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Visualizzazione dei post da dicembre, 2025

Vino novello e bontà fritte per l’Immacolata si “ngignava” u vinu: tradizione di Pizzo Calabro

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 di Maria Lombardo Sino a qualche decennio fa, per la festa dell’Immacolata era usanza che le cantine di Pizzo “ngignàvanu” il vino nuovo. Era una tradizione che tutti rispettavano rigorosamente! Mattina del sette dicembre, per concludere degnamente la Santa Novena dell’Immacolata, si andava in una delle tante cantine che Pizzo annoverava   e se ne prendeva un fiasco. Era questo il nettare che avrebbe innaffiato i piatti della tradizione, “i zzìpuli ‘i patata” e “i monacèji” con le acciughe, insieme al baccalà fritto, “ i vròccula affucàti ndo testu e ‘a suriàca nda pignàta”. Con la Novena e la festa dell’Immacolata si entrava nel clima natalizio, che perdurava sino all’Epifania! In molte case, la sera si iniziava a giocare a tombola e per le strade i ragazzi giocavano “ê casteji” con le nocciole!  

“Occhjicelli i santa Lucia” antiche tradizioni di Cassano Ionio (CS)

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 di Maria Lombardo   Ispirati alla Santa, protettrice della vista, spesso rappresentata con gli occhi su un piatto, questi dolcetti vengono preparati nel periodo natalizio a partire proprio dal 13 Dicembre, giorno di Santa Lucia.   L’impasto è composto da pochi e semplici ingredienti. Come per la maggior parte delle ricette tradizionali, anche se sembra un controsenso, ce ne sono diverse varianti, tutte ugualmente valide e golose. Io vi propongo questa che ritengo essere fedele all’originale, ma voi potete scegliere di aggiungere gli aromi che preferite per personalizzare i vostri Occhi di Santa Lucia. Ingredienti per l'impasto 250 g farina 00 60 g olio di oliva 80 g vino bianco secco 1/2 cucchiaino semi di anice q.b. sale   Procedimento Versate la farina in una ciotola capiente, nel mezzo fate un buco e versate olio e vino, aggiungete un pizzico di sale e i semi di anice (o l’aroma) e cominciate a mescol...

CATANZARO. L'IMPRONTA INSANGUINATA, storie vere di briganti calabresi

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 Maria Lombardo  A Janò (una località alla periferia di Catanzaro), in una frazione chiamata Sant’Anna, viveva una famiglia formata da padre, madre e una bellissima figlia di nome Anna. La loro storia è diventata leggenda nella zona… tanto che pare che alla frazione sia stato dato volutamente il nome della santa di cui la fanciulla portava il nome, in ricordo del drammatico evento che vide vittima la stessa e la sua famiglia. Un tragico giorno scesero dalle montagne i briganti che, dopo essere entrati nella loro casa per depredarla, sterminarono tutta la famiglia. L'ultima ad essere uccisa fu la ragazza perché, per la sua bellezza, i malviventi tentarono prima di rapirla per poterla violentare con calma nel loro rifugio. Ma la fanciulla fece resistenza e i briganti, esasperati, per non perdere altro tempo nel fuggire, le diedero una pugnalata. La giovinetta, nel veder tutto quel sangue scorrere sul suo corpo, istintivamente si toccò la parte ferita e con la mano si poggiò al m...