L’Acrolito di Cirò Marina (KR): ma lo potete ammirare al Museo Archeologico di Reggio Calabria
di Maria Lombardo
L’acrolito era una statua greca o romana formata dalla
testa, le mani o le braccia e i piedi in pietra, marmo o avorio, mentre il
corpo era formato da una struttura di sostegno di materiale scadente, ricoperto
di tessuto, dove venivano attaccati le parti scolpite. Rinvenuta nel 1929
durante la prima campagna di scavi nell’area archeologica di Punta Alice,
l’Acrolito di Apollo Aleo è identificato con una testa in marmo bianco della
statua raffigurante il dio greco, qui protettore dei naviganti e dei mercanti
di mare. L’Acrolito si compone della testa quasi intatta, alta 41 centimetri e
con le orbite degli occhi vuote, dei piedi, e della mano sinistra frammentata.
La statua in marmo greco bianco, doveva essere alta poco più di due metri, e
rappresenta una delle poche rinvenute in tutta la Magna Grecia ad utilizzare la
tecnica acrolitica. Una tecnica che permetteva di rendere gli dei ellenici più
vicini alla realtà quanto a fisionomia, attributi e abbigliamento. Infatti le
parti scoperte del corpo, come la testa, le mani, i piedi e le braccia,
venivano prodotte in marmo o in pietra, e completate con materiali di legno, ma
anche gesso, stoppa, creta, muratura dipinta dalle altre parti del corpo che
quindi fungevano da semplici congiunture. Spesso le statue così ottenute
venivano ricoperte con abiti di stoffa, lamine metalliche o parrucche, per dare
maggiore sembianze umane agli dei ellenici. Oggi è conservato al Museo Archeologico di Reggio Calabria dove è
messa in risalto tutta la sua unicità. In effetti l’acrolito di Apollo Aleo,
sul cranio calvo, doveva portare una parrucca in bronzo laminato, forse coronata
di alloro. Le cavità orbitali erano in lamina bronzea utilizzata per rendere le
ciglia. Nella città di Krimisa si trovava il tempio dedicato al dio Apollo Aleo.
Secondo la leggenda, Filottete, famoso arciere di Tessaglia, rientrando da
Troia dopo la vittoria dei Greci contro i Troiani, arrivò a sud dell’Italia.
Qui errò a lungo e proprio nella zona dell’attuale Cirò Marina fondò la città
di Krimisa, consacrando un tempio al dio Apollo, chiamato Aleo. Questo nome
deriva dalla parola greca “alàomai” e significa errare, proprio come vagò
Filottete nell’Italia Meridionale per tanto tempo.
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