La lettera di Joe Petrosino ritrovata in Calabria, su un delitto compiuto a New York
di Maria Lombardo
Il ritrovamento della missiva, avvenuto ad oltre un secolo di distanza, lo si deve a Francesco Caravetta scrittore e antropologo di Cosenza. Una storia questa che ho deciso di raccontare nel mio blog!Nella città di New York, Stati Uniti d’America lì 18 aprile 1898 il nominato Arcangelo Olivieri del Comune di San Giacomo prov. Cosenza, uccise barbaramente Giovanni Ryan, contrattista con tre colpi di revolvere senza nessuna provocazione.La data che si legge sulla lettera è del 5 Maggio 1898. La firma, Giuseppe Petrosino. Giuseppe, Joe, Petrosino non è ancora famoso in Italia per le sue indagini sulla criminalità italiana in America. Probabilmente quella lettera, con quell’ossequiosa richiesta di avviare un’indagine su un italiano accusato a New York di omicidio, avrà fatto sbuffare qualche funzionario, che adesso avrebbe dovuto lavorare su un caso di cui non si sapeva nulla e per di più con carte che dovevano andare e venire da una parte all’altra dell’oceano. All’epoca, ed evidentemente anche negli anni successivi, quella lettera sarà sembrata poco più di una comunicazione che un poliziotto americano inviò a dei colleghi italiani.La sua straordinarietà sta invece nel fatto che è una delle rare note autografe rinvenute in Italia, nell’Archivio di Stato di Cosenza in Calabria, di quello che oggi viene giustamente ricordato come il pioniere nella lotta al crimine organizzato, quel poliziotto che, quando ancora la mafia non si chiamava così, provò a combatterla e della quale, il 19 marzo 1909 fu ucciso a Palermo, dove si era recato per condurre una delle sue indagini sui rapporti tra i mafiosi siciliani e calabresi con quelli emigrati negli Stati Uniti. Ma chi era Arcangelo Oliveri? Lo scopritore della lettera citato in calce afferma:”Le indagini partirono con oltre un mese di ritardo, nessuno si disturbò a rispondere a Petrosino. Passano diverse settimane prima che si riesca a capire che quel San Giacomo a cui si riferisce Petrosino è in realtà San Giacomo di Cerzeto. Arcangelo Olivieri, che a New York era conosciuto con il nome di Fiori, era ricercato dalla polizia per l’uccisione del suo datore di lavoro, John Ryan. Olivieri aveva reclamato il pagamento degli stipendi, pagamento che veniva continuamente rimandato. Un classico esempio di caporalato. Fu così che Olivieri decise di farsi giustizia da solo, uccidendo Ryan con tre colpi di rivoltella”. A quel tempo l'omicidio prevedeva la pena di morte ad Olivieri non rimase che imbarcarsi sulla prima nave disponibile diretta in Italia per sfuggire alla giustizia americana. Ci vorrà quasi un anno, era infatti il 15 Aprile 1899 quando i Carabinieri di Cassano fermano un uomo che corrisponde alla descrizione di Olivieri. Ed effettivamente viene identificato come l’omicida ricercato tanto in America quanto in Italia. I giudici decidono per la non estradizione. “L’accusa anche in Italia resta quella di omicidio volontario – continua Caravetta – però gli va bene lo stesso perché si decide di processarlo in patria. Tra diminuzioni di pena ed attenuati generiche viene condannato ad 8 anni e 4 mesi. Il 29 Dicembre 1899 la Suprema Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso dell’imputato e la sentenza diventa definitiva”. Non si posseggono notizie se Petrosino venne avvisato di quell' arresto! Tutto sommato la lettera di Petrosino possiamo considerarla una iniziativa personale, probabilmente per aggirare qualche intoppo burocratico. Questo sarebbe in linea con il suo modo di procedere.
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