CATANZARO. L'IMPRONTA INSANGUINATA, storie vere di briganti calabresi


 Maria Lombardo

 A Janò (una località alla periferia di Catanzaro), in una frazione chiamata Sant’Anna, viveva una famiglia formata da padre, madre e una bellissima figlia di nome Anna. La loro storia è diventata leggenda nella zona… tanto che pare che alla frazione sia stato dato volutamente il nome della santa di cui la fanciulla portava il nome, in ricordo del drammatico evento che vide vittima la stessa e la sua famiglia. Un tragico giorno scesero dalle montagne i briganti che, dopo essere entrati nella loro casa per depredarla, sterminarono tutta la famiglia. L'ultima ad essere uccisa fu la ragazza perché, per la sua bellezza, i malviventi tentarono prima di rapirla per poterla violentare con calma nel loro rifugio. Ma la fanciulla fece resistenza e i briganti, esasperati, per non perdere altro tempo nel fuggire, le diedero una pugnalata. La giovinetta, nel veder tutto quel sangue scorrere sul suo corpo, istintivamente si toccò la parte ferita e con la mano si poggiò al muro perché si sentiva svenire. Non passò molto tempo e la ragazza cadde morta, lasciando impresso sul muro il segno della sua mano rossa di sangue. L'impronta è tuttora visibile, chiunque, con qualunque mezzo, abbia cercato di cancellarla non c’è riuscito, perché ricompare sempre. Essa è indelebile come il ricordo di quelle vittime innocenti.

(fonte Calabria Mistery)

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