Resti di una Villa Romana a Comerconi frazione di Nicotera (VV)
di Maria Lombardo
Che
Comerconi, oggi piccolo borgo agreste posizionato sulle pendici del Poro abbia
origini antiche è cosa ben nota. Ma che le sue origini oscillano tra il periodo
Greco o Romano è da convalidare. E' vero che sono stati compiuti scavi che
hanno fatto rinvenire dei resti di una villa Romana. Nel 1832 si cominciò a
parlare e poi a mettere in pratica una campagna di scavi voluta dal Conte
Capialbi, amico e ospite del conte Monteleonese fu Theodor Mommsen, a cui fece
visitare Nicotera e gli fece allacciare amicizia con Diego Corso medico ma
anche noto archeologo Nicoterese. Gli scavi nell'agro comerconese portarono a
galla in località Chiesola un antico sigillo bronzeo che fu poi trafugato
perdendone le tracce. Il Lenormant scrisse in un numero delle Memorie del
Deutsches Archäologisches Institut di Roma del rinvenimento a Comerconi di un
antico sigillo in bronzo; mentre alla fine di quello stesso secolo, un
contadino che arava il suo podere trovò monete bronzee e contattò Diego Corso,
che pur essendo un medico, per la sua speciale passione per le antichità, era
stato nominato Real Ispettore degli scavi e monumenti di antichità per il
territorio di Nicotera. L’annuncio del rinvenimento e del suo accidentale
scopritore fu poi riportato nelle Notizie degli scavi della Reale Accademia dei
Lincei, pubblicate nel 1882. Da quella data gli scavi su Comerconi si bloccano!
E bisognerà attendere gli anni '60 del '900 per poter rivedere una equipè di
scavo sul posto. La Villa citata nel titolo venne rinvenuta solo allora. Uno
spettacolo della natura marmi policromi e mattoni crudi su cui erano impresse
forme di mani e piedi. Era inconfonbile la datazione proprio di età Imperiale!
E se nel 1972 nella rivista Studi meridionali si scrive del ritrovamento alla
Chiesola pure di un piccolo frammento di vaso; nel 1978 un nuov o scavo portò alla luce un vano di un edificio con intonaci dipinti ad imitazione di lastre marmoree, mentre nei paraggi affiorarono monconi di muri in mattoni, presumibilmente relativi agli altri vani dello stabile, e un filare di conci. Inoltre altre bellissime scoperte permisero di appurare che in questa zone ricca di ville rustiche ossia delle fattorie rinvenuti ceramiche decorate, laterizi di vario genere ed una moneta di bronzo con l’effige di Gneo Cornelio Lentulo, risalente probabilmente al I sec. a.C. (Cornelio Lentulo fu console nel 97 a.C.). E soprattutto si rinvennero i segni di una preesistente presenza greca – si ritiene dal V sec. a. C. fino all’età ellenistica – testimoniata dalla presenza di numerosi frammenti di vernice nera. Gli studi procedono per alcuni anni sul territorio e solo nel 1988 Alfonso de Franciscis, occupandosi di una villa di Gioiosa Ionica, ipotizzò che la villa scoperta alla Chiesola di Comerconi costituisse in realtà uno dei modelli ricorrenti di villa romana in Calabria. Si decretò che la villa di Comerconi e Gioiosa erano uguali sia nei materiali che nella storia. Divennero col tempo aziende agricole e silvifiche. Lo storico Solano nel mentre racconta della sparizione di un sigillo con scritta Laroni ipotizza che, qui sorgeva una fabbrica di laterizi di Quinto Laronio, comandante al servizio di Marco Agrippa nella guerra civile contro Pompeo; Questi meravigliosi reperti oggi sono conservati al Museo della Magna Grecia. Il territorio Nicoterese va valorizzato a dovere!
si ma tutto inutile anzi diversivo se la calabria resta in mano alla ndrangheta e industria della santita non sono fuori tema i romani per primi asservirono la calabria sempre tale rimasta leggete come il LENRMANT descrive pizzo e monteloone quando vi capitò il passato non salva il presente
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