Focare Decembrine: riti natalizi calabresi.
di Maria Lombardo
Una cosa è sicura questo
rito molto antico di accendere i fuochi la sera di ogni vigilia comandata si
sta davvero perdendo in molti centri di Calabria. Il progresso ormai ed un
diverso galateo ci impone che i festeggiamenti per la Vigilia dell’Immacolata per
la Vigilia di Natale e di Capodanno avvengano in casa a tavola coi parenti. Un
tempo non era così, specie nei centri collinari e montani! Il rito “partiva”
con la ricerca della legna già dalla mattina, in tarda serata poi si accendeva
la grande focara in una strada designata o nella piazza del paese. Ed ecco il
grande falò scoppiettare ed accogliere la gente che si ritrovano per raccontare
le loro storie, per divertirsi, davanti ad un “caldo grande camino” di tutto il
paese. Ma ora vediamo un po’ dove resiste questa tradizione in Calabria.Si svolgono un pò ovunque (in alcune zone del
cosentino vengono chiamate Carcare); nel Reggino Ionico Luminare nel
Catanzarese Fhocare. La fòcara del 24 dicembre, come vuole la tradizione
popolare, ha origine dalla credenza religiosa che alla fiamma del falo', nella
notte di Natale la Madonna arrivi ad asciugare i panni del Bambino e a
riscaldare il Piccino nato nella “grotta al freddo e al gelo”. Il
manifestarsi di tali iniziative nei giorni di vigilia conferma il concetto del
predisporsi ad un significativo evento.Ovunque il falo' viene acceso
nella piazza principale del paese e raccoglie i cittadini in vari crocchi a confabulare
delle vicende paesaneDi particolare rilievo è stato in passato il falò di San
Giovanni in Fiore con oltre 20 accensioni di quartiere con un concorso gestito
da apposita commissione e giuria.In alcuni centri poi la Fhocara non è solo un
modo per riunirsi a parlare ma per mangiare “sazizzza arrùstuta”bere vino nuovo
e mangiare castagne calde.Riti antichi che vanno preservati.
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