Nocera Terinese (CZ): sabato santo tra processione dell’Addolorata e “Vattienti”.
di Maria Lombardo
Fin da tempi immemorabili a Nocera Terinese si
praticheranno riti della Settimana Santa molto particolari. Tutto il sabato santo con la solenne
Processione dell’Addolorata ed il concomitante rito di sangue dei Vattienti. I vattienti
però iniziano a farsi vedere già la sera del Venerdì Santo! Come si ricorderà,
il “Rito dei Vattienti” di Nocera Terinese, già inserito nel Registro regionale
delle buone pratiche delle “Passioni di Cristo in Europa”, si avvia ad essere
candidato dalla Regione Calabria, di concerto con il Ministero dei Beni
Culturali, a diventare “patrimonio mondiale dell’umanità”. I Vattienti
sono uomini che adempiono la loro devozione flaggellandosi pubblicamente ed
unirsi spiritualmente e sensibilmente a Cristo nelle sofferenze che
precedettero la sua Crocifissione.Per una maggiore comprensione osserviamo
dettagliatamente come si svolge il rito. Mentre per le strade del paese è in
corso la Processione della Madonna Addolorata, opera di pregevole scuola
napoletana del secolo XVI, alcune persone, che intendono battersi, si allontanano
dalla processione. Ed ecco che segue il rito della vestizione si avvolgono il
capo con un drappo nero detto “mannile”, antico copricapo usato dalle donne
maritate noceresi, indossano una maglietta ed un paio di pantaloni corti neri.
Il Vattiente si cinge il capo con una corona di spine fatta di “sparacogna”,
asparago selvatico, che cresce spontaneo nei luoghi ombrosi delle campagne
noceresi. Al Vattiente si aggiunge un altro personaggio, che lo accompagnerà
lungo tutto il suo pellegrinaggio: l’Acciomu, ossia l’Ecce Homo che indossa un
lungo drappo rosso; porta una croce, avvolta con un panno rosso, che egli
stringe tra le braccia; è scalzo, come il Vattiente, ed il suo capo è
coronato con la “spina santa” , dai rami lunghi ed aculei. Dopo aver “arrosato”, come si suole dire in gergo, le
cosce e i polpacci con le mani e poi con la “rosa”, un disco di sughero, il
Vattiente inizia a battersi con il “cardu”, altro disco di sughero su cui sono
infissi tredici acuminati pezzetti di vetro, detti “lanze”. A questo punto
inizia la corsa verso Chiese ed edicole di santi passando presso case di malati
ed amici. Quando incontra la statua della Madonna Addolorata, si genuflettono davanti ad essa, fanno il
segno della croce, si percuotono e versa il suo sangue ai piedi della Vergine e
termina dando un bacio alla sacra effige, in segno di devozione. Completano il giro, ritornano nei locali
della preparazione, si detergono le ferite con un infuso di acqua e rosmarino e
si unisce al corteo dei fedeli. La manifestazione più importante si
svolge il Sabato Santo: un toccante gruppo ligneo della Pietà raccoglie la
devozione dei fedeli durante una lunga e lenta processione che si snoda per
tutto il giorno attraverso le vie e i vicoli del paese. All' improvviso, mentre
la banda diffonde marce funebri scelte e le donne cantano meste nenie
dialettali, si propaga un brusio e la folla con rapida frequenza si volta verso
una croce coperta da nastri rossi svolazzanti che attrae l'attenzione. Ed ecco
apparire un vattente o flagellante, un Ecce Homo e un portatore di vino. I
primi, seminudi, con abiti rituali, portano una corona di spine.I tre avanzano di corsa fino al cospetto
della Pietà i "fratelli portantini" fermano la statua, il flagellante
si fa il segno della croce e si genuflette; poi con trasporto si
"batte" i polpacci delle gambe e delle cosce mentre il terzo amico
versa vino rinfrescante sulle ferite.
Finita la flagellazione l' uomo segna col sangue il petto nudo dell' Ecce Homo
e bacia la Pietà; poi il trio si allontana verso altri posti.Dovunque restano i segni del liquido vitale e l'odore di questo misto ad un
forte tanfo di vino; penseranno il tempo e la pioggia a ripulirli.Concluso il giro, dopo circa un' ora, i tre amici rientrano nel magazzino da
cui sono usciti. Mediante ripetuti impacchi con infuso di rosmarino, bloccano
la fuoriuscita del sangue (resteranno visibili le crosticine di sangue
coagulato e poi le cicatrici) e, dopo essersi ripuliti e avere indossano abiti
festivi, raggiungono la processione; alcuni ritornano a portare la pesante
statua, al loro posto di "fratelli" che avevano lasciato
temporaneamente vacante.
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