Ezio Garibaldi: nipote del Generalissimo
di Maria Lombardo
Ezio Garibaldi, ultimo
figlio maschio di Ricciotti, e penultimo della famiglia, nacque a Riofreddo il
2 gennaio 1894. Studiò presso il collegio Umberto I di Terni. Nel 1910, già
iscritto all'Istituto tecnico di Via Cavour a Roma, si unì ai moti degli studenti
irredentisti. L'anno successivo, seguì i fratelli nella breve guerra
greco-turca e riprese poi gli studi a Fermo, dove si diplomò in ingegneria nel
1914. Raggiunse ancora i fratelli in Francia alla fine dell'anno e combattè con
loro nelle Argonne. Rientrato in Italia, partecipò a manifestazioni
interventiste tra i fasci d'Azione rivoluzionaria. Frequentò la redazione del
" Popolo d'Italia". Si arruolò quindi nell'Esercito italiano nel
1915, assieme ai fratelli, con il grado di Sottotenente di Fanteria. Ferito
gravemente, continuò la guerra nell'Intendenza poi in missione a Salonicco. Nel
1917 chiese di tornare in zona di guerra,ma fu di nuovo ferito e così promosso
Capitano nell'Ottobre 1917. A guerra finita, iniziò subito a partecipare ai primi
movimenti squadristi. Nel 1921 ha sposato negli Stati Uniti Hope Mac Michael,
appartenente ad un'agiata famiglia di Filadelfia. Fu perciò incaricato da
Mussolini di nuove missioni commerciali in Messico e Perù. In Italia, scelse
definitivamente il suo campo costituendo una Federazione di associazioni
garibaldine che portò a Palazzo Chigi nello stesso momento in cui i fratelli
partecipavano in Via del Corso a Roma ad una manifestazione di "Italia
Libera". Scrisse " Fascismo garibaldino", un proclama con il
quale rivendicava la tradizione garibaldina per se e per il Regime, contestando
le impostazioni ideali del padre e la gerarchia famigliare che quest'ultimo
aveva imposto a favore del primo figlio maschio, Giuseppe detto Peppino. Ezio
svolse continua attività politica e giornalstica, e nel 1927 divenne Console
Generale della Milizia. Animò le manifestazioni garibaldine, e nel 1929 entrò a
fare parte della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Tra i suoi successi, la
realizzazione del monumento ad Anita Garibaldi, sul Gianicolo, e la presidenza
del Comitato per le celebrazioni del Cinquantenario garibaldino, nel 1932, per
i quali il Regime consentì la concessione di fondi ingenti. Condusse una
campagna contro il fratello Sante, che viveva in Francia dal 1925 e che dal
1938 rianimava le antiche associazioni garibaldine in chiave,però,
antifascista. Ezio creò immediatamente associazioni concorrenti a Parigi, a
Lione ed a Nizza, con il sostegno dell'Ambasciata d'Italia. Lo scontro col
fascismo sulle leggi razziali gli crearono qualche imbarazzo superato quando
tornò in Italia il fratello Peppino, che rilasciò alla stampa una dichiarazione
favorevole al Regime. Il fratello Sante rimase invece sulle sue posizioni. Ezio
ottenne intanto importanti finanziamenti per il suo Istituto di Studi
garibaldini, e fu promosso Tenente Colonnello per anzianità nel 1940. Lavorò
con i Gruppi d'Azione Nizzarda (GAN) ad imporre la presenza italiana in
Provenza, della quale avrebbe voluto essere governatore. Le sue idee nei
riguardi del fascismo tendevano però a cambiare e negli ultimi mesi del 1943,
Ezio riuscì a rifugiarsi in zone sotto il controllo Americano, dove venne
internato. Dopo la Liberazione fondò una seconda famiglia con Erika Knopp,
incontrata nell'internamento a Padula , e in pochi anni rientrò in politica e
rianimò le proprie associazioni garibaldine, formalmente disciolte e
beneficiate dall'amnistia. Contestò alle sorelle Rosa e Italia il testamento
della madre Costanza che fece comunque di loro le sole eredi, vita naturale durante,
della casa di famiglia di Riofreddo. Le sorelle a loro volta designarono quale
loro erede l'Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini, ispirata
alla Resistenza in Italia e all'estero. Ezio recuperò così una parte
dell'immobile, ma la rivista "Camicia rossa" e parte dei beni mobili
di Riofreddo rimasero all'Associazione, capeggiata dal repubblicano Senatore
Aldo Spallici. Nel 1969, anno della sua morte, Ezio diventò Colonnello per
anzianità. Lasciò tre figli: Anita (1931), e Giuseppe (1947) e Vittoria. (1950)
questi ultimi nati dall'unione con la Knopp. Venne in calabria e si soffermò a
Sanpietro a Maida dove una lapide posta difronte al balcone da cui parlò ancora
lo ricorda.
Commenti
Posta un commento
Dimmi cosa ne pensi!