A Taverna ( CZ) ogni tre anni si svolge un rito suggestivo a “pigghjiata” del Venerdì Santo.
di Maria Lombardo
Questa tradizione nasce a Taverna nel 1700 per volere dell'Arciconfraternita del Santissimo
Sacramento – Santissimo Salvatore, con sede nella chiesa arcipretale di Santa Barbara.
Il rito “porta in scena” gli ultimi istanti della vita del Cristo.Il rituale ha
inizio con un cammino di fede celebrato nella chiesa Arcipretale di Santa
Barbara: la Pia pratica dei Venerdì di Quaresima. Centro di queste funzioni
liturgiche è la statua del Santissimo Crocifisso, scultura lignea appartenente
alla scuola di Frate Umile da Petralia, che viene venerata con preghiere e
particolarissimi canti detti “lamenti”. I “Grancasciari” annunciano l’inizio! Persone
di tutte le età che, con enormi tamburi costruiti in legno e pelli di capra, in
corteo per le strade del paese, suonano a ritmo lento e continuo per comunicare
la condanna a morte del Cristo. Si possono vedere due momenti la“cattura” un atto unico teatrale in cui viene
inscenato il momento dell'arresto di Gesù nell'orto degli Ulivi e prosegue per
le vie del paese in una sorta di via crucis che costituisce la seconda parte
della cerimonia che diventa prettamente religiosa.Taverna, in un clima di
commozione attende l'inizio della Pigghjiata. E' il momento della rievocazione
collettiva. Il battito dei tamburi è incessante, richiama la rappresentazione
sacra. In un orto scelto e allestito per l'occasione, viene inscenata la cattura
di Gesù nel Getsemani: è l'atto iniziale di una rappresentazione che si
protrarrà a più riprese nell'arco della giornata. Dopo i riti preparatori, la processione del
Venerdì Santo ha inizio. Dalla chiesa di Santa Barbara esce un lungo corteo di
statue e personaggi che si incamminano attraverso i vicoli e le strade del
paese in un lungo e tortuoso percorso. Tutti diventano protagonisti e spettatori;
È un corteo variegato, al cui interno si dispiegano diversi quadri
rappresentativi. I grancasciari aprono la strada, seguiti dalle statue del
Cristo all'orto, del Cristo alla colonna e dell'Ecce Homo; iconografia,
rispettivamente dei primi tre misteri dolorosi del rosario; a seguire, Giuda, con
una bandiera che simboleggia il lutto, apre al quarto mistero doloroso,
letteralmente inscenato da un figurante che porta la croce circondato dalle
guardie del tempio e dalla turba romana; quadro finale del corteo è
rappresentato dal Cristo Crocifisso e dalla Pietà che costituiscono l'ultimo
mistero doloroso. Il rito si conclude con le tre cadute che il Cristo compie
lungo il suo percorso e che secondo tradizione, coincidono con l'arrivo nelle
tre piazze principali del paese. L'ultima in particolare, viene eseguita
davanti la chiesa di Santa Barbara e coincide con la chiusura dell'intero
rituale.
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