Garibaldi e quel discorso infuocato a piazza S. Caterina a Nicotera (VV)


 di Maria Lombardo

La colonna Medici dalla Sicilia sarebbe sbarcata presso Nicotera per decretare la definitiva espugnazione garibaldina della Calabria. A Nicotera  un certo fermento antiborbonico si era già manifestato nel 1848 nel quadro della insurrezione calabrese conclusasi tragicamente, come ci ricorda il Corso, con l’eccidio civile presso il Ponte delle Grazie, in data 27 giugno 1848, la notizia dell’avvenuto sbarco dei Mille sulle coste calabre non fece altro che aumentare il clima di eccitazione come si aspettava. Grande così fu la gioia, allorquando nella mattinata del 26 agosto 1860 – una domenica – la gente del posto scorse intorno alle dieci di mattina una nave a vapore che si avvicinava alla nostra Marina. Il Corso stesso ci fa rivivere questa scena scrivendo che “un grido di gioia eruppe allora da tutti gli astanti, i quali per diversi sentieri accorsero alla marina stessa per andare incontro ai giovani avventurosi dalla smagliante camicia rossa, piantando sulla spiaggia la bandiera sabauda”. Garibaldi col grosso delle truppe ed in compagnia di Bixio e di Turr, in quel momento, sopraggiungeva proveniente da Rosarno e preso mischiatosi col popolo e con i volontari sbarcati alla Marina, ascendeva a Nicotera superiore, dove, giunto in Piazza di Santa Caterina, così parlò dalla casa del sindaco Carlo Cipriani: “All’erezione di una grande edificio, qual è l’indipendenza d’Italia, ci vuole associazione di popolo, costanza di propositi, sacrificio di passioni. Tre sassolini formano la base, il quarto completa la piramide”. A notte avanzata il nostro, ricevette per messaggio del maresciallo Vial, accampato presso Pizzo Calabro, il Colonnello Bertolini e l’indomani mattina ripartì in direzione di Mileto e Monteleone dove sarebbe giunto all’imbrunire del 27 agosto. Con il decurionato sotto la presidenza di Carlo Cipriani 19 12 1870 piazza Santa Caterina diventa piazza Garibaldi la lapide affissa in piazza è del 1935 dettata dal preside Laureani.


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