La pietra di Sant’Antonino è un luogo di grande fascino e mistero da vedere a Davoli (CZ)


 di Maria Lombardo 

Si tratta una struttura megalitica a carattere metamorfico, alta circa 15 metri e larga 10, che domina il paesaggio circostante, ricco di boschi e sorgenti. La pietra deve il suo nome a Sant’Antonino, un eremita che visse in una grotta scavata nella roccia nel IX secolo, e che fu venerato come taumaturgo e protettore degli animali. Questa meraviglia della natura calabrese non ha solo una valenza geologica ma a livello storico è molto quotata. In questa zona sono stati rinvenuti i resti di due antichi monasteri basiliani, dedicati a San Nicola e a San Giovanni, che ospitavano i monaci greci che si rifugiarono in Calabria dopo la persecuzione iconoclasta. Dopo il loro abbandono nel XV secolo,vennero dimenticati ma conservano ancora alcune tracce architettoniche e pittoriche. Inoltre, nella zona sono state scoperte una necropoli preistorica e diverse incisioni rupestri, che testimoniano la frequentazione umana del sito fin dal Neolitico.La pietra di Sant’Antonino è un luogo da scoprire e da valorizzare, sia per la sua bellezza naturale che per il suo significato storico. Il Comune di Davoli ha avviato un progetto per realizzare un percorso paesaggistico che collega la pietra al lago Vardari, un piccolo specchio d’acqua artificiale creato da una diga.Il percorso sarà a impatto ambientale zero e permetterà ai visitatori di ammirare le meraviglie del territorio. Inoltre, il Comune ha candidato la pietra di Sant’Antonino e il tradizionale rito della Naca, una processione del venerdì santo molto suggestiva e originale, a beni immateriali dell’Unesco, per dare maggiore visibilità e riconoscimento alla cultura locale.



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