Sapevate che il “cappello alla calabrese” piacque a Giuseppe Verdi tanto da farlo portare al protagonista della sua opera Ernani?
di Maria Lombardo
In questo blog vi ho parlato molto del “cappello alla calabrese”, vi ho
parlato che oltre al tributo di sangue
versato alla patria dagli innumerevoli martiri, la Calabria donò all’Unità
d’Italia anche un cappello. Un copricapo che divenne il simbolo della
sollevazione del popolo italiano contro le tirannie straniere. Nei salotti
liberali milanesi le donne presero a indossarlo in omaggio a quelle lontane
indomite contrade in lotta contro il Borbone. Vi ho già spiegato che dopo la rivolta di Reggio e Gerace, un ulteriore
ingente tributo vermiglio del popolo calabrese alla causa risorgimentale -
proprio per la ferocia con la quale l’esercito di Ferdinando II la represse -
accanendosi finanche con i cadaveri degli insorti, destò in tutta Italia
sentimenti di commozione e di sentita solidarietà, e l’orrore per le barbare
fucilazioni fu oggetto di ampie cronache in tutti i giornali liberali
dell’epoca.Il “cappello alla calabrese” divenne l’emblema della resistenza
all’oppressione e segno di riconoscimento tra i cospiratori di tutta la
Penisola. Tanto che la polizia Asburgica, quanto quella Borbonica, vietarono
rigorosamente portarlo, in quanto “segno distintivo di partito antipolitico”,
pena l’immediato arresto. Quel cappello piacque anche a Giuseppe Verdi che lo fece
portare al protagonista della sua opera “Ernani”! Hernani: un eroico bandito (che in realtà è un
nobile spagnolo), il quale combatte l’ingiustizia e la tirannide.Ma la cosa
ancora più singolare, e forse meno conosciuta ai più, è che uno dei tratti
distintivi più evidenti di uno dei più famosi ed apprezzati corpi dell’Esercito
Italiano, gli Alpini, fin dalla sua costituzione, 15 ottobre 1872, riprende il
“cappello alla calabrese” - o all’Ernani, ricordando l'opera verdiana - a
significare che il copricapo con la piuma, ritenuto “sovversivo” e bandito con
tanto di decreto dall’impero asburgico e dal regno borbonico, non è un mero
oggetto avente una semplice funzione d'abbigliamento o corredo per l'uniforme
ma, portato tuttora sulle teste dei nostri Alpini, a memoria dei martiri
calabresi e di tutti i caduti per la libertà del nostro Paese, è un simbolo
significativo per la nostra storia nazionale.
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