Bruno da Longobucco (CS). Il più grande chirurgo del Medioevo
di Maria Lombardo
E’ il personaggio più
importante di Longobucco uno dei borghi legati alla via del sale del cosentino
calabrese. Peccato però che questo giovane medico del 1200 non sia conosciuto
fuori dal borgo cosentino! Sulla sua vita non è possibile avere notizie certe
ma sulla sua provenienza non c’è ombra di dubbio egli stesso dice: “Brunus
gente Calabrica patria Longoburgensis…” (io Bruno, di famiglia calabrese e nato
a Longobucco). Inizia così una delle sue tante opere! Il suo personaggio emerse
come uno dei più eminenti chirurghi del Medioevo, conoscitore delle dottrine
mediche greche, latine e arabe, vero riformatore della chirurgia che con lui
divenne “la chirurgia nobile compagna della medicina”. I medici del Mediooevo
vedevano la chirurgia come una professione poco chiara, mentre Bruno fu
precursore della trasformazione del chirurgo “sempre più medico e meno barbiere”,
più colto e meno praticone in un Medioevo caratterizzato da un’ ampia frattura
tra la “nobile arte” professata dal medico e la pratica chirurgica esercitata
dal chirurgo-barbiere. Allievo dell’ eccelsa Scuola Medica Salernitana la quale
incise molto nei suoi operati futuri; A Bologna seguì Ugo Borgognoni da Lucca
divenendo allievo impareggiabile, tanto da superare il Maestro che, per quanto
abile nella pratica chirurgica, non era dotato di cultura dottrinaria classica
ed il suo insegnamento era solo orale. A riguardo, lo storico Salvatore De
Renzi, così scrive: “[…] e forse neppure il suo nome [Ugone] sarebbe arrivato
a’ posteriori ove non fosse surto altro uomo, che veniva a congiungere insieme
le dottrine degli antichi e l’efficace chirurgia de’ moderni. Quest’uomo fu
Bruno da Longobucco[…]. Calabrese dotto e intraprendente […]”. Nel 1222 si
trasferì a Padova, contribuì alla fondazione dell’ Università divenendo il
primo docente di chirurgia del gruppo di professori fondatori di medicina;
divenuto Magister insegnò e tenne la prima cattedra di chirurgia qui scrisse
due trattati “Chirurgia Magna” e “Chirurgia Parva”. Nella “Chirurgia Magna” fa
sfoggio di come vanno trattate le ferite le fratture e lussazioni,mentre nel
secondo le malattie che richiedono l’intervento del chirurgo.Gli strumenti
della medicina sono tre: mediante essi il medico può, con grande diligenza,
attaccare le cause delle malattie; ed essi sono: la dieta, la pozione, la
chirurgia”. Bruno di Longobucco, quindi, si propone quasi come precursore delle
più moderne visioni salutistiche che prediligono le cure naturali alternative a
quelle mediche.La “Chirurgia Parva” è la seconda opera di Bruno per importanza,
è un trattato didattico più maneggevole composto da ventitré capitoli e
dedicato a Lazzaro di Padova, un suo allievo. Bruno ha idee molto chiare!
Ragion per cui è divenuto un medico ed uno scenziato molto apprezzato. Al suo
tempo era molto famoso poi il nulla, ecco perché oggi va ricordato. I suoi
testi vennero tradotti in ebraico ed in latino che consentirono una grande
diffusione. In Francia nel ‘300 si studiava il testo di Bruno. Nel 1406
l’ordine degli studi dell’Università di Bologna pone la Chirurgia di Bruno fra
le opere obbligatorie per conseguire la laurea in medicina. Studiò persino come
drenare i liquidi tramite puntura e persino nuovi metodi per la sutura. Si
cimentò per primo nell’intervento chirurgico di cataratta con una tecnica molto
complessa a partire dal taglio delle vene della congiuntiva qualora si
presentassero varicose. Ricordiamolo come un vero patrimonio dell’Umanità.
La famosa università di Padova aveva tra i fondatori un Calabrese! Pensate che lo sappiano i fautori dell'Autonomia Differenziata?
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