Pensatori calabresi: TIMEO DA LOCRI


 di Maria Lombardo 

Del filosofo locrese – la cui importanza nella filosofia antica è tutta da riscoprire – non sappiamo quasi nulla della sua vita ad esclusione della certezza della sua Patria: la gloriosa città di Locri. Fondata nel VII secolo a. C. da Dori (come la città di Taranto) provenienti della regione della Locride, nel centro della Grecia, Locri riuscì a fortificarsi dopo un’accanita guerra contro gli indigeni di stirpe sicula. L’espansione verso il Tirreno, con la fondazione di sub-colonie come Hipponion (Vibo Valentia), Medma (Rosario) e Metauro (Gioia Tauro) e la conquista di Temesa(già nell’orbita di Sibari), portò grandi benefici e Locri divenne una potenza economica della Magna Grecia. Fiorirono le scuole ispirate alle filosofie joniche ed eleatiche, con una netta preponderanza dei pitagorici. Siamo veramente davanti a un uomo-libro. Imiteremo il sommo filosofo ateniese scrivendo di un Timeo-reale e un Timeo-copia o libro (di Platone). Il Timeo-reale è considerato l’autore del trattato Sulla Natura (Perì Phisyon), poi generalizzato come “Sulla Natura e sull’anima”. Un’altra fonte attribuisce a Timeo la Costituzione di Locri (città ricordiamo già patria del noto legislatore Zaleuco), l’amicizia con Ippodamo (l’urbanista più importante dell’antichità) e con Nosside, la poetessa più importante della Magna Grecia. Suo seguace postumo fu Filistione di Locri, medico, vissuto principalmente in Sicilia nel IV secolo a.C.

Come giurista si conosce un lungo frammento in cui esprime l’idea “dorica” dell’erranza e dello sradicamento dalla patria come un male da combattere con apposite leggi. Come cosmologo e naturalista pare che abbia effettuato studi sulla “stella del mattino” (Venere). Come medico era noto come seguace delle dottrine pitagoriche sulla dieta e cura del corpo (e della trasmigrazione dell’anima da animali ad animali a causa delle “vite impure” condotte da coloro che non seguivano la giusta via).Il Timeo-libro ha anche il titolo “Della Natura”. La figura del Timeo- libro è introdotto da Socrate con parole lusinghiere: <<Ecco Timeo da Locri, città d’Italia ordinata a leggi bellissime, dove per abbondanza di beni e gentilezza d’animo non è seconda a nessuna [altra città]. Egli ha avuto maestri, salendo a livelli alti della filosofia… >> (capitolo II). Tutta l’esposizione del Timeo è poi concentrata in diversi capitoli che dal macrocosmo arrivano al microcosmo (sino a comprendere nozioni di geometria, fisica, astronomia, meteorologia, biologia, medicina e zoologia).È proprio alla più complessa esposizione di un Sistema del Mondo mai teorizzata nella storia della filosofia che si snoda il Timeo di Platone. Scritto nella vecchiaia (nel 360 a.C.) il “Timeus” platonico è completamente diverso dagli altri suoi lavori (più o meno attribuiti): contiene concatenamenti logici serrati, affermazioni apodittiche, come solo i matematici e i mistici sanno produrre. Dalla forma e sostanza dell’anima alle virtù, dall’armonia del cosmo alle leggi che lo governano, Platone fa uscire dalla bocca (metaforicamente) di Timeo una saggezza incontenibile, dispiegata come un formulario di matrici e operatori logici. Il dialogo vede come protagonisti principali Socrate e Timeo, ma tutta la lunga esposizione del “sistema di pensiero” è occupata dal filosofo locrese. Perché Timeo? La risposta più plausibile è quella più semplice: per il pitagorismo, che, secondo gli studi più recenti di storia della filosofia, era più diffuso di quando si pensasse fino a qualche decennio fa. Ma seguiamo la concezione del Cosmo che Platone fa enunciare a Timeo di Locri (il nostro Timeo-copia).

Il mito del Demiurgo

Il demiurgo è definito un “dio minore”(rispetto al Tutto), un’artefice divino e il mediatore tra materia e idee. Creando il mondo così come appare ai nostri sensi, e data forma alla materia, alla realtà fisica, il Demiurgo, lo ha fatto però ispirandosi al Modello Geometrico eterno, quello dell’Iperuranio (“ciò che sta al di là del Cielo”). Questo è il mondo delle Idee. Il demiurgo, un “creatore secondario” ha – a sua discrezione!- un’imperfezione, un’immagine riflessa di una realtà superiore. In questo senso abbiamo una svalutazione della realtà transeunte. Il carattere principale della realtà così concepita è l’illusorio movimento impresso: in ciò si esplicita un legame con un’altra grande concezione quella espressa da Parmenide e Zenone di Elea. Questo stato di cose è il Mondo sensibile, l’unico concepibile dalla mente umana al suo massimo grado d’intelligenza. È evidente che la geometria prospettata sia una “copia “ della geometria nascosta e assoluta presente nel Cosmo ( e il Demiurgo non ha tratto nulla di originale e diverso dal questa copia-matrice). La Realtà è quindi una matematica o Mathesis di livello superiore alle relazioni geometriche e numeriche del mondo sensibile. Quest’ultimo è il regno geometrizzato, valido nel suo asserto estetico. Per Platone ( e per riflesso per Timeo platonizzato) questa separazione tra realtà sensibile e quella matematica era necessaria all’intera metafisica. Per i Pitagorici (e per Timeo-reale) la questione è più complessa e da spazio a diverse interpretazioni: una più confacente all’ortodossia pitagorica vede la realtà come concetto matematico unitario; un’altra “adegua” la multidimensionalità aritmo-geometrica ai fondamenti dell’idea (la “conoscenza fisica moderna” situa così i due limiti: uno nella velocità della luce c [cui oltre non è pensabile] e l’altro limite in h/2π [costante di Planck]). Al dualismo platonico è contrapposto l’unità monistica della realtà di matrice pitagorica. Nel Timeo-libro il tentativo di Platone è effettuato attraverso la dottrina delle idee-numeri, unificando così il pitagorismo alla sua filosofia. L’universo è agli inizi una chora: il demiurgo ne costruisce le forme plasmandole da modelli geometrici attraverso un’infusione dell’Anima del Mondo. L’universo acquista la sua “materia” soltanto con la generazione del tempo (che è definito da Timeo-copia“l’immagine mobile dell’eternità”), che ne incardina tutti i movimenti cosmici dentro un’armonia universale seguita da tutti gli astri all’unisono.La matematica è la sintassi del mondo. Solo la materia sfugge al “controllo” del demiurgo (e da ciò l’imperfezione della Natura).Il libro è stato uno dei più letti, ha attraversato tutto il Medioevo, ha influito sulle concezioni della scienza così come si è sviluppata in Occidente. Il Timeo-copia sostiene esservi una Mente Ordinatrice del Mondo alla base della conoscibilità, influenzando così tutti gli scienziati – Copernico, Galilei e Keplero - che a partire dell’età moderna tentarono l’assalto al cielo dell’ortodossia aristotelica.Nella nota “storia della filosofia” (Abbagnano-Fornero- Rossi) è scritto: << nello stesso periodo di Platone colloca Timeo di Locri, del quale non siamo sicuri neppure se sia un personaggio storico>> (par.13.La scuola pitagorica). Un’altra menzione è invece “storica”: Timeo polemizzò con Aristotele per aver scritto che Locri fosse stata fondata da donne fuggite con i servi durante la guerra di Sparta contro Messene (sec. VII).Una traduzione importante del Timeo di Platone è stata fatta dallo storico della filosofia Francesco Acri (Catanzaro1834 – Bologna 1913).


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