultimo, del celebre vescovo. ....... La Calabria era così tutta in rivolta. Il battaglione albanese portava cappello piumato, per le vie di Cosenza. Si trattava di oltre 3000 uomini, quasi tutti albanesi. Non mancavano all'appello gli albanesi della Lucania, al comando di

BUCATINI CON MOLLICA E ALICI

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 di Maria Lombardo Avete presente quando si hanno improvvisi ospiti a cena...?il frigo e la dispensa sono quasi deserti e la voglia di uscire per fare la spesa è pari a zero..cosa fare??fare un piatto veloce,semplice e con ingredienti che sicuramente sono ancora sopravissuti in casa.. Ingredienti per 4 persone: -400g di bucatini(o altra pasta lunga) -100g di pane raffermo -6 filetti di acciughe sott'olio -qualche oliva nera -1cucchiaino di capperi sotto sale -olio evo -sale e pepe q.b. Preparazione: Dissalate i capperi sotto l'acqua corrente e asciugateli,poi tritateli molto finemente insieme alle olive.Scolate i filetti d'acciughe dall'olio di conservazione,asciugateli con carta da cucina e tagliateli a pezzetti.Scaldate in una padella 3 cucchiai di olio evo,unite le acciughe a pezzetti,schiacciatele con una forchetta fino a farle sciogliere nel condimento,ora unite il trito di capperi e olive e fate insaporire per due minuti.Grattuggiate il pane

3 MAGGIO: "A CRUCI I CANNA" LA CROCE DI CANNA.

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 di Maria Lombardo In Calabria, il 3 maggio, anticamente giornata della festa della Santa Croce, i contadini portavano nei loro campi una Croce fatta di canne e ornata da rametti di ulivo benedetti in chiesa la domenica delle palme.Al termine della mietitura, questa croce, veniva portata sull’aia e inalberata sulla sommità delle biche. La trebbiatura si faceva a calpestio, la paglia e la pula veniva divisa dal grano al soffio del vento, sul cumulo di grano veniva collocata la stessa croce di canne issata precedentemente nei campi. Lo scopo di questo rituale, cioè di portare la Croce nei campi, era quello di proteggere le colture dai temporali e dalla grandine. Nei giorni della mietitura dei questuanti si avvicinavano all’aia salutando con queste parole: "Dio u vu crisci/ Dio ve l’aumenti; i padroni rispondevano invariabilmente: "bona venuta"/benvenuti.Allora, la massaia riempiva la gerla di grano e la versava nella bisaccia dei questuanti i quali rispondevano: "Dio

MISTERIOSO E SCONOSCIUTO VESCOVO SERAFINO DI MONTEPAONE E L'EPIGRAFE SULLA SUA TOMBA CHE RIMANDA A LEONARDO DA VINCI...

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 di Maria Lombardo Moltissimi calabresi hanno  visitato la cattedrale di Santa Maria Annunziata a Otranto in Puglia con il suo mosaico pavimentale realizzato dal monaco Pantaleone, la bella facciata, la cripta, la cappella dei Martiri etc. Credo però che nessuno si sia mai fermato un istante a vedere un importante sarcofago marmoreo, opera dello scultore Niccolò Ferrando, dedicato al vescovo Serafino di Montepaone, comune della diocesi di Squillace. Questo perchè nessuno conosce questo misterioso personaggio calabrese sicuramente legato a San Francesco di Paola. Ammetto che fino ad oggi ignoravo anche io chi fosse! Del santo paolano e dei fatti accaduti in questa importante cittadina pugliese nel '400 molti di voi ne sarete a conoscenza. Ma vediamo i punti salienti : nel 1480 sbarcarono a Otranto forti contingenti di turchi che si impadronirono dell'importante caposaldo; in quell'anno circa 800 persone insieme al vescovo si rifiutarono di rinnegare la propria fede e furon

Una canzone sul 1° Maggio nella Calabria del I Novecento

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 di Maria Lombardo  Vincenzo De Angelis Brancaleone (RC), 1877-1945, dopo studi di medicina all'università di Messina fu medico nel paese natale fino alla morte. Intellettuale fra i più in vista a Messina e a Reggio Calabria dove, assieme a Gaetano Sardiello (repubblicano) e Guglielmo Calarco (socialista) fondò nel 1909 il periodico «Giovane Calabria».Per la pubblicazione spese i suoi consigli anche Gaetano Salvemini, docente di Storia Moderna all'Università di Messina sin dal 1901, con una lettera aperta a De Angelis uscita sul periodico «Resurrezione» del 20 giugno 1909 [ora in Italo Falcomatà, Democrazia Repubblicana in Calabria Gaetano Sardiello (1890-1985), Roma 1990, p. 31].De Angelis fu anche massone e, fondata a Reggio una loggia denominata l'Avvenire sociale, fu anche Venerabile della famosa e prestigiosa loggia denominata 5 martiri di Gerace; delegato al congresso socialista che si tenne ad Ancona nel 1914 (26-29 aprile) avversò, senza fortuna, un ordine del giorn