Per questo 4 novembre vi ricordo la storia di Antonio Pati di Amantea (CS) illustre dimenticato della Grande Guerra
di Maria Lombardo
Si distinse con valore in varie azioni pericolose durante la
Prima Guerra Mondiale. Andò in Etiopia e poi fu richiamato alle armi nel ’40.
Morì prigioniero degli inglesi nel ’44. Di lui restano tre medaglie e una tomba
ad Amantea, sulla costa tirrenica cosentina. Fu chiamato alle armi il 18
ottobre 1908, ma non svolse il servizio di leva perché si trovava all’estero,
per la precisione a Pittsbugh in
Pennsylvania. Tornò dagli Usa e, com’era d’uso all’epoca, comprò un terreno con
casetta in contrada Chiaje e quindi soddisfò gli obblighi di leva.Si
presentò con cinque anni di ritardo e partì col primo scaglione della classe
1913, il 9 gennaio. Fu arruolato nel 58° Reggimento fanteria dal
quale fu congedato al compimento del biennio di ferma il 9 gennaio 1915, dopo
aver tenuto «Buona condotta ed aver servito con fedeltà e onore».Ma da lì a
poco, l’8 maggio di quello stesso anno fu richiamato alle armi. Si presentò con
giustificato ritardo, il 28 maggio ed il giorno dopo fu incorporato
nel 142° Reggimento fanteria (la famigerata Brigata Catanzaro) e
dove, il 24 agosto, fu nominato caporale perché alfabetizzato, cosa rara per i
contadini a quei tempiIl 17 febbraio 1916 lasciò il fronte perché ammalato.
Tornò in guerra un mese dopo, il 23 marzo 1916, e il seguente 24 maggio fu
nominato caporal maggiore per meriti di guerra.Il 16 agosto 1916 rientrò a casa
perché ferito sul monte San Michele. Rientrò in territorio di guerra l’11
novembre 1916. Il primo febbraio 1917 passò nel 243° reggimento
fanteria dove, il primo maggio, fu nominato aiutante di battaglia.Durante
la campagna di guerra 1915-1918 fu decorato due volte con l’argento al valor
militare e una volta col bronzo con le seguenti motivazioni:1ª Medaglia
d’argento al V. M.: «Rimasta la compagnia senza ufficiale, ne assumeva il
comando e la portava risolutamente e con mirabile slancio alla conquista di
posizioni nemiche, incitando con l’esempio e la parola i propri dipendenti.
Bosco Malo, 24-25 maggio 1917».
(Bollettino Ufficiale per le ricompense al V. M., dispensa
n. 15 del 8.3.1918)
Medaglia di bronzo al V. M.: «Comandante di un plotone
seppe lodevolmente guidare i propri uomini all’assalto, sotto un violento fuoco
nemico, e condurre a termine con singolare adempimento i compiti affidatigli.
Vnsie, 1-9-agosto 1917».
(Bollettino Ufficiale per le ricompense al V. M., dispensa
n. 84 del 28.12.1918)
2ª Medaglia d’argento al V. M.: «Con attività e
coraggio mirabili esponendosi continuamente a grave pericolo, caduti tutti gli
ufficiali subalterni della compagnia, era di valido aiuto al proprio
comandante, dimostrando elette doti di fermezza e valore. Piave, 15-18 giugno
1918».
(Bollettino Ufficiale per le ricompense al V. M., dispensa
83 del 16.9.1919)
Fu messo in congedo l’8 ottobre 1919 col grado di
maresciallo. Finita la guerra e tornato a casa entrò nella locale formazione
dell’associazione Combattenti e Reduci e fu eletto tra i probiviri.
Partecipò alle lotte politica cittadine, soprattutto durante le elezioni
dell’ottobre 1920, sostenendo, ovviamente, la lista presentata dagli ex
combattenti.Dal 31 ottobre 1934, per effetto della legge n. 1144 del 27 giugno
1929 fu messo a disposizione della Mvsn (Milizia Volontaria per la
Sicurezza Nazionale) e come tale mobilitato il 7 aprile 1937 – epoca in cui si
diceva: «Osteria numero sette, in Italia ci stiamo stretti, allunghiamo lo
stivale, verso l’Africa Orientale» – e partì per l’Africa il 20 aprile
seguente. Fu ancora richiamato l’11 giugno 1940 per partecipare alle operazioni
della Seconda Guerra Mondiale, ma fu catturato dagli inglesi il 25 marzo 1941.
Morì in prigionia il 30 luglio 1944. Nessun addebito fu elevato a suo carico in
merito alle circostanze della sua cattura e al comportamento tenuto durante la
prigionia. I suoi resti, rientrati, oggi riposano nella cappella di
famiglia della figlia Iolanda, nel cimitero di Amantea.La Prima Guerra Mondiale
è stata combattuta e vinta da tanti Alfonso Pati, che hanno lasciato la
famiglia e gli affetti e messo a repentaglio più volte la propria vita.Queste
memorie non possono, non devono andare perse. Grazie a Ferruccio Policicchio
per avermi fatto conoscere questa memorabile storia che ho deciso di replicare
Fonti:
Archivio storico comunale Amantea, (Stato Civile);
Archivio di Stato Cosenza, ruoli matricola anno 1888,
matricola n. 18792;
Bollettini Ufficiali, Ministero della Guerra, per le
ricompense al Valor Militare;
A. Lorelli: Amantea nel XX secolo, Rubbettino, 2008,
pp. 60, 64, 86, 107.

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