SAPEVATE CHE NELLA BAIA DI NICOTERA (VV) ESISTONO COLONIE DI CORALLO MADREPORARIO ARBORESCENTE?
di Maria Lombardo
Non parlo mai del mare di
Nicotera nei miei articoli per non illudere il turista e per non alzare
critiche inutili. Una volta era un mare bellissimo quanto pulitissimo! Ma di questa cosa voglio parlarrne ed
apprezzare la scoperta.
La
baia di Nicotera custodisce, ad una profondità marina di 80 metri, delle vaste
colonie di corallo madreporario arborescente. É quanto hanno scoperto nelle acque
del Tirreno vibonese i biologi marini dell'Unità organizzativa "Marine
Strategy" dell'Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della
Calabria (Arpacal). La biodiversità del mare calabrese, a otto anni di distanza
dal ritrovamento, da parte dei tecnici dell'Istituto Superiore per la
Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), di una foresta di corallo nero nei
fondali delle acque prospicienti Scilla, regala così un'altra interessante
scoperta scientifica che apre nuovi scenari di conoscenza.
"Si tratta di un madreporario - spiegano Fabrizio Fabroni e Gianluca Pizzonia che hanno coordinato le attività di studio nell'area per l'Unità Marine Strategy - che è una specie considerata vulnerabile nella lista dell'Iucn (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) e mai segnalata sin d'ora in quest'area del Tirreno meridionale. Non siamo meravigliati più di tanto - proseguono Fabroni e Pizzonia - durante le molteplici campagne oceanografiche che stiamo svolgendo, nei fondali delle coste calabresi, infatti, più volte si sono rivelati habitat estremamente interessanti. Ancora una volta i fondali della Calabria evidenziano la ricchezza di biodiversità dei mari che bagnano la regione, un tesoro assolutamente da preservare".
Alla scoperta del madreporario i biologi di Arpacal sono giunti grazie all'utilizzo di un veicolo robotizzato subacqueo con controllo remoto di superficie (Rov). "Attraverso questo strumento - spiega Alfredo Amoruso, coordinatore tecnico delle attività - siamo in grado di indagare in tempo reale su fondali con profondità non accessibili altrimenti, ottenendo immagini video e foto ad alta definizione e acquisendo moltissime informazioni di alta valenza scientifica".
L'unità operativa Marine Strategy, che ha operato nella Baia di Nicotera ottenendo questo rilevante risultato, ha sede nel dipartimento Arpacal di Crotone. "La scoperta è avvenuta nel corso del programma di monitoraggio denominato Marine Strategy Framework Directive", dice Emilio Cellini, dirigente dell'Unità Operativa Arpacal. (ANSA).
"Si tratta di un madreporario - spiegano Fabrizio Fabroni e Gianluca Pizzonia che hanno coordinato le attività di studio nell'area per l'Unità Marine Strategy - che è una specie considerata vulnerabile nella lista dell'Iucn (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) e mai segnalata sin d'ora in quest'area del Tirreno meridionale. Non siamo meravigliati più di tanto - proseguono Fabroni e Pizzonia - durante le molteplici campagne oceanografiche che stiamo svolgendo, nei fondali delle coste calabresi, infatti, più volte si sono rivelati habitat estremamente interessanti. Ancora una volta i fondali della Calabria evidenziano la ricchezza di biodiversità dei mari che bagnano la regione, un tesoro assolutamente da preservare".
Alla scoperta del madreporario i biologi di Arpacal sono giunti grazie all'utilizzo di un veicolo robotizzato subacqueo con controllo remoto di superficie (Rov). "Attraverso questo strumento - spiega Alfredo Amoruso, coordinatore tecnico delle attività - siamo in grado di indagare in tempo reale su fondali con profondità non accessibili altrimenti, ottenendo immagini video e foto ad alta definizione e acquisendo moltissime informazioni di alta valenza scientifica".
L'unità operativa Marine Strategy, che ha operato nella Baia di Nicotera ottenendo questo rilevante risultato, ha sede nel dipartimento Arpacal di Crotone. "La scoperta è avvenuta nel corso del programma di monitoraggio denominato Marine Strategy Framework Directive", dice Emilio Cellini, dirigente dell'Unità Operativa Arpacal. (ANSA).
Nelle mie numerose immersioni di pesca subacquea li ho trovate non a 80 metri ma a 10 metri
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