Sapete che presso il Castello di Pizzo Calabro si aggirerebbe il fantasma di Murat?
di Maria Lombardo
C’è chi è pronto a metterci la mano sul fuoco: presso
il Castello
Aragonese di Pizzo Calabro, in
provincia di Vibo
Valentia, si aggirerebbe il fantasma di Gioacchino Murat,
generale francese, re di Napoli molto amato dal popolo, un po’ meno dal clero.
Di umili origini, figlio di locandieri, dopo una fulminante carriera militare
divenne il braccio destro di Napoleone. e da lì si rafforzò la sua parabola
ascendente.
Valoroso soldato, ambizioso uomo politico, regnante
caparbio, antesignano del Risorgimento. Joachim Murat-Jordy,
riuscì nel giro di pochi anni a divincolarsi dal suo destino di ecclesiastico e
a divenire, nel giro di pochi anni, uno degli uomini più potenti d’Europa.
Napoleone gli concesse di governare su Napoli durante il
periodo passato alla storia come il decennio francese. Ma un
accordo di alleanza con l’odiata Austria e l’abbandono del comando dell’armata
francese, impegnata sul fronte russo, gli causarono le antipatie dell’imperatore
francese che non accettò il suo aiuto, qualche anno più
tardi, per combattere contro gli eserciti dell’alleanza anti-napoleonica.
Murat tentò allora di riconquistare il Regno di Napoli, nel
frattempo finito nelle mani di Ferdinando I di Borbone, re di
Sicilia, ma la fortuna gli voltò le spalle: salpato da Ajaccio con 250 uomini
si ritrovò a Pizzo
Calabro, nel territorio del nemico, a causa del tradimento del capo
battaglione e con il suo manipolo di uomini decimato da
una tempesta.
Immediatamente riconosciuto, venne catturato e
imprigionato presso il Castello Aragonese e fucilato pochi
giorni dopo. «Non mirate al volto, ma al cuore. Fuoco!» Queste le sue
ultime parole che suscitarono, secondo le testimonianze, la commozione del plotone che
gli tolse la vita.
Dopo questo episodio le cronache si fanno confuse. Il
corpo dell’ex re di Napoli sarebbe sepolto nella navata centrale della Chiesa di San Giorgio del
Castello o forse nella fossa comune della città calabra. Qualcuno sostiene che
il corpo di Murat venne decapitato e la sua testa offerta al
re, ben felice di un dono macabro ma tranquillizzante, per lo scampato
pericolo. Di certo la morte violenta di Murat non venne
dimenticata presto e c’è chi sostiene che l’anima tormentata del militare e
regnante francese si aggiri ancora tra le mura del Castello che vide il
tramonto dei suoi sogni di rivalsa
Secondo alcune testimonianze, agghiaccianti strepiti di catene si
udirebbero nella chiesa dove è custodito il suo corpo, segno dell’irrequietezza
del Re che non si è voluto arrendere nemmeno di fronte alla morte. Apparizioni improvvise,
strane illuminazioni
della navata, voci spettrali: c’è chi è
pronto a giurare che lo spirito di Gioacchino Murat non abbia mai abbandonato
le mura del Castello e che si aggiri ancora in cerca di riconquistare il
proprio regno e la benevolenza di Napoleone Bonaparte
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