La notte di San Silvestro come la festeggiavano nel mondo agro-pastorale calabrese.



di Maria Lombardo



La Vigilia di Capodanno di un tempo non era proprio come la festeggiamo oggi. La tradizione non prevedeva sontuosi banchetti come facciamo ora, il menù prevedeva un solo piatto di lenticchie con o senza carne.  Si favorivano inoltre le occasioni d’incontro intorno alle “fhocare”. Inutile dire che quest’occasione ha origini antichissime gli uomini preistorici per esempio il momento del cambio dell’anno, era un avvenimento importante, segnalato da monumenti quali i megaliti. Nel mondo agro-pastorale calabrese usanza giunta fino a noi si sceglieva la carne di maiale  è sicuramente tra le più nutrienti, proprio per questo, mangiare lo zampone e il cotechino a capodanno promette un anno ricco e fortunato. La tradizione vuole, poi, che si consumino cereali simbolo di ricchezza, abbondanza e prosperità. Già i Romani pensavano che la lenticchia, simboleggiava l’abbondanza, il denaro. Ogni lenticchia è una moneta, quindi più ne mangeremo e più soldi avremo. Nemmeno l’Uva doveva mancare e la frutta secca simbolo di prosperità, da noi ne bastano sette: noci, nocciole, arachidi, zibibbo, mandorle, fichi, datteri. Il brindisi non mancava si faceva con vino frizzante, stappato a mezzanotte esatta, deve necessariamente fare il “botto”: questo rumore, come quello dei tradizionali “spari”, servirebbe a scacciare il malocchio. Ed è anche nel fare o non fare determinate azioni il primo dell’anno che risiede, secondo alcune tradizioni, il futuro più o meno prospero dei successivi dodici mesi. Come in tutti i rituali, spesso legati ai quattro elementi fondamentali, anche a Capodanno il fuoco è simbolo della luce del sole, portatrice di energia e salute, per questo nella notte di San Silvestro ricorre l’usanza di accenderne. Per sapere cosa il nuovo anno porterà in famiglia, in alcune zone della Calabria c’era la bizzarra usanza di far cadere una grossa pietra sul pavimento della cucina: se non procurava alcun danno, allora l’anno nuovo sarebbe stato un buon anno. Se scheggiava le mattonelle, prediceva accadimenti sfortunati. Inoltre  vige la pericolosa tradizione di disfarsi degli oggetti vecchi e inutili, lanciandoli dal balcone di casa. Anche questo gesto simbolico significa disfarsi dei brutti ricordi.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le paste Gioiosane un dolce tipico di Gioiosa Jonica: venite a gustarle in Calabria!

Polpettone di Melanzane, tanto buono e super facile da preparare

Sapete che il tesoro “du briganti Musulinu” è stato trovato nelle Grotte di Tremusa a Scilla (RC).