7 Febbraio 1783: dopo il “ gran tremuoto” a Soriano (VV) si prega ancora la “Madonna del Flagello”.
di Maria Lombardo
Dal 5 febbraio del 1783 la Calabria Ultra era stata
interessata da due violentissime e distruttive scosse. Attenzione nel blog
troverete due articoli che raccontano quei giorni con relativo tsunami. Per
ironia della sorte il terzo giorno tra pianti e dolori di una terra ormai
cambiata anche nell’orografia , l’epicentro si spostò a nord, in provincia
di Vibo Valentia. Il sisma di magnitudo 6.5 colpì
alle 13,10 con epicentro a Soriano, generando altre immense
devastazioni in un territorio che già aveva subito gravi
danneggiamenti. Acquaro viene completamente raso al suolo e
muoiono altre migliaia di persone.
Inutile ribadire che i morti non si contavano più, i cadaveri vengono bruciati
immediatamente per il terrore di una diffusione in massa di malattie
epidemiche.Dopo quest’evento si cercherà di tornare alla normalità, per quanto
possibile! Soriano certamente si trovò a fronteggiare una situazione ancora
più difficile rispetto ai paesi su citati, a causa dei danni subiti dal
Santuario Domenicano, centro di spiritualità e di preghiera per i frati, e
luogo di incontro per i confratelli della congrega. In quel tragico pomeriggio
crollò definitivamente. La costernazione generale fu immensa di fronte ad una
perdita così grande. La vita di tutto il comprensorio pulsava attorno
all’imponente struttura barocca, orgoglio e vanto di tutto il popolo delle
preserre vibonesi.
Situazione che
divenne drammatica, dopo il terribile terremoto del 1783 che distrusse il santuario
domenicano di Soriano. I dati storici riportano inoltre che un gruppo di
persone di fronte ai cattivi presagi, non curandosi del pericolo imminente
rientrarono in casa, mentre altri animati da fervore religioso improvvisarono
una processione portando a spalla per le strade la statua di San Filippo Neri.
Questa gente perì mentre cercava di scongiurare l’immane tragedia che di lì
poco avrebbe cancellato il paese e il più grande convento domenicano. Quel 7
febbraio i notabili di Soriano si
inginocchiano davanti alla Madonna del Rosario col popolo per chiedere
protezione alla Vergine. La bellissima statua della Madonna di Soriano rimase
illesa nella sua nicchia e si fece voto di portarla in processione ogni 7
febbraio. Intanto i dati storici ci spiegano che Soriano cominciò a nascere
verso la Collina degli Angeli nei pressi delle magnifiche rovine dei chiostri
del convento domenicano. Si assiste così ad una vera e propria rinascita dalle
macerie di uno scenario apocalittico come venne anche definito da Alexandre
Dumas alla stregua degli altri viaggiatori che anno visitato la Calabria e il
borgo sorianese a quel tempo. Le apocalissi sono gli attimi in cui la fede si
ritempra! François Lenormant, riporta
la tragicità dell’evento catastrofico col seguente dire: ‹‹In questo mortale
abbandono, essi si risolsero alla religione e fecero a Dio voti di ricche
offerte e di vita di contrizione e di penitenza. Una specie di unanime slancio,
sperando di infrangere con le preghiere il celeste corruccio, fece decidere una
perpetua commemorazione ed una espiazione il venerdì di ciascuna settimana, ed
il 5 febbraio di ogni anno›. Ogni anno, secondo una pratica rituale che si
rinnova da oltre due secoli, il 7 febbraio si svolge la cerimonia in memoria
delle vittime del terremoto del 1783 e del patto che i sorianesi stipularono
con la Madonna del Rosario affinché preservi questo luogo dal flagello delle
calamità naturali. Grazie all’impegno della confraternita e ai frati
domenicani, il popolo partecipa intensamente per commemorare quel tragico
evento impresso e tramandato attraverso i gesti, i simboli, le fogge e i canti
che appartengono a un passato legato però al presente in maniera
indissolubile.
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