Giuseppe Zangara, l'anarchico calabrese che voleva uccidere Roosevelt


 di Maria Lombardo 


Giuseppe Zangara era un muratore nato a Ferruzzano (RC) il 7 settembre 1900 ed emigrato negli Stati Uniti.La mattina del 15 febbraio 1933, al Bayfront Park di Miami sparò cinque colpi all'indirizzo del capo della Casa Bianca. I cinque proiettili sparati dalla sua semiautomatica a buon mercato hanno mancato il presidente Roosevelt, che se l'è cavata solo con un grande spavento, ma sono andati comunque a segno, uccidendo il sindaco di Chigaco, Anton "Tony" Cermak, che faceva parte del drappello presidenziale e ferendo altre quattro persone. Prontamente intercettato ed arrestato venne giudicato colpevole nel corso di un processo lampo e quasi subito giustiziato: il 20 marzo, poco più di un mese dopo l'attentato, si è ritrovato faccia a faccia con il boia sulla sedia elettrica del penitenziario di Raiford. Zangara diede esempio di coraggio estremo pronunciando davanti alla morte le parole:

« Mi date la sedia elettrica. Io non ho paura di quella sedia! Voi siete dei capitalisti. Anche voi siete dei criminali. Mettetemi sulla sedia elettrica. Non mi importa! Andate al diavolo, figli di puttana ... Mi ci siedo da solo ... Viva Italia! Addio alla gente povera ovunque! ... Vili capitalisti! Niente foto! Capitalisti! Nessuno qui che mi faccia una foto. Tutti i capitalisti sono una banda di vili criminali. Avanti. Schiacciate il bottone! ». Solo in periodo recente, nel 1999 si è sviluppata una nuova teoria!Secondo cui Zangara non intendesse assassinare Roosevelt. L'italiano sarebbe stato un sicario ingaggiato da Frank Nitti, il capo dell'organizzazione criminosa nota come Chicago Outfit, proprio per eliminare Cermak, che era appunto il sindaco di Chicago. Alcuni ricercatori hanno appoggiato questa teoria e si è supposto che l'omicidio di Cermak potesse essere conseguenza di un tentativo di omicidio ai danni dello stesso Frank Nitti, fallito circa tre mesi prima, dietro al quale potrebbe esserci stato Cermak.Chi appoggia l'ipotesi mafiosa fa riferimento al fatto che Zangara, nel periodo che trascorse nel Regio Esercito alla fine della prima guerra mondiale, si era distinto per la sua eccellente mira,e quindi difficilmente avrebbe mancato il proprio bersaglio. Questa interpretazione però dà poca o nessuna importanza al fatto che le condizioni fisiche di Zangara erano, nel 1933, peggiori rispetto a quelle di sedici anni prima, che a causa della sua bassa statura era stato costretto a salire su una sedia traballante e che la sua esperienza di tiratore scelto avrà riguardato l'uso di un fucile e non di un revolver. Lo stesso Zangara dichiarò poi, come si è visto, di voler uccidere i "re ed i presidenti”


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