Quel politico double-face di Maurizio Gasparri dal comizio in terra di Calabria al pranzo col boss e l’interpellanza a favore della Staropoli.
di Maria Lombardo
A Vibo Valentia era tutto pronto per accogliere l'allora deputato di An. Per
un imprevisto il programma saltò ma l'antimafia di Catanzaro l'ha ricostruito.
Ed ecco che Maurizio Gasparri politico double-face, tutta la mia stima va a
Gratteri per aver coniato il termine a Vibo Valentia la scorsa settimana, si è
prestato in questa campagna elettorale a strapparsi le vesti per Lia Staropoli
ma chiedendo il consenso elettorale al defunto boss “Vetrinetta” quando si
trattava di riportare Berlusconi al governo. A Limbadi, piccolo centro della
provincia di Vibo Valentia, sembra che tutto fosse pronto per accogliere il
deputato. Il deputato che avrebbe dovuto sedere a quel desco era Maurizio
Gasparri, oggi ras degli uomini di An in Calabria. Il racconto è agli atti
dell’operazione Minosse 2, condotta tra il 2000 e il 2003 dai Carabinieri di
Vibo Valentia e coordinata dalla Dda di Catanzaro. Si conoscono tutti i
dettagli di quella giornata guai a smentire ed il deputato forzista era a caccia
di voti per Berlusconi. Ad essere intercettato è Giuseppe Corsaro fedele a zio
Luni:“Domani mattina devo andare a prendere a Gasparro a Vibo che deve fare il
comizio alle 11:00, mi ha mandato zio Luni, e allo zio Luni non posso dirgli di
no, chiaro!”. Il giovane non sa che nella sua Renault Clio, i Carabinieri hanno
piazzato da tempo una cimice che offrirà numerosi elementi utili alle indagini.
Giuseppe parla con la fidanzata ignaro: “Io lo devo andare a prendere alle
09:00 e portarlo a Limbadi, poi mangia a casa di zio Luni, e lo accompagna zio
Luni poi… che zio Luni deve andare a Gioia, altrimenti sarebbe andato lui
personalmente a prenderlo a Vibo…”. Gasparri è il capolista di An nella
circoscrizione che abbraccia tutto il territorio regionale e risulterà l’unico
eletto per il suo partito nel proporzionale. I colloqui intercettati nell’auto
di Corsaro, un voluminoso materiale che i Carabinieri si spingono a definire
“confessioni”, spiegano come in quei giorni la cosca si stesse adoperando per
far votare Gasparri: “Già è tutto programmato,
già stanno preparando i voti e tutto!..” dice Peppe, un amico del ‘picciotto’,
che aggiunge “Vi parate… giusto quanto parli… finisce di parlare… adesso te ne
puoi andare”. Una frase che secondo i militari dell’Arma “è diretta alla
personalità politica e che il comizio è solo una copertura per gli eventuali
voti che saranno destinati al candidato in discussione”. “Tanto lo sappiamo chi
sale già” chiosa Giuseppe Corsaro, sempre al volante della sua Clio. Il giorno
dopo il Boss Vetrinetta viene seguito e salta l’affare di Gioia Tauro poiché fugge.
Gasparri, invece, quel giorno a Vibo c’era davvero, anche se le sue iniziative
elettorali pubbliche previste erano a Crotone. Praticamente, a due ore e mezza
di macchina. “ Gli accertamenti hanno consentito di accertare che:
effettivamente l’onorevole Maurizio Gasparri il 22.04.2001 alloggiava presso
l’Hotel 501 di questa città; aveva impegni elettorali a Crotone; Giuseppe
Corsaro non si è portato in Vibo Valentia per l’intera giornata” si legge nelle
relazioni dell’Arma. Quel giorno, a quanto pare, il comizio non ci fu e,
probabilmente, neppure il pranzo a casa del boss. Pantaleone Mancuso, inoltre,
interrogato sul presunto appoggio elettorale a Gasparri, ha detto di non
essersi mai occupato di politica in vita sua. Ma nella stessa deposizione ha
pure negato di essere un mafioso. Uno capace di “ condizionare le scelte
amministrative di Comuni di loro interesse” di “avvicinare Giudici, al fine di
‘aggiustare’ processi, e rappresentanti della Forze dell’Ordine al fine di
ottenere benefici di vario tipo” di stringere “rapporti con personaggi che
apparterrebbero a ‘logge massoniche’ si legge nelle carte dell’operazione
“Dinasty 2-do ut des”. Quel che è certo, è che Alleanza Nazionale nella
provincia di Vibo incassò due punti percentuali in più di quanto raccolto nelle
altre province della Calabria. Ed è certo pure il fatto che Corsaro per i
Carabinieri “ è credibile”. “Non si dimentichi – scrivono i militari – che le
‘confessioni’ del Corsaro si innestano in un contesto ben più ampio, grazie
alle quali sono stati sequestrati, nell’ambito dell’operazione Minosse consistenti
partite di droga. La sua attendibilità è stata provata”. Ed allora io mi chiedo
rivolgendomi alla Staropoli perché chiedere a questi fumosi personaggi di
prestarsi a sanare le sue magagne che non sono di certo legate a fatti di n’drangheta,
la “pasionaria” delle divise accusa gente modesta e non la cosca. Gente che
nulla ha da spartire con la n’drina se non vivere nello stesso paese mentre i
politici che lei interpella chissà… vedremo!
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