UNA STORIA DI AMORE E DI MORTE:MARCO BERARDI E GIUDITTA DI SAN SISTO

di Maria Lombardo 

Un episodio che mi ha interessato e molto emozionato è la triste vicenda di due giovani calabresi, Marco Berardi e Giuditta nella Calabria della gravissima dominazione spagnola.Quella spagnola è stata la peggiore delle dominazioni straniere che nel corso dei secoli si sono succedute in Italia e nel Sud. Siamo nel XVI secolo, un secolo drammatico anche per la presenza della Santa inquisizione cattolica che con feroce accanimento perseguiva gli eretici e per lo strapotere dei baroni che si impossessavano impuniti delle terre silane , cacciando la povera gente dai godimenti degli "usi civici". In questo contesto, un fenomeno a parte riguarda l'eresia religiosa dei Valdesi. Questi erano seguaci delle idee pauperistiche di Pietro Valdo, un mercante provenzale che , convertitosi, predicava il ritorno della Chiesa alla povertà evangelica; per queste idee furono dalla Chiesa perseguitati e costretti a scappare dalle valli dell'alto Piemonte e trovare rifugio in altri luoghi , tra cui nel territorio cosentino e crotonese. In questo clima si sviluppa la drammatica e straziante storia di due giovani: Marco Berardi e Giuditta, giovane di fede valdese.Pietro D'Ambrosio, politico e scrittore per diletto di Serra Pedace, non più fra di noi, nel suo bel libro "Brigantaggio-Pietro Monaco e Maria Oliverio, edizioni Brenner 2002, nella premessa al testo scrive che ad interessarlo del fenomeno del brigantaggio venne spinto dalla curiosità suscitata in lui dal fatto che" a Serra Pedace, dal 1901 al 1931, quella che prima era Via Vallone ed ora Via Roma, fu Corso Re Marco"."Questa denominazione, leggibile", dice sempre il D'Ambrosio, "scritta con vernice rossa allo spigolo della casa che fu dei Mollo, poi degli Adani e ora dei Rizzuti, gli ha fatto pensare che si trattasse di qualche illustre De Marco, cognome molto diffuso in quel paese e che quel "Re" fosse dovuto ad una manomissione". "quando però, per caso, mi capitò di leggere su alcuni certificati di nascita Corso Re Marco, ho voluto saperne di più e così mi sono imbattuto in una storia degna di essere conosciuta. Il sindaco protempore di Serra Pedace, avv. Cesare Roberti, nell'anno 1901, volle intitolare una delle vie principali ad un eroico mangonese, Marco Berardi, che , fuggito dalle prigioni vescovili, per evitare di essere arso vivo come eretico, per decisione della Santa Inquisizione, diventò il simbolo della lotta contro le angherie delle autorità spagnole, gli abusi dei baroni e le persecuzioni del santo Ufficio. La fuga e la grande avventura furono possibili per l'appoggio delle popolazioni dei Casali, ostili, per natura, alle ingiustizie e alle prepotenze".A sua volta il Valente nella sua scheda, dilungandosi efficacemente sulla storia, aggiunge "che il Berardi era nativo di San Sisto, poi San Sisto dei Valdesi, intorno al 1530 da genitori provenienti da Mangone. Il Berardi visse la sua infanzia e la sua giovinezza in mezzo ai Valdesi. Col tempo divenne un seguace della "setta" valdese fino a innamorarsi di una giovane valdese, di nome Giuditta. Quando i valdesi aderirono alla riforma Protestante, iniziarono più violente le persecuzioni contro queste popolazioni, da spingere il giovane Berardi a schierarsi in loro difesa. Con un buon numero di seguaci si rifugiò nei monti della Sila, dove non cessò di combattere Spagnoli , Baroni e Santa Inquisizione. Per le sue gesta venne presto soprannominato Re Marcone" o "Re dei boschi". Nella sua lotta riuscì a liberare i paesi presilani". Tuttavia il Vicereame spagnolo e la Chiesa,pur di ottenere la cattura del Berardi ricorsero a tutti i mezzi: taglie, scomuniche e tradimenti. Alla fine il Berardi decise che non vi fosse per lui e per la sua Giuditta alcuna speranza in una vita migliore e idearono insieme il progetto di togliersi la vita." In un mattino del 1564 alcuni gendarmi, in giro di perlustrazione nell'altopiano della Sila, scoprirono in un bosco presso Silvana Mansio, i corpi suicidi di Marco e Giuditta: erano teneramente abbracciati".( dal libro Viaggio tra storia,mito e cultura di G.Curcio)

 

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