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Sapete che era calabrese il sarto che vestiva Mina. Eugenio Carbone originario di Mendicino (Cs)

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di Maria Lombardo Un particolare della celebre cantante è che il suo stilista personale era calabrese il giovane sarto Eugenio Carbone .L'abito che mina indossava nel celebre duetto con Toto' negli anni 60 porta la sua firma. Il celebre sarto calabrese frequentava la casa romana di Mina. Mina provava i vestiti e Carbone verificava, correggeva, e definiva. Eugenio Carbone era originario di Mendicino ( Cs ) per 50 anni ha lavorato anche con le Sorelle Fontana e Renato Balestra! Da ragazzino Eugenio inizia a osservare come si fa a trasformare una gonna in un paio di calzoni. È tempo di restrizioni, è tempo tra  due guerre . Il superfluo è bandito, tutto va recuperato, trasformato e riutilizzato. Una tenda diventa un abito, una camicia si rattoppa all’infinito, passando da padre in figlio finché diventa un cencio. Il governo dice che si deve risparmiare su tutto, anche sui  bottoni .  Dai vent’anni Carbone comincia ad accarezzare l’idea di costruire u...

Continuiamo il nostro percorso lungo la Costa degli Dei, quando esisteva l’Acquapark di Zambrone ( VV)

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 di Maria Lombardo   Mentre il mondo cammina e cerca successo la nostra amata terra arretra distruggendo ciò che aveva fatto di buono per il suo avvenire e il suo successo. A Marinella di Zambrone sorgeva l'Aquapark, il primo parco acquatico del sud Italia. I lavori per la sua realizzazione iniziarono l'11 gennaio del 1989 e sette mesi dopo, il 13 agosto dello stesso anno, i suoi cancelli furono aperti per la prima volta al pubblico. Dal 1989 al 2006 l'Aquapark di Zambrone è stato uno dei parchi acquatici più grandi e conosciuti del meridione frequentato mediamente da 140.000 visitatori. I visitatori si distribuivano quasi equamente tra calabresi, siciliani e turisti residenti nelle strutture turistiche della costa degli Dei.Il Parco si trovava all'interno di un'ampia area di 80.000 m² prospicienti il mare di Zambrone (VV), con una vista panoramica sul promontorio di Tropea e sull'isola di Stromboli.Questo gioiello non solo aveva vivacizzato e attirato sulla Cos...

Per questo 4 novembre vi ricordo la storia di Antonio Pati di Amantea (CS) illustre dimenticato della Grande Guerra

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 di Maria Lombardo Si distinse con valore in varie azioni pericolose durante la Prima Guerra Mondiale. Andò in Etiopia e poi fu richiamato alle armi nel ’40. Morì prigioniero degli inglesi nel ’44. Di lui restano tre medaglie e una tomba ad Amantea, sulla costa tirrenica cosentina. Fu chiamato alle armi il 18 ottobre 1908, ma non svolse il servizio di leva perché si trovava all’estero, per la precisione   a Pittsbugh in Pennsylvania. Tornò dagli Usa e, com’era d’uso all’epoca, comprò un terreno con casetta in contrada Chiaje e quindi soddisfò gli obblighi di leva.Si presentò con cinque anni di ritardo e partì col primo scaglione della classe 1913, il 9 gennaio. Fu arruolato nel 58° Reggimento fanteria dal quale fu congedato al compimento del biennio di ferma il 9 gennaio 1915, dopo aver tenuto «Buona condotta ed aver servito con fedeltà e onore».Ma da lì a poco, l’8 maggio di quello stesso anno fu richiamato alle armi. Si presentò con giustificato ritardo, ...

Oggi pittafritta alla calabrese coni peperoni ricetta antica di Cetraro (CS)

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 di Maria Lombardo Un po’ di tempo fa vi avevo scritto la  ricetta della pittafritta alla calabrese , che altro non è che una specie di frittata ottenuta mescolando acqua, farina e sale, per poi friggere il tutto in padella proprio come una frittata e poi condita con del mosto cotto di fichi, oppure – volendola un po’ modernizzare – è buonissima anche con del tonno in scatola sulla superficie. A Cetraro (CS) –   –  la preparava non solo così –   ma anche con all’interno una farcitura fatta con gli immancabili peperoni calabresi. Un modo diverso di mangiare la pittafritta non solo in bianco o col mosto cotto di fichi.Ingredienti per 4 persone: 3 o 4 persone – 250 grammi di farina – acqua – olio di semi – sale.Lavate i peperoni e tagliateli a striscioline, privandoli di picciolo e semi. Nel frattempo, mettete l’olio di semi in padella e friggetevi i peperoni. A parte, preparate la classica pastella con acqua, farina e sale, tenendo a mente che la pastell...

Alessandria del Carretto ( CS) e la processione dei morti

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 di Maria Lombardo Ad Alessandria del Carretto, quasi ai confini tra Calabria e Basilicata, le leggende si confondono con la realtà, tramandandosi ancora oggi anche tra le giovani generazioni. Si dice che durante il periodo dei morti, gli alessandrini, soprattutto quelli che facevano parte di congreghe, presenti all’epoca ad Alessandria, erano soliti, vestiti con delle tuniche e dei cappucci, andare a piedi tutti insieme verso il Calvario.Questo era situato in una parte alta del paese e considerato da sempre un luogo sacro in quanto rappresentava il punto in cui è stato crocifisso Gesù. Mentre percorrevano il cammino, vestiti e incappucciati, suonavano una musica inquietante con corni e trombe, dando vita ad una vera e propria processione.Scopo della tradizione che si svolgeva nel giorno dei morti, era quello di richiamarli in vita tramite questa musica e riportare così l’energia positiva verso il paese, elemento che li avrebbe accompagnati per tutto l’anno fino alla seguente proce...

A NISCIUTA DI L'OTTU IORNA: dalle interviste fatte a mia nonna Maria

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 di Maria Lombardo       Oggi dopo il matrimonio e finito il ricevimento, gli sposi vanno solitamente a dormire in albergo e l'indomani partono per il classico viaggio di nozze. Non era così anticamente; ed addirittura fin verso la fine degli anni cinquanta del novecento, dopo la cerimonia in chiesa l'unico momento di svago era quello che si svolgeva nella sala di qualche circolo cittadino o spesso anche nella stessa casa dei genitori dello sposo.   Ma, diversamente da oggi, finita la festa gli sposi facevano subito ritorno nella propria casa; e da qui, tranne il marito ma solo per far fronte a qualche necessità, non uscivano per i primi otto giorni. La mattina successiva infatti arrivavano puntualmente le due suocere per dare “a bonlivata”, portare la colazione e sincerarsi che tutto fosse andato per il verso giusto! - Durante tutta la settimana poi, almeno così era dalle mie parti, “i sposini” aspettavano le visite di vicini e parenti che, a loro vol...

Funghi e Patate alla calabrese

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 di Maria Lombardo Ingredienti – 4 grosse patate – 500 gr di funghi porcini (potete usare anche un misto di funghi ) – 1 spicchio d’aglio – vino bianco – prezzemolo tritato – olio d’oliva – sale e pepe q.b. Procedimento Fatele bollire in abbondante acqua salate le patate per 2 minuti; scolatele. Pulite i funghi e tagliateli a fettine. In una padella versate l’iolio e lo spicchio di aglio e fate imbiondire. Toglietelo e versate nella padella i funghi sfumandoli con un sorso di vino bianco. Quando il vino sarà evaporato aggiungete le patate, precedentemente tagliate a rondelle rotonde, sottili. Insaporite con sale e pepe. Portate a fine cottura e aggiungete del prezzemolo tritato

La bevanda tipica di Lungro (CS): il mate

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 di Maria Lombardo l l mate bevanda tipica del sud America, si è sviluppata come un rito e resista ancora oggi a Lungro . Nella seconda metà del XVIII secolo, diversi abitanti di Lungro emigrarono in Argentina e iniziarono a bere il mate. Grazie allo stretto rapporto che i lungresi argentini mantennero con il loro paese d'origine, anche le famiglie rimaste in Calabria ben presto conobbero il mate ed iniziarono a consumarlo abitualmente in casa.  Questa tradizione ha creato un legame profondo tra il paese e lo stato sudamericano, dove è stata persino creata una linea di produzione di yerba mate che porta il nome di Lungro.  Il mate ha origine dall’infusione delle foglie di ilex paraguariensis, comunemente chiamata yerba mate. L’avreste mai detto che oggi si beve più mate in Calabria che in Argentina?   Ma in realtà non si tratta solo di bere, perché, come dicono loro, “ per noi il mate non è una bevanda, ma un rito, il riti matit e a Lungro si adotta da sempre tutto ...

"Le segnature:l'Arte antica di segnare o benedire, dei guaritori di campagna"

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 di Maria Lombardo La “Segnatura” viene praticata nella “magia” popolare dai “Guaritori di campagna, tramite dei segni e /o preghiere e gesti rituali che servono a scacciare il "male" dalla persona interessata. La “Segnatura” riguarda sia esseri umani che animali e viene eseguita per affezioni leggere o malattie non gravi, ma viene usata anche per problemi di natura più psichica; negli animali si segnano generalmente il malocchio, le verruche, si usa più o meno la stessa pratica usata per gli umani, ma senza formule.Nella pratica della “Segnatura” vengono recitate formule rivolte a Dio, a Gesù, a Maria fino a vari nomi di Santi, e varie preghiere cristiane vengono a volte recitate prima e dopo la “Segnatura”; la stessa guarigione viene attribuita dalla maggioranza dei segnatori alla fede in Dio o alla Provvidenza divina.La pratica della "Segnatura" è messa in rapporto anche alle fasi della Luna: in particolare se la Luna è calante, la "Segnatura" fa regre...

La Calabria diede alla storia grandi antifascisti ma fu la culla del neofascismo

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 di Maria Lombardo E’ una storia che mi fa fatto riflettere e vorrei che molti lo facessero in questi tempi: neri! Ci catalputiamo idealmente in   un processo particolare e bizzarro, che vanta almeno un record: fu il primo maxiprocesso calabrese del dopoguerra.Vi finirono in ottantotto alla sbarra. Non erano mafiosi né delinquenti. Ma solo fascisti, disposti a restare tali a tutti i costi. E qualcuno lo pagarono. Tutto inizia il 28 ottobre 1943 e in Calabria la guerra è – più o meno – finita. Se ci fosse ancora il fascismo, anche i calabresi celebrerebbero il ventennale della marcia su Roma. Il Calabria c’è chi non si dà per vinto, malgrado il Regime è capitolato. In quei mesi le riviste antifascista vengono devastate a Nicastro, la città viene tappezzata di volantini che inneggiano al Fascismo. AHIMè! I fascisti colpiscono con ordigni uffici e caserma dei carabinieri. Un biennio difficile per il lametino, si colpiscono scuole, municipio e la sezione del Pci di Nicastro. ...

ll culto dei morti e la "cucina du prigatoru"

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 di Maria Lombardo Un cibo tradizionalmente cucinato nei giorni della Commemorazione dei Morti sono i CECI, come anche altri semi di leguminose.Nell’antica Grecia, durante le Antesterie, feste che duravano 3 giorni a fine inverno in onore di Dioniso si riteneva che i defunti tornassero sulla terra, l’ultima giornata era dedicata alla “festa della Pentola”, in questa giornata si cuocevano grandi pentole di civaie (ceci, fave, fagioli e altri semi) dedicate a Dioniso e Ermes, che venivano poi esposte sugli altari e offerte alle anime dei morti affinché si rifocillassero prima di intraprendere il lungo viaggio di ritorno nell’aldilà. E, cosi anche i ceci come le fave divennero parte della tradizione culinaria Romana e poi cristiana, nel Giorno dei Morti ceci e fave lesse venivano distribuiti ai poveri o lasciati agli angoli delle strade perché tutti potessero attingervi. Piatti a base di ceci comparivano (e probabilmente ancora compaiono) quel giorno sulle tavole di molte regioni ital...

FUSILLI ALLA SILANA😋😋😋😋

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 di Maria Lombardo Ingredienti : 500 gr Pasta Tipo Fusilli, 80gr Prosciutto Crudo, 1 Spicchio Aglio, 200 gr Funghi Porcini Sott'olio, 400 gr Pomodori Pelati, Basilico, 1 Ciuffetto Prezzemolo, 1/3 Cucchiaino Peperoncino Rosso Piccante In Polvere, 60 gr Formaggio Pecorino Grattugiato, Sale In un tegame di coccio fate rosolare con l'olio il prosciutto tagliato in minuscoli dadini, i funghi tagliati a pezzetti (se secchi, li avrete già bene ammollati in acqua tiepida) e l'aglio che eliminerete appena dorato. Unite i pomodori privati dei semi e dell'acqua di vegetazione, il basilico spezzettato, il prezzemolo tritato, il peperoncino piccante in polvere e il sale. Fate cuocere a fuoco dolce e a tegame coperto. Lessate i fusilli, sgocciolateli al dente, versateli nel tegame con la salsa, rigirateli, tenendoli sul fuoco per qualche minuto e cospargeteli di formaggio pecorino prima di servire.

QUANDO I CITTADINI DI CROTONE PIANSERO LA MORTE DI TRE GIOVANI PILOTI INGLESI CHE AVEVANO BOMBARDATO LA CITTÀ FINO A POCHI GIORNI PRIMA

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 di Maria Lombardo  Il buio e la corsa nei portoni e negli scantinati. Era solo questione di minuti prima che iniziassero a piovere le bombe.Crotone era un obiettivo primario in Calabria durante la Seconda guerra mondiale. Fino a qualche anno prima, Crotone era solo un paesotto affacciato sullo Ionio, un po' più grande rispetto agli altri centri del Marchesato e dotato di un porto importante. Poi arrivarono le industrie chimiche. E, con l'inizio del conflitto, le industrie situate poco a nord del centro cittadino producevano una serie di componenti fondamentali per gli esplosivi ed in generale per l'industria bellica fascista. Gli angloamericano questo lo sapevano benissimo , e i bombardamenti sulla città pitagorica iniziarono già nel dicembre del 1940, per poi proseguire con regolarità durante tutto il 1941.Il mese di settembre, poi, fu particolarmente funesto. Un bombardamento nel primo giorno del mese uccise 14 operai della società Ammonia. Iniziò una fuga disperata dei ...

OMICIDI E SUICIDI TRA LE MURA DELLA CERTOSA DI SERRA SAN BRUNO: Gialli calabresi

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 di Maria Lombardo Grazie al Professor   Giuseppe Pisano apprendo questa storia accaduta nel 1975!Tra le mura di questo millenario monastero si sono anche verificati episodi tremendi come omicidi, suicidi... .Venne ritrovato impiccato all'interno della sua cella il priore Willibrando Penumburd. Difficile anche solo immaginare che addirittura un padre priore abbia potuto compiere un gesto così estremo contravvenendo ad uno dei più importanti precetti cristiani. Un giallo sicuramente che destò sospetto per come reagirono i confratelli! Un silenzio assordante e dopo quasi mezzo secolo, nessuno ne parlò più. Secondo la cronaca del tempo niente lasciava presagire quella fine, difatti padre Penumburd, di origine olandese, veniva descritto come un “religioso equilibrato”. Se facciamo un passo indietro nella storia siamo al 1840 ci fu l'assassinio di fra Arsenio Compain. Una fine davvero strana, macabra, fu quella dell'ultimo padre rimasto in certosa ad appena 4 anni dal ritorno a ...

Raffaele Corso, un precursore della moderna etno-antropologia e degli studi sul folklore. Da Nicotera (VV) al mondo

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 di Maria Lombardo Seduta a lezione di storia dell’ Etnografia alla corte del prof Francesco Faeta luminare nel suo campo appresi di Raffaele Corso, fu   il primo in Italia a insegnare etnografia… Nato a Nicotera il mio borgo sito nel Vibonese nel 1885. Deve essere definito un antenato totemico dell’attuale etno-antropologia italiana e in particolare degli studi sul folklore. Ingordo di conoscenza raccolse davvero molto! Benedetto Croce fu suo amico e lo stesso fu discepolo del grande antropologo siciliano Giuseppe Pitrè, dal quale apprese il rigore scientifico nello studio e nella raccolta di manufatti della cultura popolare e, alla morte del Pitré, gli fu addirittura proposto di succedergli nella cattedra di demopsicologia all’università di Palermo. Fu un africanista e in Italia approfondì lo studio del cerimoniale e del rito nuziale soffermando la sua attenzione al profondo valore rituale del dono che non poteva tradursi in un mero scambio di merci. Inoltre, Raffaele Corso ...

Coniglio alla calabrese.

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 di Maria Lombardo Ingredienti: Un coniglio intero Una cipolla e uno spicchio d'aglio 300/400 g. di pomodorini ciliegina Un po' di passata di pomodoro se la desiderate Olive nere Procedimento: Tagliare a pezzi il coniglio e lasciarlo per alcuni minuti con acqua e sale, così toglie un bel pò di sangue. Sciacquarlo per bene e lasciarlo per almeno mezz'ora in acqua e aceto, così va via l'odore particolare che ha. Dopodichè si rilava per bene. In un tegame mettere dell'olio e.v.o., la cipolla sminuzzata e lo spicchio d'aglio. Lasciare appasire per un pò e aggiungere i pezzi del coniglio. Fare rosolare, salare e pepare, aggiungere i pomodorini, la passata ed un bicchiere d'acqua. Coprire e lasciare cuocere a fuoco dolce per circa tre quarti d'ora. Quando il sughetto si è ristretto, unire le olive, far insaporire il tutto e servire.

I capperi di Calabria : assagiateli!

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 di Maria Lombardo Coltivato da secoli in questa terra generosa e aspra, il cappero calabrese non è solo un ingrediente: è un simbolo di tradizione, resistenza e autenticità. In Calabria, con le sue estati torride e le brezze marine, unito ai suoli poveri e rocciosi, conferisce ai capperi calabresi un sapore intenso, aromatico e leggermente piccante, ben diverso da quelli coltivati altrove E' il clima che fa la differenza!. I boccioli, raccolti a mano all'alba quando sono ancora chiusi e sodi, vengono lavorati con metodi antichi: salati a secco o conservati in aceto, senza l'uso di conservanti artificiali, per preservarne il carattere genuino e rustico. Ma non è solo il gusto a renderli speciali. È la loro versatilità in cucina: dai primi piatti ai secondi, dalle insalate alle conserve, i capperi calabresi sanno esaltare ogni pietanza con un tocco sapido, fresco e inconfondibile. Assaggiarlo significa fare un tuffo nel cuore autentico della cucina mediterranea, dove ogni b...

STORIE E LEGGENDE DI CALABRIA: FILOMENA E LA MADONNA

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 di Maria Lombardo Tutti a Santa Severina conoscono la leggenda della Madonna e di Filomena, donna molto laboriosa e di una religiosità che rasenta la follia. Ogni mattina, infatti, si recava a messa all’alba, lasciando solo nel letto il figlio di cinque anni. Un brutto giorno, però, il bambino, svegliatosi improvvisamente e vistosi solo, si turbò così tanto che, dopo aver fatto alcuni passi piangendo a dirotto, cadde nel pozzo che stava nel piccolo cortiletto antistante la casa.Al suo ritorno la donna non trovò più il figlio e, disperata lo cercò in ogni parte del paese, urlando ovunque il suo nome. La seguiva una turba di persone nel tentativo di confortarla, ma ella, lacerata, scarmigliata e fuori di sé, rientrò in casa solamente nel tardo pomeriggio dopo una ricerca infruttuosa e molto dolorosa. Qui iniziò a martoriarsi tutto il corpo come per punirsi della grave distrazione quando, all’improvviso, dopo aver perduto ogni speranza, udì una vocina che le diceva: “Mamma, vie...

Ajivi duci fritti nta padeja chi pipi (olive dolci fritte in padella con peperoni)

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 di Maria Lombardo Innanzitutto vorrei ringraziare la rete delle mie lettrici che mi inviano le ricette tipiche delle loro zone per far conoscere la Calabria al grande pubblico. Siete tantissime! Oggi dalla locride mi giunge una ricetta ottobrina. Autunno, Ottobre, tempo di olive. Alla cucina si adattano molto bene le olive dolci, sono di varie razze, ma il modo migliore per consumarle è friggerle  nella mia zona questa è una ricetta che non si fa.Per la ricetta occorre abbondante Olio Extra Vergine di Oliva, qualche spicchio d’Aglio, un Peperoncino spezzato e sale fino. Fate tutto ad occhio! Si friggono entrambi sani, dopo averli lavari e molto ben asciugati. Parliamo di frittura, in effetti si tratta di una soffrittura in olio abbondante e molto caldo, quasi che si trattasse di una frittura; in quest’olio si è fatto imbiondire molto moderatamente l’aglio appena schiacciato e il peperoncino in due pezzi per poterli recuperare a metà cottura. Si può procedere ad una frit...

La “pennulara”: l’oliva calabrese unica al mondo

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 di Maria Lombardo La Calabria è una terra ricca di storia, cultura e tradizioni, ma anche di prodotti agricoli di qualità.Tra questi, spicca l’oliva pennulara, una cultivar autoctona che cresce nell’alto crotonese, tra i comuni di Caccuri, Cerenzia, Castelsilano e Cotronei.La pennulara è una varietà antica, che risale al Medioevo, quando i monaci basiliani la introdussero nella zona. Il suo nome deriva dal portamento pendulo della pianta, che produce frutti allungati e neri a piena maturazione.La pennulara ha una duplice predisposizione: da olio e da pasto. L’olio che se ne ricava è uno dei componenti dell’Olio Extravergine di Oliva Alto Crotonese DOP, un prodotto di eccellenza che si distingue per il suo fruttato intenso, con sentori di carciofo ed erba sfalciata. Ma la pennulara non è solo buona, è anche salutare. Infatti, diversi studi scientifici hanno dimostrato che questa cultivar ha proprietà nutraceutiche, ovvero benefiche per la salute di chi la consuma. In particolare, l...

La città di Ercole': il semidio più famoso della mitologia fondò una provincia della Calabria, Crotone e provincia

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 di Maria Lombardo Le leggende narrano infatti che fu proprio Ercole, figlio di Zeus a creare la città calabrese di Crotone.Scelse la Calabria per fondare una città in onere di un amico da lui ucciso per errore.La bella città di Crotone, fatta di frastagliamenti rocciosi che si intervallano alle caratteristiche dune di argilla azzurra."Nell’età dei nipoti, questo sarà il luogo d’una città da chiamarsi Crotone".Ercole, tra una fatica e l'altra arrivò a Capo Lacinio in cerca di riposo, ospitato dall'eroe locale Crotone, genero di Lacinio, che a sua volta è fratello di Alcinoo, l'omerico re dei Feaci. La storia narra che la mandria di cui il semidio era incaricato di occuparsi fu rubata da un ladro; subito Ercole, insieme a Crotone, andò a stanarlo nel luogo dove abitava, ma nella seguente colluttazione oltre al ladro morì Crotone, ucciso proprio dal figlio di Zeus.Ercole pianse la morte del caro amico. Senza indugio, provvedette alla costruzione di un reale monument...

“ Alivi conzati” alla calabrese

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 di Maria Lombardo Quando, infatti, le olive sono pronte potete consumarle e condirle in vari modi diversi. Vediamo, quindi, insieme come procedere passo dopo passo. Ingredienti per la versione 1 q.b. di olive schiacciate 1 spicchio d’aglio q.b. di carote q.b. di sedano q.b. di origano q.b. di aceto di vino q.b. di olio extravergine d’oliva La prima cosa da fare per preparare le  olive cunzate  dovete partire dalle olive schiacciate. Prendete un barattolo di quelle che avete fatto! Aggiungete all’interno di un piatto o di un contenitore la quantità di olive che volete condire. Pelate ed affettate ora delle carote a rondelle. La quantità dipende dai vostri gusti. Dedicatevi ora al sedano, che dovrete lavare ed anche in questo caso ridurre in fette più o meno sottili. Anche in questo caso la quantità sarà a vostra discrezione, a seconda dei vostri gusti.Per ultimo aggiungete uno spicchio d’aglio. Potete las...

Mestieri scomparsi: U 'MBASTARU.

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 di Maria Lombardo Nel dialetto calabrese si usavano tutte e due i terrmini "a varda" o "u 'mbastu". Era un artigiano che si occupava esclusivamente della produzione di basti per le bestie da soma. La loro bottega era " nto catoiu", una stanzetta di modeste dimensioni tra una accozzaglia di basti rotti, paglia, pelle raggrinzita e tela, u ‘mbastaru era intento rattoppare, a riempire di paglia o incastrare e sagomare a forma di semicerchio il durissimo legno di faggio per i basti nuovi che uscivano dalle sue mani, veri e propri capolavori dell'artigianato locale, resistentissimi tanto che qualcuno anche se mal ridotto si vede ancora in un angolo abbandonato dei pagliai.      L'operazione era laboriosa e delicata, prima di tutto posizionava   i due “circhj” di ferro portanti, già precedentemente preparate dal fabbro di diverse misure visto che gli asini da bardare erano di corporatura diversa, incastrandoli sui due semicerchi di legno formava l...

Himmler con le S.S a Cosenza nel 1937 cercava il tesoro di Alarico.

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 di Maria Lombardo S.S significa   Schutzstaffel    letteralmente «squadre di protezione» ed erano paramilitari del Partito Nazionalsocialista Tedesco. Ma il significato esoterico di S.S era per gli adepti “Schwarze Sonne” cioè Sole Nero. Perché erano adoratori di un antico rito egizio risalente a Akhenaton e Nefertiti, l’altro sole, il sole nero, da cui nasce il monoteismo contro il politeismo. Il sole nero è la dualità, rappresenta il male contro il sole originario giallo che simboleggiava il bene. In questi antichi culti, che avevano dato origine con l’esodo di Mosè dall’Egitto alla religione ebraica monoteistica,   era contemplato l’uso di un dispositivo tecnologico avanzato detto “arca dell’ alleanza”.Ecco perché   Himmler ed alcune squadre di SS a Cosenza cercavano nel 1937 il tesoro di Alarico, non l’oro   del sacco di Roma.  Heinrich Luitpold Himmler  gerarca nazista, comandante della polizia e delle forze di sicurezza del Terzo Reich...

Trippiceddi di stocco alla ghiotta

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 di Maria Lombardo        Vi proponiamo la ricetta delle trippette di stoccafisso in umido, per cucinare un ingrediente insolito ma gustoso e che merita di non scomparire. Le trippette dette anche budelline di stoccafisso sono le frattaglie dello stoccafisso. Le trippette una volta cotte hanno una piacevole consistenza gelatinosa e un gusto simile allo stoccafisso ma più attenuato. Le budelline di stocco si trovano secche, e in questo caso vanno ammollate come lo stoccafisso per circa una settimana.   Ingredienti (dosi per 4 persone) 700 gr circa di trippette di stoccafisso già ammollate (circa 200 gr secche) una cipolla 400 gr di patate non farinose una lattina di polpa di pomodoro o di pelati schiacciati con la forchetta 2 carote piccole 2 gambi di sedano 1 spicchio d'aglio 3 cucchiai di olio d'oliva extra vergine un po' di basilico fresco peperoncino rosso piccante (opzionale) sale q.b 4 fette di pane casereccio    Preparazione   1. L...

"Frittuli ra Maronna” il rito del le più buone a Reggio Calabria per la festa della Madonna della Consolazione

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 di Maria Lombardo  Per i Reggini ma anche per i turisti che ancora sono nella nostra Regione non può mancare lo street food più amato di questo periodo: le frittole. Non si fermano dunque in queste ore   i cosiddetti “fruttulari” pronti a viziare i palati dei reggini con questa pietanza della tradizione realizzata con le parti meno nobili del maiale ovvero lingua, muso, orecchie, gamboni, pancia, coda, rognoni e le scorcitte.   Ma qual è il segreto della frittola di Reggio Calabria che la rende diversa da quelle presenti nelle altre province calabresi? Si usano le parti migliori del maiale e la preparazione comincia tre giorni prima. La cottura nelle caddare è lenta e questa pietanza è da sempre è simbolo di fratellanza e condivisione. Occhio queste sono le prime frittole dell’anno!  

Giorno 8 settembre festa della Madonna della Luce a San Pietro Magisano (CZ).

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 di Maria Lombardo  UN PO DI STORIA..... San Pietro intorno all'anno 1000 (1064) era parte di Taverna Vecchia o Montana, da cui dipendeva, come lo era Magisano e Vincolise e tanti altri paesi della presila. Ma aveva un privilegio. San pietro non era definito casale ma TERRA. Un gradino sotto la città. Ferrante Galas, autore sanpietrese nella sua "cronica di Taberna" scrive che gli abitanti di Taverna Montana vedono di notte  sulle montagne delle luci. Queste non erano altro che i fuochi accesi dai Monaci dell'abbazia di Peseca, poco lontano, che veneravano la Madonna di Costantinopoli. Vedendo però le luci chiamarono l'immagine, Madonna della Luce. La leggenda narra che nel 1600 fu trovata l'immagine in una valle presso San Pietro e fu portata in chiesa. La storia invece chiarisce la presenza della Madonna a San Pietro. Nel 1653 vengono chiusi diversi monasteri e abbazie e dati in commenda per la sola gestione economica dei beni posseduti. E anche il caso dell...

Sapete che la prima malata di Alzaheimer era calabrese?

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 di Maria Lombardo Per porter trovare notizie su questa donna di Nicastro Angela di 38 anni bisogna recarsi all'ospedale psichiatrico di Girifalco. Siamo nel 1904, Angela viene internata! Ma devono passare tre anni i l dottor Alois Alzheimer in Germania identifica la malattia su una sua paziente tedesca. La cartella clinica di Angela dichiara che la paziente era affetta da questa patologia.Una scoperta che è stata fatta dal centro regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, diretto dalla professoressa Amalia Cecilia Bruni, grazie al recupero di oltre 5mila cartelle, delle 16mila presenti nell’ex manicomio di Girifalco, tra le quali è stata individuata anche quella della donna di Nicastro, che presenta tutte le caratteristiche della malattia di Alzheimer. La notizia appare anche sulla prestigiosa rivista internazionale “Journal of Neurology”. Il lavoro dello staff diretto dalla professoressa Amalia Cecilia Bruni ha permesso infatti per la prima volta, prima che la stessa malattia v...