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Visualizzazione dei post da aprile, 2025

Eccovi i rigatoni alla lupara

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di Maria Lombardo Il primo piatto che vi presento con questa ricetta sono i Rigatoni alla lupara. La loro storia ha radici profonde nelle terre calabresi, precisamente sulla costa jonica. Si tratta di una ricetta inventata più di 25 anni da una donna, Vittoria, e la sua famiglia nella cucina della Bussola di Sant’ Andrea Apostolo dello Jonio. Da quel momento è diventato il piatto tipico della zona avendo tutti i sapori e i profumi della Calabria. Di per sé, però, è un piatto molto sostanzioso e ‘strong’ grazie all’uso del peperoncino. Gli ingredienti che vi lascio di seguito sono per circa 4 persone. 400 gr. di rigatoni (o qualsiasi altro tipo di pasta) 200 gr. di soppressata 200 ml di panna da cucina 2 noci di burro 1 barattolo da 800 gr. di pomodoro parmigiano grattugiato Sale, peperoncino fresco q.b. Per prima cosa, bisogna tagliare la soppressata a listarelle e mettetele in una pentola antiaderente per farla rosolare col burro. State ben attenti a non farla i...

La Calabria e le sue luculliane merende

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 di Maria Lombardo  La merenda è un momento importante della giornata, soprattutto per i bambini, che dopo la scuola hanno bisogno di ricaricare le energie con qualcosa di buono e sano.In Calabria, la merenda ha una storia antica e una ricchezza di sapori che la rendono unica e irresistibile.Una delle merende più tipiche e apprezzate è quella a base di pane, olio e pomodoro schiacciato, chiamata in dialetto “pani, ogghju e pumadoru stricatu”. Si tratta di una preparazione semplice ma gustosa, che richiede pochi ingredienti ma di ottima qualità: il pane deve essere quello casereccio, fatto con farina di grano duro e lievito madre, cotto nel forno a legna; l’olio deve essere quello extravergine di oliva, prodotto con le olive locali, spremute a freddo; il pomodoro deve essere quello maturo e succoso, coltivato nei campi sotto il sole calabrese.Per preparare questa merenda, basta tagliare una fetta di pane, spalmarla con un filo di olio, strofinarla con un pomodoro tagliato a met...

Favazzina (RC) è una destinazione che saprà conquistarvi con il suo fascino semplice e autentico.

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 di Maria Lombardo Se sognate una vacanza all’insegna del relax, del mare e della natura, Favazzina è la meta ideale per voi. E' una frazione di Scilla, uno dei borghi più belli della Calabria, situata sulla costa tirrenica tra Bagnara Calabra e Villa San Giovanni. Senza dubbio una piccola tappa balneare, caratterizzata da una spiaggia di sabbia fine e chiara, circondata da scogliere artificiali che creano piccole calette riservate e tranquille. Favazzina è anche il punto di partenza per escursioni in barca, in canoa o in mountain bike lungo la Costa Viola, una delle aree più suggestive della Calabria, dove il mare assume sfumature violacee al tramonto. Potrete ammirare le bellezze naturali e storiche di questa costa, come la spiaggia delle Sirene, la spiaggia di Chianalea, il borgo di Scilla con il suo castello e la sua chiesa, il promontorio di Capo Peloro e lo Stretto di Messina.Favazzina vi offre anche l’opportunità di assaporare la cucina tipica calabrese, a base di pes...

Ma come si fa lo sciroppo di rose? Mia nonna Maria lo faceva così...

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 di Maria Lombardo Prendete una pentola, versatevi 1 litro d’acqua e 400grammi di zucchero, portate a bollore per far sciogliere lo zucchero, fatto cio togliete la pentola dal fuoco.Aggiungete i petali di 8/10 rose (non quelle del fioraio, magari coltivate da voi senza agenti chimici) ed un limone (preferibile uno sfusato amalfitano e piu’ aromatico) tagliato a fette. Coprite e lasciate in infusione per 12 ore.Filtrate il tutto schiacciando in un colino i petali, rimettete la soluzione in pentola e fatela ridurre a fuoco basso di 1/4, dopo versatelo in vasetti ancora caldo, chiudete i coperchi e girate i vasetti sottosopra. Quando servira’ aprite un vasetto, versatelo in una bottiglia da litro che colmerete di acqua per farne una bevanda. Oppure potete farne naspro colorato al sapore di rose, pastiglie, caramelle, zollette, creme, versato puro su macedonie, gelato o meglio cio che detta la fantasia. Oppure bevetene un cucchiaio come tonico per i polmoni o calmante.

LA FESTA MEDIEVALE A SANTA SEVERINA un primo maggio spettacolare

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 di Maria Lombardo  Ogni anno il 1° maggio Santa Severina si trasformerà in un autentico borgo medievale, con figuranti in abiti d’epoca che danno vita a un’atmosfera magica e coinvolgente, permettendo ai tanti visitatori di fare un tuffo nel passato. Tanti sono stati gli appuntamenti in programma quest'anno tra cui il Corteo Storico con partenza dal suggestivo Castello, tra i più belli della Calabria, esibizioni di falconeria e di maestri d'arma, giochi medievali, spettacoli degli "Archibugieri e Trombonieri Senatore" provenienti da Cava de Tirreni. Un momento emozionante del festival è quando un valoroso cavaliere, armato di spada e corazza, entra solennemente nella maestosa cattedrale di Sant’Anastasia. Dopo aver ricevuto la benedizione, il cavaliere si dirige verso le oscure catacombe per rendere omaggio a coloro che hanno sacrificato la vita per la causa. Tutto questo inebriato dai profumi delle pietanze, preparate secondo ricette storiche e servite in un’atmosf...

PRIMA PIOGGIA DI MAGGIO … i racconti popolari di mia nonna Maria

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 di Maria Lombardo Il primo acquazzone di maggio è considerato magico. Sin dai tempi antichi, quando cadeva la pioggia, le persone la raccoglievano con le mani e si lavavano il viso per purificarsi, con la speranza per alcuni che rimuovesse le rughe e le ringiovanisse. L'acqua di maggio veniva raccolta anche in bottiglie, che servivano da protezione e per risolvere i problemi di salute. Secondo una credenza di vecchia data, la prima pioggia di maggio è medicinale, motivo per cui molte persone ancora oggi la raccolgono e la conservano per curare alcuni disturbi e migliorare la fortuna. Quindi, se hai la felicità di ricevere queste piogge sospirate, non esitare a bagnarti per ricevere molte benedizioni nella tua vita.

CIPOLLETTE E PATATE

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 di Maria Lombardo  Oggi vi propongo la ricetta per cucinare i cipollotti selvatici"i cipuddrizzi"un piatto tipico del Sud dal sapore unico e saporitissimo Ingredienti per 8persone: 8 grosse patate 1 kg di cipollette(lampascioni)  olio extra vergine d oliva e olio di semi di mais sale peperoni secchi calabresi Per prima cosa armatevi di pazienza e pulite per bene le cipollette dal terriccio ed eliminate la base inferiore poi sfogliateli delle parti più esterne come se fosse una cipolla Poi incidete la base con dei tagli a croce ( 4 o 5) eliminate quindi il picciolo superiore tuffateli in acqua fredda mano a mano che sono pronti e lasciateveli per almeno un'ora ...in modo che fuoriesca completamente il liquido amarognolo che contengono all interno le cipollette  Trascorsa l'ora di ammollo, tirateli fuori dall'acqua, sgocciolateli ed asciugateli ..intanto sbucciate e riducete a tocchetti le patate asciugandole bene bene Scaldate in una grande padella antiaderen...

Magisano (CZ) otto giorni dopo la Pasqua: la Madonna delle cuzzupe.

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 di Maria Lombardo  Tra le strette strade del pittoresco borgo di Magisano, risplende una tradizione antica che racchiude in sé la fede, la gratitudine e la generosità di questo popolo della Calabria: la festa dell’Ottava di Pasqua, nota anche come Ott’e Pasqua e la processione della Madonna delle Cuzzupe. La storia narra di un tempo lontano, quando una terribile carestia e la siccità minacciava i raccolti dei magisanesi. In un momento di disperazione, il popolo si rivolse alla Madonna del Rosario, pregando per un miracolo. E il miracolo avvenne: una pioggia benefica inondò i campi, salvando le colture e restituendo speranza alla comunità. In segno di gratitudine, il popolo di Magisano si mise all’opera, sfornando cuzzupe, dolci tipici calabresi della Pasqua, come simbolo di abbondanza e prosperità. Da allora, ogni Ottava di Pasqua, il popolo di Magisano celebra questo miracolo con devozione e gioia. La statua della Madonna del Rosario, ormai conosciuta come Madonna delle Cuz...

San Giorgio protettore di Stilo (RC) e la leggenda a lui legata.

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 di Maria Lombardo Siamo a Stilo.Questa piccola cittadina, nota per la sua architettura bizantina e le sue tradizioni secolari, è anche la custode di una storia affascinante che lega il santo guerriero San Giorgio a delle semplici ma miracolose polpette di ricotta.Si dice che, durante un’epoca di assedi e battaglie, i Turchi circondarono Stilo, costringendo gli abitanti a rifugiarsi dietro le mura della città. Le provviste scarseggiavano, e la disperazione cresceva. Fu allora che apparve un giovane guerriero, bello e imponente, che con fare autoritario ordinò alle madri di raccogliere il loro latte in un recipiente di rame.Con questo latte, preparò delle polpette di ricotta e le scagliò contro l’accampamento nemico. I Turchi, vedendo tale spreco di cibo, credettero che gli abitanti avessero risorse in abbondanza e, scoraggiati, levato l’assedio.Da quel giorno, il misterioso guerriero non fu più visto, e il popolo di Stilo iniziò a credere che non fosse un uomo qualunque, ma un in...

C’era una volta la Pasqua a Nicotera (VV)

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 di Maria Lombardo La domenica delle Palme dava inizio ad una Settimana intensa di eventi e riti da scandire. Si ritornava a casa, dopo la funzione della domenica delle Palme, con dei ramoscelli di ulivo benedetti e precedentemente abbelliti con nastrini colorati mentre dai rami più grandi e folti penzolavano crocette, panierini o piccole figure a fisarmonica create sapientemente con foglie di palma e dal gusto tanto baroccheggiante. Le nonne per i nipoti avevano preparato “u pisci i palma” sapientemente intrecciato.Al ritorno i ramoscelli benedetti si appendevano all’ingresso dell’abitazione a protezione della famiglia dai cattivi influssi e dalle negatività e persino per levare il malocchio. Le massaie che sicuramente avevano provveduto con cura a conservarle in un posto fresco e buio; certo non se ne prestavano e non se ne vendevano poiché erano indispensabili in tutte le preparazioni di questo periodo. L’uovo simboleggiava la nascita, la vita e segnava anche la fine della qua...

Il pane che ricorda la corona di spine : “U mucceddatu” tipico pane pasquale calabrese

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 di Maria Lombardo  'U mucceddatu è un pane rituale dalla forma intrecciata che ricorda la corona di spine che cinge il capo di Cristo, tipico della Pasqua calabrese. A Stilo, dove prende il nome di gucciadatu, i fedeli lo portano in processione il sabato santo appeso a una croce di legno. Nel crotonese, dove prende il nome di mucceddratu, il pane viene bollito prima di essere infornato. Un tempo le donne per grazia chiesta o ricevuta preparavano i mucceddati all'inizio della settimana santa con acqua, farina, 'u lavatu e semi di anice nero della nostra Sila che conferiscono al pane un aroma particolare. Dopo essere cotti nei forni a legna venivano portati in chiesa per essere benedetti e poi distribuiti agli apostoli della Caena Domini. Alla fine della funzione religiosa il pane, tagliato a fette, veniva diviso fra i fedeli che lo conservavano nelle case come forma di protezione dalle intemperie e dalle malattie. Io vi conferisco dosi minime ma sappiate che un tempo er...

Naca: Venerdi Santo di Catanzaro

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 di Maria Lombardo A Catanzaro invece questa processione fu voluta dai Confratelli della città che portavano la croce in modo dondolante quindi annacare. Poi questo ambito privilegio passò agli artigiani, oggi sono i Vigili del fuoco a portare la naca. La processione di Catanzaro è diversa da quella di Davoli vediamo insieme il perchè? Il corteo viene organizzato in modo da seguire la naca del Cristo e dell'Addolorata a lutto. La caratteristica di questa processione e che fin al 1937 per la città passavano ben 3 nache, organizzate dalle diverse confraternite dopo questa data si decise di farne una. E' diversa pure nel simbolo che qui vede protagonista la culla ornata di damaschi e fiori. Prima della culla si pongono gli stendardi delle confraternite con i loro saii colorati a secondo del quartiere. Quest'ultimi, in segno di penitenza, camminano scalzi, indossano una corona di spine e subiscono la fustigazione da parte di figuranti vestiti da soldati romani (introdotti nella...

84 ANNI DAI BOMBARDAMENTI ALLEATI SU COSENZA:” una barbarie anglo-americana” 12 aprile 1943

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 di Maria Lombardo Era il 12 aprile 1943 quando a Cosenza cominciarono a infuriare i bombardamenti che non risparmiarono ferrovie, strade, ponti, edifici pubblici e privati, istituti religiosi. Un paesaggio tragicamente funereo contrassegnato da dolore e incredulità. In quella incursione degli aerei anglo-americani ci furono molti feriti e sfollati mentre morirono 75 persone, tra cui 5 scolari che uscivano dalla Scuola elementare dello Spirito Santo. Le piccole vittime si chiamavano Francesco Ferraro, Natalina Nigro, Antonietta Mauro, Anna Imbrogno e Francesca Pellegrino. Anche la stazione ferroviaria venne distrutta e morirono molti pendolari provenienti dai paesi vicini e agenti in servizio.Alle ore 15.50 una serie di boati furono avvertiti nitidamente in tutta la città: inizialmente qualcuno pensò ad un terremoto, memore degli eventi sismici che sovente hanno interessato la città, ma ben presto però fu chiaro che Cosenza aveva subito il primo raid aereo dall’inizio della guerra...

Il 9 aprile 1928 viene soppresso lo Scautismo in Italia: I Lupi dell'Aspromonte

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 di Maria Lombardo Con lo scioglimento dell’A.S.C.I. e delle altre associazioni scout italiane, voluto dal governo fascista con decreto firmato da Mussolini e da Re Vittorio Emanuele III, l’educazione fisica e morale dei giovani è affidata alle autorità fasciste che con l’Opera Balilla ne orientano il pensiero verso gli ideali del partito. L’avventura dei  Lupi d’Aspromonte , probabilmente la più importante esperienza di scautismo clandestino italiano dopo quella delle Aquile Randagie, durata dal 1928 al 1944. Assolutamente una storia poco nota ma che merita di essere conosciuta.Un gruppo di scouts della sezione del Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani (C.N.G.E.I.) di Reggio Calabria rifiutarono l’oppressione del pensiero unico fascista e, tenendo fede ai valori della Promessa e della Legge Scout, decisero di continuare a riunirsi in segreto, grazie all’iniziativa dei capi Pino Romeo (Capo Branco), Cesare Cremisini (Capo Riparto) e Nicola Serini ( Lupo Saggio  i...

I BISCOTTI “OVA E OVA”, con la glassa, dolci tipici calabresi del periodo di Pasqua.

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 di Maria Lombardo  Io vi propongo la ricetta recuperata da Franca Crudo presidentessa di Asfalantea, ed è proprio da lei che ho visto come si facevano ed ho ricordato questo sapore antico. Sono dei biscotti semplicissimi che si preparano con pochi ingredienti, uova e farina,strutto o olio a seconda di quello che si possedeva in casa. Anche la glassa molto semplice con solo acqua e zucchero lo chiamiamo ancora “gileppu”. “Ogni uova un cucchiaio di sugna”mi dice la signora Franca si sguazzano ben bene le uova e si unisce la farina “quanto me richiama l'impasto. L'impasto deve essere adatto a creare le forme antiche ossia ad esse, i vrazza ossia dei filoncini ed i taralli poi subito nella bocca del forno. Subito dopo si mette mano al gileppo ogni 20 uova(ovviamente le uova sono dell'impasto) un kg di farina senza dimenticare l'acqua e la scorza di limone che profuma il tutto.