IL CALABRESE "SCONOSCIUTO" :GIAN LORENZO ANANIA
di Maria Lombardo
Cosmografo e teologo calabrese di nome Gian Lorenzo Anania già nel 1573, in un suo importante trattato sull'America, a riguardo alle isole Bermuda scriveva: “Si vede l'isola di Bermuda disabitata ma non di Satiri, essendovene ritrovate di queste bestie alcune, che l'antica ed errante Gentilià adorò per Dei: sono della forma che si pingono humana, dopo che hanno le gambe caprine con le corna in testa”. Fu il primo infatti a citare l'isola di Bermuda! Eppure ancora su lui le notizie sono incerte, nacque comunque a Taverna nella Sila PiccolaPer alcuni studiosi sembra che la specialità di Anania fosse, più che la cosmografia, quella delle scienze occulte. In effetti era anche un grande conoscitore della cabala ebraica, aveva persino scritto libri sulla natura dei demoni e degli angeli.Studiò scienze naturali, lingue e teologia probabilmente a Napoli. La sua opera intitolata "L'Universal fabrica del Mondo" fu ristampata fino a fine '500 per ben quattro volte, e persino una volta dopo morto. Anche il Tasso ne possedeva una copia che postillò riccamente, in particolare la parte riguardante le Americhe.Anania visse per molti anni a Napoli presso i Carafa, famiglia che ebbe addirittura un papa e 6 cardinali. L'Universal Fabrica del Mondo di Anania invece potrebbe essere una delle fonti ignorate di Shakespeare per alcune sue opere. Peraltro il cosmografo calabrese ebbe spesso rapporti con gli Inglesi e li definiva “veramente d'animo heroico”. La sua opera magistrale era un trattato di geografia costituita da un Proemio e quattro trattati in quattro tomi, fondamentale per fare il punto sulle conoscenze geografiche. Seguì il trattato teologico De natura daemonum, pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1570 in cui Anania sostiene la reale esistenza dei demoni, esseri malvagi i quali rendevano efficaci le opere degli astrologi e dei negromanti, ed erano responsabili, nell'uomo, di alcune malattie la cui guarigione era possibile con l'intercessione dei santi. Il De natura daemonum venne ristampato numerose volte.
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