Il quadro “i Madonna” della Consolazione di Reggio Calabria

di Maria Lombardo
Questi sono i giorni adatti per poterlo ammirare portato in processione per le vie di Reggio. Spettacolo suggestivo di un meraviglioso quadro! Il popolo reggino ha una devozione molto singolare per la loro Madonna della Consolazione, ogni giorno i fedeli salgono al Santuario dell’Eremo per farle visita nella gioia e nel dolore. Eh si questa sacra effige ha salvato più volte Reggio nei momenti più cruciali, peste, terremoti, carestie, invasioni, tumulti, guerre, malattie ragion per cui oggi è Patrona e Protettrice della città dello Stretto. Un quadro però che ha molto da dire alla storia, ancora dati alla mano si discute su l’epoca di realizzazione ed il pittore di questo piccolo quadretto dalle pennellate scure. Quel viso dolcissimo e teneramente materno della Vergine seduce ed incanta da sempre chiunque lo incontra, provocando emozioni indimenticabili. La Madonna siede su un trono con in braccio un bambino subito dopo, san Francesco d’Assisi che sorregge un libro e Sant’Antonio. Ma questa è la copia voluta da Diano. Purtroppo storicamente certa è l’antica posizione dell’effige si trovava nella cappelletta di Giovan Bernardo Mileto, il primo benefattore dei cappuccini, allorquando il vescovo Gerolamo Centelles li aveva invitati, nel 1532-33, a trasferirsi da Sant’Angelo di Valletuccio a Reggio Calabria, allo scopo di contribuire alla rinascita spirituale del clero e della popolazione, come viene evidenziato nelle opere, rispettivamente, di Tommaso Vitriolo (ed. 1840) e di Mons. Antonio Maria De Lorenzo (ed. 1885). Inoltre il Diano lo ottenne per poterne fare una copia. Si dice che Camillo Diano mise sue aggiunte! La bellissima effige quadro accusa cm 129,50 di larghezza e cm 135,00 di altezza, esclusa la cornice protettiva in ferro (con la cornice in ferro, infatti, esso misura cm 137,06 di larghezza e cm 143,00 di altezza). Ma ora cerchiamo di capire come questo culto approdò a Reggio, portato da una famiglia genovese che arrivarono a Reggio portandosi un quadretto . A custodire l’effige furono i monaci Terziari sulla collina Botte. Il quadro originario si perse per mano di Diano ma il culto si diffonde ugualmente. Già nel 1576 i Reggini avevano proclamato Maria della Consolazione patrona della città, nel 1752 se ne conferma solennemente il patrocinio. Il terremoto del 1908 distrugge la chiesa dell’Eremo e il convento che, subito dopo, vengono ricostruiti in maniera provvisoria. Solo nel 1965 viene inaugurato il nuovo santuario, fatto costruire da Mons. Giovanni Ferro. Ovviamente c’è una solenne festa che si svolge oggi, ma in tempi passati si praticavano i 7 sabati il flusso dei pellegrini aumentava e poi con 110 portatori condotta a spalle fino in Cattedrale. La città si veste a festa luminarie, bancarelle, tamburi e le palombelle ossia i fuochi pirotecnici che chiudono la festa. Il venerdì prima della festa era usanza ballare sul sagrato ed i fedeli vegliavano il quadro. La mattina di sabato, tutta la gran folla accompagnava Maria che lasciava il suo Eremo per raggiungere la città. Un’altra usanza particolare era la consegna della sacra Immagine, da parte dei cappuccini al clero reggino; questa avveniva alla fine della via Cardinale Portanova, alla presenza di un notaio che stipulava un vero e proprio atto di consegna. Tradizioni di Calabria che meraviglia!

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