Il mito della nascita di Reggio Calabria voluta da Aschenez.

di Maria Lombardo


A Reggio tutti conoscono via  Aschenez, una delle strade principali della Città dello Stretto. Certamente non tutti sanno chi era Aschenez e perché una via di Reggio è a lui dedicata. Andiamo per gradi nella Genesi (10, 2-3) è presente un tale chiamato “Aschenaz”, figlio di Gomer, a sua volta figlio di Iafet, che è figlio del Noè biblico, il Noè dell’arca. Ed è proprio Aschenez che secondo il mito fondò la Città. Il mito in questo caso copre il vuoto di notizie storiche certe, siamo intorno al 2000 a. C., circa 800 anni prima della guerra di Troia non ci sono fonti su questa fondazione. Aschenez, parte dalla Terra Promessa con l’intento di ripopolare la terra dopo il diluvio. Voleva fondare una città, Aschenez consulta un indovino per avere responso e si recò a Delfi per consultare l’oracolo più importante della Grecia. Proprio Pizia con parole oscure disse al buon Aschenez: «Là dove l’Apsias, il più sacro dei fiumi, si getta nel mare, là dove, mentre sbarchi una femmina si unisce ad un maschio, là fonda una città; il dio ti concede la terra ausone». Si narra che alla testa di una flotta si mette alla ricerca  dell’Apsias e della donna che si unisce al maschio; l’Apsias è il Calopinace, fiumara che attraversa tuttora l’urbe reggina. Guardò con occhio attento la rigogliosa vegetazione del luogo ed a Pallantio vide la femmina ossia la vite avvinghiata al maschio l’ulivo: capì che quello era il luogo profetizzato; si apprestò dunque subito a fondare  Reggio. Si deve infine poi  ricordare che “la terra ausone” è ovviamente quella abitata dagli Ausoni, antichi abitanti della provincia di Reggio Calabria. La storiella è suffragata dal nome Calabria che deriva  della parola “Calabria”. “Chalav”  infatti, in ebraico, vuol dire latte, di cui era ed è abbondante la Calabria, e dunque da ciò viene “Calab”. La Calabria fu terra di varie culture non possiamo che essere la sintesi di tutto ciò.

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