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Visualizzazione dei post da giugno, 2023

LE POLPETTINE DI PESCE SPADA

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 di Maria Lombardo Sono un ottimo secondo piatto   che piace non solo ai grandi, ma soprattutto ai bambini. Polpettine di pesce spada 500 g di pesce spada freschissimo Due uova Prezzemolo Tre fette di pane ammorbidito nell' acqua 1 spicchio d’aglio 1/2 bicchiere di vino bianco Sale, pepe nero Olio extra vergine di oliva Pane grattugiato Preparazione: Ripulire il pesce spada da pelle, osso centrale ed altre impurità e tagliatelo a tocchetti.rte In una padella fate dorare lo spicchio d’ aglio e lasciate cuocere il pesce spada per circa 7/8 min sfumato con il vino bianco. A parte Preparate una ciotola il pane strizzato bene bene le uova il prezzemolo il sale il pepe nero l’aglio spezzettato e il pesce spada sminuzzato amalgamate tutti gli ingredienti e con le mani unte di olio extra vergine di oliva formate delle palline se risultano troppo morbide aggiungete un cucchiaio di farina, poi passatele nel pane grattugiato. Riporre le polpette su un piatto rivest

MONASTERACE (RC): LE MAGIE DEL SITO ARCHEOLOGICO SOMMERSO DI KAULON

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 di Maria Lombardo  Nel territorio del comune di Monasterace Marina, lungo la costa del basso Jonio della provincia di Reggio Calabria, presso Punta Stilo, si trova l’area archeologica dell’antica Kaulon (o meglio Kaulonia). È costituita sia dal Parco Archeologico con annesso Museo a terra, che dall’area archeologica sommersa nel tratto di mare antistante il Parco, dove è possibile effettuare l’immersione nel Sito Archeologico sommerso di Kaulon. Nel corso dei secoli, a causa di una progressiva erosione costiera e di fenomeni di bradisismo, si è infatti verificato un profondo mutamento della linea di costa, che è arretrata rispetto all’epoca di vita della colonia achea. In base a recenti studi geo-archeologici, sembra accertato che la linea di costa di fronte alla città di Kaulonia, in età greca, fosse spostata di circa 300 m più ad est rispetto a quella attuale, oltre che caratterizzata da una forma leggermente arcuata. Questa vasta area un tempo emersa si trova attualmente tra i 7,

CALABRIA. ANTICHE CALZATURE: LE CIOCIE

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 di Maria Lombardo Le cioce erano il calzare tipico diffuso in molte regioni dell'Italia centrale e meridionale che, fin dal Settecento, dette il nome ad una parte del suo territorio (Ciociaria) ed ai suoi abitanti. La loro origine e' controversa ed una colta tradizione, basata su un passo dell'Eneide, le riporta al popolo degli Ernici. Negli ultimi secoli sono state per eccellenza le calzature autocostruite piu' economiche; realizzabili con pelli bovine, ovine, suine, bufaline ed asinine, naturali o conciate, erano robuste ed adatte per camminare su campi lavorati e su percorsi impervi, nonché resistenti a lavori usuranti, come la vangatura. Nella loro costruzione erano impiegate lesine o coltelli per il taglio del cuoio - che, non di rado, manteneva il caratteristico pelame - e la sgorbia (scalpello a lama per praticare fori pressoché rettangolari o ovali, uguali tra loro, per il passaggio delle stringhe). Il calzare era dotato di un plantare di cuoio curvato a forma

Calabria da amara terra a terra di amari: Amaro 0968

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 di Maria Lombardo  Ma andiamo con ordine   nel secolo scorso quando i nonni materni di Luigi uno dei “lanciatori” dell’amaro, a fine anni Sessanta, decidono di trasferirsi da Lamezia (Cz) a Viterbo per raggiungere il fratello del nonno che aveva trovato lavoro lì. Non sono andati in cerca di fortuna: nonna Maria e nonno Benito l’hanno costruita con le loro mani acquistando un bar che avrebbero gestito insieme. Quando il nonno scompare, nonna Maria non si perde d’animo tirando fuori tutto lo spirito calabrese e imprenditoriale che è in lei, così ricerca, sperimenta e crea la ricetta di un nuovo amaro che farà produrre ad un liquorificio toscano: “L’amaro della vedova bionda”, con ritratto in etichetta, fu un successo nel suo bar e in tutta la regione. Si sa che nelle famiglie certi tratti ereditari saltano una generazione: c’è chi eredita il colore degli occhi dei nonni e chi la passione per le erbe. È stato così per Luigi, cresciuto ammirando l’unica bottiglia che conservano dell’amar

Il Purgatorio alla calabrese

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 di Maria Lombardo Il Purgatorio calabrese , adesso servito maggiormente come contorno, anticamente non era altro che  una tradizionale merenda che le nonne calabresi preparavano per i nipoti o un pranzo a sacco che i contadini portavano nei campi. Un tocco di peperoncino ovviamente calabrese, un mix di ortaggi tipicamente estivi e maturati sotto il sole del sud e la croccantezza di una ciambella di pane appena sfornata: sono questi gli ingredienti del piatto cult dell’estate in Calabria . Dal sapore prettamente mediterraneo, questo piatto appartenente alla tradizione culinaria calabrese non è altro che un mix di  patate, peperoni, melanzane e cipolla,  cotto in maniera tradizionale e poi servito all’interno di una ciambella di pane (magari calda o appena sfornata).La particolarità del purgatorio, secondo la ricetta tramandata dalle nostre nonne, è che  l’ideale sarebbe prepararlo al mattino e gustarlo freddo  all’interno della ciambella di pane calda, precedentemente tagliata a metà e

CHIESA DI SANTA DOMENICA A POLICASTRELLO (CS)

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 di Maria Lombardo Oggi per Viviamo la Calabria vi presenterò la Chiesa di Santa Domenica a Policastrello, una frazione di San Donato di Ninea. Policastrello è una cittadina fortificata di origine bizantina come suggerisce il nome stesso (dal greco “Polis Castron” che significa Città-Fortezza), che conta ad oggi solo 223 abitanti. Distesa tra i versanti montuosi dell’Orsomarso, ebbe un importante ruolo di difesa e controllo del territorio, trovandosi sulla via che un tempo conduceva alle cave di Lungro e proseguiva verso nord fino a congiungersi all’antica via Popilia. Fu una comunità autonoma fino al 1811, quando con Decreto Regio, venne aggregata al comune di San Donato di Ninea. E’ uno dei centri storici meglio conservati del circondario in cui sono custoditi monumenti pubblici di straordinaria importanza artistica e archeologica. La scoperta di un borgo straordinario e davvero poco conosciuto dove, tra fontane dalle acque freschissime, vicoletti e scorci incantevoli, un imponente C

L’arte dei vasai a Gerocarne (VV)

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 di Maria Lombardo   L’arte del vasaio da vita ad oggetti ma trascina con se tante e significative riflessioni. Ma passiamo alla materia, al lavoro, alla sua storia ed alle tradizioni più propriamente calabresi. Nella storia dell’uomo la lavorazione di una materia destinata a creare oggetti utili alla vita quotidiana risale alla preistoria e nel corso di decine e decine di secoli l’impegno si va, ovviamente, perfezionando sino a diventare vera e propria arte. Nell’antica Grecia, ad esempio, la ceramica fu forse la produzione artigianale più ricca e significativa, nei Musei di tutto il mondo grazie al vasellame ed ai manufatti è possibile avere informazioni sulle tecniche di lavorazione, sulla religione, sull’economia e sulla cultura della Grecia ed, ovviamente, della nostra Magna Grecia.   Ed era una ceramica suddivisa tra l’uso comune (contenitori per usi domestici o commerciali) ed il pregio che caratterizzava oggetti finemente decorati. Se quella narrata è la simbologia e la stori

Ingredienti per la preparazione del persichino fatto con i noccioli

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 di Maria Lombardo 1 litro di alcool puro 500 grammi di zucchero 2 bicchieri di vino bianco 1 grammo di cannella 30 noccioli di pesca Come preparare il liquore persichino La prima cosa da fare è procurare   30 noccioli di pesca, magari utilizzando la polpa per preparare delle ottime pesche sciroppate. Laviamo bene i noccioli e lasciamoli scolare su un panno, girandoli spesso. Ora inseriamo i noccioli in un contenitore di vetro a chiusura ermetica, ricopriamoli con l’alcool puro ed aggiungiamo la cannella. Chiudiamo dunque con il tappo e lasciamo riposare per almeno due mesi, nel corso dei quali avremo cura di agitare di tanto in tanto il contenitore, in modo che l’alcool possa aromatizzarsi.Trascorsi due mesi, prepariamo uno sciroppo con due bicchieri di vino bianco e 500 grammi di zucchero, lasciando scaldare a fuoco lento ed avendo cura di mescolare spesso, per evitare che lo zucchero si attacchi sul fondo del pentolino. Lasciamo poi raffreddare a temperatura ambiente e n

Diego Tajani perseguitato dai Borbone e primo deputato calabrese a parlare di mafia

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 di Maria Lombardo  Figlio di Giuseppe Tajani e Teresina Fattizza, si laureò in giurisprudenza nel 1850 ed iniziò la professione di avvocato brillantemente; nel 1858 accettò di assumere la difesa di Giovanni Nicotera e degli altri superstiti della spedizione di Sapri, riuscendo a mitigare le loro pene. Per questo motivo, Tajani fu perseguitato dalla polizia borbonica e dovette andare in esilio in Piemonte, dove entrò a far parte della magistratura subalpina. Nel 1859 partecipò come volontario nella seconda guerra d'indipendenza italiana, dapprima come soldato semplice, venendo promosso uditore militare col grado di colonnello. Tornato a fare il magistrato e tornato in Calabria, Tajani fece una rapida carriera dopo l'Unità d'Italia, quando divenne procuratore generale della Corte d'appello di Catanzaro dal 1867 al 1869, e di quella di Palermo dal 1867 al 1871. Durante il periodo palermitano, Tajani fu uno dei primissimi magistrati a combattere la mafia, cercando di front

Macchia della Vura, un angolo di paradiso lungo la Costa jonica calabrese.

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 di Maria Lombardo Qui il tempo si è fermato! Un tratto di spiaggia incontaminato, due chilometri di costa rimasti illesi dalla mano dell’uomo. Qui la natura si è presa tutti i suoi spazi. Se non fosse per il rumore lontano dei treni che ogni tanto transitano lungo la dorsale orientale, qui non c’è la proiezione del presente: non si vedono a vista d’occhio insediamenti abitativi, non ci sono strade, non ci sono i segni dell’uomo. Un posto incantevole e incontaminato, come ce ne stanno tanti lungo le coste italiane, ma qui è ancora inesplorato. Ed è questo che lo rende unico. Stiamo parlando di Macchia della Vura, un’area Sic, a due passi da capo Trionto, a metà strada tra i comuni di Crosia e Calopezzati.Due chilometri affacciati su un Mar Jonio che proprio qui restituisce tutte le sue tonalità d’azzurro che all’alba e al tramonto diventano rosa intenso. Un paradiso in cui cresce rigogliosa la Posidonia e in acqua, non molto lontano dalla riva, da aprile a ottobre, fa capolino una colo

IL RITROVAMENTO DI UN CACCIA LIBICO IN SILA E LA STRAGE DI USTICA

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 di Maria Lombardo A 42 anni dalla strage di Ustica, la sorte del Dc9 Itavia inabissatosi il 27 giugno 1980 resta ancora avvolta dal mistero, come un enigma è il ritrovamento nello stesso periodo di un Mig libico che precipitò sui monti della Sila, nel comune di Castelsilano.Non è mai stato definitivamente chiarito se quel caccia militare fosse coinvolto nel disastro, precipitando lo stesso giorno dopo aver ingaggiato una vera e propria battaglia aerea sui cieli italiani oppure venti giorni più tardi, infatti il rinvenimento ufficiale del Mig e del cadavere del pilota che si trovava ai comandi avvenne il 18 luglio 1980 nella località Timpa delle Magare, a tre settimane dal disastro avvenuto nei cieli dell’isola siciliana.Un alone di mistero aleggia intorno a queste due faccende e tante sono le prove che indicherebbero un collegamento del caccia caduto in Sila con la strage di Ustica, come le  testimonianze di diversi militari in servizio in quel periodo, tra le quali quelle del caporal

Il pane di Cerchiara di Calabria

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 di Maria Lombardo Paesino nel centro del Parco Nazionale del Pollino, Cerchiara è da sempre nota come il paese del pane, dove da generazione in generazione panificare è un’arte praticata esclusivamente da donne. Custodi dell’antica ricetta, per la cura che sempre hanno manifestato per la pratica, le donne di Cerchiara impastano il pane a mano, proprio come si faceva una volta, per dare vita ad un pane rotondo, che presenta una specie di gobba laterale, detta rasella, risultato dell’impasto che viene ripiegato su stesso. Caratteristica che rende il pane di Cerchiara subito identificabile.   Il lievito madre grazie al quale viene preparato è tramandato nelle famiglie da generazioni, curato costantemente per far sì che la tradizione non venga interrotta. Dopo l’impasto e la lievitazione fatta avvenire in larghi cassettoni di legno, per sei ore, il pane viene messo in forno alimentato con legna di castagno, faggio e quercia, il quale raggiunge i 300°, e rilascia il calore utile alla cottu

Ma quanto ci piace “ a suppressata calabrisi”

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 di Maria Lombardo     La soppressata calabrese è un insaccato molto raffinato e di gusto ineguagliabile. La sua peculiarità consiste nell’essere realizzato con le parti del maiale più pregiate: la coscia e la spalla. Per fare le soppressate, quindi, bisogna rinunciare al prosciutto. La soppressata calabrese è stata insignita del marchio DOP già da alcuni e anni e oggi rappresenta uno dei prodotti calabresi più conosciuti e amati. Occorre sapere che il disciplinare per la produzione di questo insaccato è molto rigido e stabilisce addirittura la lunghezza del budello. Ma chi ha la fortuna di prepararle in casa potrà sicuramente rinunciare a qualche sottigliezza e gustarle in tutta la loro bontà casareccia.   Ricetta della soppressata calabrese fatta in casa: avvertenze importanti   Tutto ciò che verrà usato deve essere ben pulito e sterilizzato. Contenitori, forbici, strofinacci da cucina, anche la macchinetta tritacarne e quella per insaccare devono essere lavate benissimo con

RICETTE LOCRIDEE: PISCISTOCCU A TRAPPITARA

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 di Maria Lombardo Ingredienti: 750 gr.   di stoccafisso ammollato; 300 gr. di patate; 300 gr. di pomodori pelati; 2 cipolle; 50 gr. di capperi salati; 50 gr. di olive nere infornate; un bicchiere di vino rosso; due dl. di olio d’oliva peperoncino; prezzemolo; sale. Preparazione: In un tegame di terracotta fate imbiondire nell’olio d’oliva le cipolle tagliate a fettine sottili aggiungendo un mestolo d’acqua quindi aggiungere i pomodori ed il prezzemolo tritato. Salate, aggiungere il peperoncino tagliato finemente e lasciate cuocere per circa un quarto d’ora.Unite le patate tagliate a grossi pezzi insieme ai capperi. Allungate con qualche mestolo d’acqua calda e lasciate cuocere a fuoco moderato per circa un dieci minuti.Tagliate a grossi pezzi lo stoccafisso senza spellarlo, aggiungetelo alla salsa, bagnate con il vino e fate evaporare per qualche minuto. Lasciate cuocere per ulteriori venti minuti circa.Infine, unite le olive e continuate la cottura ancora pe

Il Ginepro Fenicio della Calabria grecanica

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 di Maria Lombardo Specie endemica della Sardegna e della Sicilia, caratterizza anche in Calabria uno dei paesaggi più suggestivi del Mediterraneo, figurando tra le specie vegetali più rappresentative del basso Jonio reggino, eppure proprio in quest’area compare fra quelle a più alto rischio di estinzione. Si tratta del Ginepro Fenicio (Juniperus Phoenicea) che nell’estremità sud della regione ha fra le zone di maggiore diffusione quella del bacino idrografico dell’Amendolea e di Capo San Giovanni, dove sono presenti piante secolari di straordinaria bellezza. Tipica di colline aride a substrato calcareo in prossimità delle coste, è una pianta a crescita molto lenta e piuttosto longeva. Con la sua chioma verde scuro, costellata di coccole di colore rossiccio – molto usate in liquoreria e fitoterapia – e svettante su un tronco dritto facilmente incline a contorcersi in prossimità del mare, può arrivare fino all’altezza di 8 metri. Ha radici molto robuste che riescono a insinuarsi facilme

CASTELLO DI SAN MAURO-CORIGLIANO (CS)

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 di Maria Lombardo Il Castello di San Mauro (a Cantinella di Corigliano Calabro), fu edificato nel 1515 sulle rovine di un preesistente monastero di origine medievale ad opera di Bernardino Sanseverino, principe di Bisignano e conte di Corigliano. Fu costruito sui ruderi del precendente monastero distrutti nel 977, a seguito di una incursione di pirati Arabi dell’emiro AI Qasim, provenienti dalla Sicilia.E’ qui che nel 1535 Pietro Antonio Sanseverino e la sua seconda moglie, Giulia Orsini ospitarono il re di Spagna Carlo V, reduce dalla campagna di Tunisi. Per l’occasione in una sola battuta di caccia furono abbattuti 45 cinghiali con un ricevimento, la cui sontuosità, sfarzo e profusione di cibi, bevande e ricchi doni, meravigliarono a tal punto l’Imperatore da fargli esclamare, scherzosamente, la celebre frase: “Prence, vos es el Rey, o el Prence de Bisignano?” (ma voi siete il Re, o il Principe di Bisignano?Si racconta che Giulia Orsini, moglie del Principe, assai bella e disinvolta

Conoscete il rituale della bottiglia di San Giovanni?

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 di Maria Lombardo È un rituale da effettuare nella notte tra il 23 e 24 giugno. In attesa del grande giorno vi metto delle informazioni così potrete sperimentare questa arte divinatoria, antica e ancora (fortunatamente) attuale. Per la preparazione di questo tipo di divinazione del futuro, occorre una bottiglia di vetro trasparente, un imbuto, un uovo e acqua (dovrebbe essere presa in 7 fonti differenti, ma sorvoliamo). SI PROCEDE IN QUESTO MODO: La bottiglia deve essere privata dell’etichetta e lavata per bene, in modo che non restino residui ne di carta ne del liquido che originariamente essa conteneva. Procuriamoci un uovo. (Meglio sarebbe se fosse fresco). Il 23 sera iniziamo il vero e proprio procedimento…Riempiamo la bottiglia per tre quarti d’acqua,fatto questo inserite l’imbuto nel collo della bottiglia e spaccate il vostro uovo facendo scivolare solol’albume nella bottiglia. A questo punto prendete la vostra bottiglia e molto lentamente appoggiatela sul balcone o su una

Zucchine alla Poverella – Contorno freddo facile di Calabria

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 di Maria Lombardo Le ZUCCHINE ALLA POVERELLA sono un contorno facile della tradizione contadina. Una ricetta “povera” per indicare l’estrema semplicità della preparazione e l’utilizzo di ingredienti economici. Una ricetta della nonna, ricca di gusto e di sapore.Si prepara con pochi ingredienti, che tutti abbiamo in dispensa: zucchine, olio, menta e aceto.   Si possono gustare calde o fredde e sono perfette come: antipasto, contorno, per condire un’insalata fredda di orecchiette o semplicemente da gustare su del pane tostato. •           Con il segreto della Nonna, potrete ottenere delle zucchine croccanti e asciutte, senza farle inzuppare di olio, durante la cottura. 3 Zucchine •           q.b. Foglioline Di Menta •           q.b. Olio Di Oliva •           q.b. Aceto •           Peperoncino (facoltativo) •           1 spicchio Aglio •           Per preparare le ZUCCHINE ALLA POVERELLA iniziate lavando le zucchine, dopo spuntatele e tagliatele a fettine.Un segreto della N

Notti di luna piena e...lupi mannari superstizioni del Pollino calabrese!

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 di Maria Lombardo Secondo l’antica superstizione popolare nota anche tra le genti del Pollino alcuni uomini assumevano l’aspetto di un lupo e ne imitavano i tratti specifici durante il periodo della luna piena e si aggiravano di notte alla ricerca di sorgenti d’acqua o per sbranare chiunque incontrassero, soprattutto neonati e cadaveri. I nostri nonni dicevano che era il diavolo a trasformare gli uomini in lupi mannari, o anche una maledizione scagliata da una persona timorata di Dio in seguito al cattivo comportamento di un individuo, o per una magarìa o, addirittura, per un’infezione. Dicevano anche che il segno della croce incutesse paura ai lupi mannari che evitavano, perciò, di attraversare ogni crucivia (per questo motivo a Natale alcuni tracciavano con dei carboni accesi, per tre notti consecutive, una croce sotto la pianta dei piedi dei neonati affinché venisse loro scongiurato da grandi l’eventuale male). Per guarire, il lupo mannaro doveva essere ferito alle spalle, proprio