Albidona ( CS) festa sant’Antonio e rito della “’ntinna”.


di Maria Lombardo



E’ difficile riassumere le bellezze di Albidonia sul Pollino. Un'antica leggenda vuole le origini del suo nome ispirate alla presenza in quel posto di un vulcano spento, chiamato Levidonia. Lungo le caratteristiche scalinate del centro storico è possibile godere di punti panoramici notevoli. Questa volta ci soffermeremo sulla festa di Sant’Antonio che nel borgo è molto suggestiva! La mattina si svolge la processione per le vie del paese, il simulacro del Santo la mattina presto viene collocata nella Chiesa di San Michele e venerata. Finita la processione viene portata sul sagrato della della Chiesa a lui dedicata, la  processione è molto semplice ed il paese non ha altarini ne arazzi. Non mancano le donazioni fatte dalle donne anziane che attendono fiduciose il loro Santo. Giunti in chiesa si svolge la vendita dei prodotti locali, si acquistano lautamente prodotti ed oggetti ed il ricavato verrà usato per la festa. Nel  pomeriggio si alza  la tradizionale ndinna (albero della cuccagna). Qualche giorno prima della festa, un abete viene trasportato dai boschi vicini per le vie principali del paese, accompagnato dal suggestivo suono di organetti, tamburelli e zampogne. Nella festa di sant'Antonio la ndinna viene innalzata in piazza Convento e si dà inizio all'ambita scalata dell'albero. E’ un’operazione veloce per via della tecnica d’elevazione, ben diversa da quella della pita di Alessandria del Carretto fatta con sistemi arcaici densi di fascino.Attenzione l’albero non viene mutato ogni anno ma si usa fin quando è possibile, i giovani arrivano la scalata è arduo l’uso prolungato lo rende perfettamente levigato creando ulteriori difficoltà di scalata. Mentre sul sagrato si balla e si beve un giovane arriva in alto e spoglia l’albero delle prebende. I doni appesi alla ntinna finiranno al vincitore quando, a fine festa, l’albero sarà sdraiato sulla strada rendendosi disponibile per l’anno che viene.

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