Dalla tradizione natalizia Reggina : I petrali.
di Maria Lombardo
Ecco l’altro dolce famoso nel Reggino sotto
Natale, naturalmente come” i nacatuli” veniva offerto al fidanzamento.
L’origine etimologica del nome indicava "le offerte prenuziali"
portate al tempio dai genitori della promessa sposa. Effettivamente nell’antica
Grecia esisteva una festa ateniese detta protelia. Ebbene la tesi quindi è
suffragata abbondantemente. Inoltre vi era la gamélia, che cadeva nel mese di
gennaio, il mese delle nozze. Protélia: È questo il nome del giorno in cui i
genitori conducono alla dea sull'acropoli la fanciulla in procinto di sposarsi,
e compiono dei sacriflci . Chiaro che questi riti sono giunti fino a noi con la
scoperta di frutta votiva in terracotta, le raffigurazioni di dolci
antropomorfici che hanno per soggetto bambini, nonché la cerimonia misterica
del “corredo della sposa” nelle pìnakes locresi. Ecco che questi dolci
diventano il simbolo del Natale cristiano. Per la preparazione di questo dolce
serve: Per la sfoglia Farina: 1 kg zucchero: 300 g strutto: 250 g lievito per
dolci: 2 bustine uova: 4 latte: quanto basta bicchierini di anice: 2 buccia
grattugiata di un limone Per il ripieno: mandorle sgusciate: 500 g fichi
secchi: 1 kg gherigli di noci: 200 g uva passa: 200 g un pizzico di cannella in
polvere un pizzico di chiodi di garofano in polvere la buccia di un mandarino
tritata finemente miele: 600 g Per ornare: glassa bianca o al cioccolato, 1
busta di confettini colorati che sono stati aggiunti con la modernità. Iniziamo
a spiegare come si preparano per prima cosa si sguscia e si pela la frutta
secca che poi va unita tutta insieme. Tra la frutta secca vanno uniti i fichi
secchi tagliati piccolissimi e tutto va amalgamato con 5 cucchiai di miele,
subito dopo si tuffano gli odori chiodi di garofano, cannella e buccia o di
arancia o mandarino e poi sul fuoco per pochi minuti per agevolare l’amalgamare
della frutta secca col miele.Lentamente, e poco alla volta, alternando,
aggiungete al composto un po di caffè, e di mosto cotto. Levatela dal fuoco,
versandola in una terrina capiente e spruzzandovi dentro una dosa abbondante di
liquore di anice. Coprite con un coperchio e lasciate riposare (preferibilmente
per almeno un giorno). Mentre la farcia riposa si può preparare la pasta di
copertura. Attenzione è una frolla! Fate un cerchio con la farina e nel foro
centrale dovete aver cura di versare tutti gli ingredienti a partire dallo
zucchero, poi dalle uova, e poi tutto il resto. Mescolate bene e poi
rapidaιrιente unitevi la farina lavorando il tutto molto delicatamente fino ad
ottenere una pasta liscia e compatta. Fatene una specie di palla. lntanto
scaldate il forno a 200 gradi. A questo punto si possono dare diverse forme.
Col mattarello stendete delle fogliette piuttosto sottili quindi tagliate dei
quadrati; con un cucchiaio prendete un po' del ripieno e sistemate su una metà,
piegate l'altra metà del quadrato fino a coprire completamente il ripieno e
così fino all'esaurimento degli ingredienti. Sistemateli su una teglia unta o
coperta di carta da forno, infornate e fate cuocere fino a che non abbiano
preso un buon colore dorato in superficie. Toglieteli dal forno e guarnite i
petrali o con confettini colorati o con la glassa. Vale la pena assaggiarli!
Commenti
Posta un commento
Dimmi cosa ne pensi!