LA LEGGENDA DELLA MISTERIOSA CROCE DI CORTALE (CZ).
di Maria Lombardo
Nelle scorse
stagioni vi ho parlato della bellissima croce di Cortale borgo del catanzarese.
Questa volta per dare un quadro completo del perché viene anche venerata vi
parlerò della leggenda sul suo ritrovamento. Gli anziani del paese sono
soliti raccontare una particolare storia che spiega la devozione alla Santa
Croce. Si narra che mentre alcuni contadini stavano arando i campi, i buoi, inciampavano
e s’inginocchiavano sempre al medesimo punto. Meravigliati e intenzionati a
rimuovere l’ostacolo, i contadini si diedero a scavare e rinvennero una pietra
scolpita con una strana forma di croce. Essendo quelli cittadini di Maida
(paese circonvicino a Cortale), portarono tale effigie in una chiesa del loro
paese, ma scomparve e fu ritrovata nuovamente in agro di Cortale. I maidesi,
sospettando che ciò fosse avvenuto ad opera dei cortalesi, si ripresero la
Croce facendola vigilare da uomini armati, ma ciò non bastò ed ancora una volta
il simulacro fu ritrovato a Cortale. Le genti dei due paesi, a questo punto, si
convinsero che per volontà Superiore tale Croce dovesse dimorare a Cortale,
dove tutt’ora è venerata e invocata soprattutto in occasione di temporali,
alluvioni, terremoti ed altri momenti difficili. Per questo motivo fu costruita una Chiesa dedicata alla Santa Croce e
ogni anno il 3 maggio ne ricorre la festa. Ogni anno, il 3 maggio, nella
parrocchia di San Giacomo a Cicala si venera la Santa Croce, per via di
un'antica devozione che i Cicalesi hanno verso la Santa Corce di Cortale. Negli
anni passati, alcuni Cicalesi, in occasine della festa della Santa Corce di
Cortale si recavano a piedi, in pellegrinaggio in questo paese, per pregare
davanti alla Santa Croce. Il 2-3 maggio le donne per grazia ricevuta o per adempiere a una
promessa offrono alla SantaCroce i "vuturejra": dolci con figure antropomorfe o a croce
bizantina. L' impasto è realizzato con farina e uova, una volta cotti vengono
spennellati con il "gileppe" (glassa di zucchero). Una
piccola curiosità che ci riporta alla mente la semplicità e l'ingegno dei
nostri avi è quella di vedere due piccoli fagioli neri, posti in questi dolci
per rappresentare gli occhi della persona.
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