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Visualizzazione dei post da settembre, 2025

I capperi di Calabria : assagiateli!

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 di Maria Lombardo Coltivato da secoli in questa terra generosa e aspra, il cappero calabrese non è solo un ingrediente: è un simbolo di tradizione, resistenza e autenticità. In Calabria, con le sue estati torride e le brezze marine, unito ai suoli poveri e rocciosi, conferisce ai capperi calabresi un sapore intenso, aromatico e leggermente piccante, ben diverso da quelli coltivati altrove E' il clima che fa la differenza!. I boccioli, raccolti a mano all'alba quando sono ancora chiusi e sodi, vengono lavorati con metodi antichi: salati a secco o conservati in aceto, senza l'uso di conservanti artificiali, per preservarne il carattere genuino e rustico. Ma non è solo il gusto a renderli speciali. È la loro versatilità in cucina: dai primi piatti ai secondi, dalle insalate alle conserve, i capperi calabresi sanno esaltare ogni pietanza con un tocco sapido, fresco e inconfondibile. Assaggiarlo significa fare un tuffo nel cuore autentico della cucina mediterranea, dove ogni b...

STORIE E LEGGENDE DI CALABRIA: FILOMENA E LA MADONNA

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 di Maria Lombardo Tutti a Santa Severina conoscono la leggenda della Madonna e di Filomena, donna molto laboriosa e di una religiosità che rasenta la follia. Ogni mattina, infatti, si recava a messa all’alba, lasciando solo nel letto il figlio di cinque anni. Un brutto giorno, però, il bambino, svegliatosi improvvisamente e vistosi solo, si turbò così tanto che, dopo aver fatto alcuni passi piangendo a dirotto, cadde nel pozzo che stava nel piccolo cortiletto antistante la casa.Al suo ritorno la donna non trovò più il figlio e, disperata lo cercò in ogni parte del paese, urlando ovunque il suo nome. La seguiva una turba di persone nel tentativo di confortarla, ma ella, lacerata, scarmigliata e fuori di sé, rientrò in casa solamente nel tardo pomeriggio dopo una ricerca infruttuosa e molto dolorosa. Qui iniziò a martoriarsi tutto il corpo come per punirsi della grave distrazione quando, all’improvviso, dopo aver perduto ogni speranza, udì una vocina che le diceva: “Mamma, vie...

Ajivi duci fritti nta padeja chi pipi (olive dolci fritte in padella con peperoni)

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 di Maria Lombardo Innanzitutto vorrei ringraziare la rete delle mie lettrici che mi inviano le ricette tipiche delle loro zone per far conoscere la Calabria al grande pubblico. Siete tantissime! Oggi dalla locride mi giunge una ricetta ottobrina. Autunno, Ottobre, tempo di olive. Alla cucina si adattano molto bene le olive dolci, sono di varie razze, ma il modo migliore per consumarle è friggerle  nella mia zona questa è una ricetta che non si fa.Per la ricetta occorre abbondante Olio Extra Vergine di Oliva, qualche spicchio d’Aglio, un Peperoncino spezzato e sale fino. Fate tutto ad occhio! Si friggono entrambi sani, dopo averli lavari e molto ben asciugati. Parliamo di frittura, in effetti si tratta di una soffrittura in olio abbondante e molto caldo, quasi che si trattasse di una frittura; in quest’olio si è fatto imbiondire molto moderatamente l’aglio appena schiacciato e il peperoncino in due pezzi per poterli recuperare a metà cottura. Si può procedere ad una frit...

La “pennulara”: l’oliva calabrese unica al mondo

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 di Maria Lombardo La Calabria è una terra ricca di storia, cultura e tradizioni, ma anche di prodotti agricoli di qualità.Tra questi, spicca l’oliva pennulara, una cultivar autoctona che cresce nell’alto crotonese, tra i comuni di Caccuri, Cerenzia, Castelsilano e Cotronei.La pennulara è una varietà antica, che risale al Medioevo, quando i monaci basiliani la introdussero nella zona. Il suo nome deriva dal portamento pendulo della pianta, che produce frutti allungati e neri a piena maturazione.La pennulara ha una duplice predisposizione: da olio e da pasto. L’olio che se ne ricava è uno dei componenti dell’Olio Extravergine di Oliva Alto Crotonese DOP, un prodotto di eccellenza che si distingue per il suo fruttato intenso, con sentori di carciofo ed erba sfalciata. Ma la pennulara non è solo buona, è anche salutare. Infatti, diversi studi scientifici hanno dimostrato che questa cultivar ha proprietà nutraceutiche, ovvero benefiche per la salute di chi la consuma. In particolare, l...

La città di Ercole': il semidio più famoso della mitologia fondò una provincia della Calabria, Crotone e provincia

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 di Maria Lombardo Le leggende narrano infatti che fu proprio Ercole, figlio di Zeus a creare la città calabrese di Crotone.Scelse la Calabria per fondare una città in onere di un amico da lui ucciso per errore.La bella città di Crotone, fatta di frastagliamenti rocciosi che si intervallano alle caratteristiche dune di argilla azzurra."Nell’età dei nipoti, questo sarà il luogo d’una città da chiamarsi Crotone".Ercole, tra una fatica e l'altra arrivò a Capo Lacinio in cerca di riposo, ospitato dall'eroe locale Crotone, genero di Lacinio, che a sua volta è fratello di Alcinoo, l'omerico re dei Feaci. La storia narra che la mandria di cui il semidio era incaricato di occuparsi fu rubata da un ladro; subito Ercole, insieme a Crotone, andò a stanarlo nel luogo dove abitava, ma nella seguente colluttazione oltre al ladro morì Crotone, ucciso proprio dal figlio di Zeus.Ercole pianse la morte del caro amico. Senza indugio, provvedette alla costruzione di un reale monument...

“ Alivi conzati” alla calabrese

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 di Maria Lombardo Quando, infatti, le olive sono pronte potete consumarle e condirle in vari modi diversi. Vediamo, quindi, insieme come procedere passo dopo passo. Ingredienti per la versione 1 q.b. di olive schiacciate 1 spicchio d’aglio q.b. di carote q.b. di sedano q.b. di origano q.b. di aceto di vino q.b. di olio extravergine d’oliva La prima cosa da fare per preparare le  olive cunzate  dovete partire dalle olive schiacciate. Prendete un barattolo di quelle che avete fatto! Aggiungete all’interno di un piatto o di un contenitore la quantità di olive che volete condire. Pelate ed affettate ora delle carote a rondelle. La quantità dipende dai vostri gusti. Dedicatevi ora al sedano, che dovrete lavare ed anche in questo caso ridurre in fette più o meno sottili. Anche in questo caso la quantità sarà a vostra discrezione, a seconda dei vostri gusti.Per ultimo aggiungete uno spicchio d’aglio. Potete las...

Mestieri scomparsi: U 'MBASTARU.

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 di Maria Lombardo Nel dialetto calabrese si usavano tutte e due i terrmini "a varda" o "u 'mbastu". Era un artigiano che si occupava esclusivamente della produzione di basti per le bestie da soma. La loro bottega era " nto catoiu", una stanzetta di modeste dimensioni tra una accozzaglia di basti rotti, paglia, pelle raggrinzita e tela, u ‘mbastaru era intento rattoppare, a riempire di paglia o incastrare e sagomare a forma di semicerchio il durissimo legno di faggio per i basti nuovi che uscivano dalle sue mani, veri e propri capolavori dell'artigianato locale, resistentissimi tanto che qualcuno anche se mal ridotto si vede ancora in un angolo abbandonato dei pagliai.      L'operazione era laboriosa e delicata, prima di tutto posizionava   i due “circhj” di ferro portanti, già precedentemente preparate dal fabbro di diverse misure visto che gli asini da bardare erano di corporatura diversa, incastrandoli sui due semicerchi di legno formava l...

Himmler con le S.S a Cosenza nel 1937 cercava il tesoro di Alarico.

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 di Maria Lombardo S.S significa   Schutzstaffel    letteralmente «squadre di protezione» ed erano paramilitari del Partito Nazionalsocialista Tedesco. Ma il significato esoterico di S.S era per gli adepti “Schwarze Sonne” cioè Sole Nero. Perché erano adoratori di un antico rito egizio risalente a Akhenaton e Nefertiti, l’altro sole, il sole nero, da cui nasce il monoteismo contro il politeismo. Il sole nero è la dualità, rappresenta il male contro il sole originario giallo che simboleggiava il bene. In questi antichi culti, che avevano dato origine con l’esodo di Mosè dall’Egitto alla religione ebraica monoteistica,   era contemplato l’uso di un dispositivo tecnologico avanzato detto “arca dell’ alleanza”.Ecco perché   Himmler ed alcune squadre di SS a Cosenza cercavano nel 1937 il tesoro di Alarico, non l’oro   del sacco di Roma.  Heinrich Luitpold Himmler  gerarca nazista, comandante della polizia e delle forze di sicurezza del Terzo Reich...

Trippiceddi di stocco alla ghiotta

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 di Maria Lombardo        Vi proponiamo la ricetta delle trippette di stoccafisso in umido, per cucinare un ingrediente insolito ma gustoso e che merita di non scomparire. Le trippette dette anche budelline di stoccafisso sono le frattaglie dello stoccafisso. Le trippette una volta cotte hanno una piacevole consistenza gelatinosa e un gusto simile allo stoccafisso ma più attenuato. Le budelline di stocco si trovano secche, e in questo caso vanno ammollate come lo stoccafisso per circa una settimana.   Ingredienti (dosi per 4 persone) 700 gr circa di trippette di stoccafisso già ammollate (circa 200 gr secche) una cipolla 400 gr di patate non farinose una lattina di polpa di pomodoro o di pelati schiacciati con la forchetta 2 carote piccole 2 gambi di sedano 1 spicchio d'aglio 3 cucchiai di olio d'oliva extra vergine un po' di basilico fresco peperoncino rosso piccante (opzionale) sale q.b 4 fette di pane casereccio    Preparazione   1. L...

"Frittuli ra Maronna” il rito del le più buone a Reggio Calabria per la festa della Madonna della Consolazione

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 di Maria Lombardo  Per i Reggini ma anche per i turisti che ancora sono nella nostra Regione non può mancare lo street food più amato di questo periodo: le frittole. Non si fermano dunque in queste ore   i cosiddetti “fruttulari” pronti a viziare i palati dei reggini con questa pietanza della tradizione realizzata con le parti meno nobili del maiale ovvero lingua, muso, orecchie, gamboni, pancia, coda, rognoni e le scorcitte.   Ma qual è il segreto della frittola di Reggio Calabria che la rende diversa da quelle presenti nelle altre province calabresi? Si usano le parti migliori del maiale e la preparazione comincia tre giorni prima. La cottura nelle caddare è lenta e questa pietanza è da sempre è simbolo di fratellanza e condivisione. Occhio queste sono le prime frittole dell’anno!  

Giorno 8 settembre festa della Madonna della Luce a San Pietro Magisano (CZ).

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 di Maria Lombardo  UN PO DI STORIA..... San Pietro intorno all'anno 1000 (1064) era parte di Taverna Vecchia o Montana, da cui dipendeva, come lo era Magisano e Vincolise e tanti altri paesi della presila. Ma aveva un privilegio. San pietro non era definito casale ma TERRA. Un gradino sotto la città. Ferrante Galas, autore sanpietrese nella sua "cronica di Taberna" scrive che gli abitanti di Taverna Montana vedono di notte  sulle montagne delle luci. Queste non erano altro che i fuochi accesi dai Monaci dell'abbazia di Peseca, poco lontano, che veneravano la Madonna di Costantinopoli. Vedendo però le luci chiamarono l'immagine, Madonna della Luce. La leggenda narra che nel 1600 fu trovata l'immagine in una valle presso San Pietro e fu portata in chiesa. La storia invece chiarisce la presenza della Madonna a San Pietro. Nel 1653 vengono chiusi diversi monasteri e abbazie e dati in commenda per la sola gestione economica dei beni posseduti. E anche il caso dell...

Sapete che la prima malata di Alzaheimer era calabrese?

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 di Maria Lombardo Per porter trovare notizie su questa donna di Nicastro Angela di 38 anni bisogna recarsi all'ospedale psichiatrico di Girifalco. Siamo nel 1904, Angela viene internata! Ma devono passare tre anni i l dottor Alois Alzheimer in Germania identifica la malattia su una sua paziente tedesca. La cartella clinica di Angela dichiara che la paziente era affetta da questa patologia.Una scoperta che è stata fatta dal centro regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, diretto dalla professoressa Amalia Cecilia Bruni, grazie al recupero di oltre 5mila cartelle, delle 16mila presenti nell’ex manicomio di Girifalco, tra le quali è stata individuata anche quella della donna di Nicastro, che presenta tutte le caratteristiche della malattia di Alzheimer. La notizia appare anche sulla prestigiosa rivista internazionale “Journal of Neurology”. Il lavoro dello staff diretto dalla professoressa Amalia Cecilia Bruni ha permesso infatti per la prima volta, prima che la stessa malattia v...