Il Venerdì Santo di Polistena (RC)


 di Maria Lombardo

Il Venerdì Santo rimane per Polistena un giorno di lutto e di sacre rappresentazioni. Alle sette di mattina, dalla porta principale della chiesa Matrice, prende il via la processione dell’Addolorata.In un particolare silenzio, dalla porta del Duomo spunta una grande bandiera nera, il Cristo impersonificato da un fedele che chiede un voto o per un ex voto con una tunica rossa, una parrucca bionda e una pesante croce sulle spalle (egli non può essere riconosciuto per tradizione popolare sino a giorno di Pasqua), è seguito dai discepoli che la sera prima hanno partecipato alla funzione della Coena Domini. Aprono il corteo gli stendardi neri, l’uomo dalla tunica rossa che si trascina con la croce sulle spalle, mentre attorno a lui uomini, in tunica bianca, stringono fra le mani una lancia.Subito dopo viene la statua della Madonna Addolorata, al suo apparire la banda intona la “Settima Parola”.Una musica funebre, scritta, dal musicista polistenese Valensise, per le manifestazioni sacre della Settimana Santa della sua Polistena.

Nel tardo pomeriggio dalla chiesa dell’Immacolata si snoda la processione della Pietà (A Desolata), una statua d’ottima fattura il cui autore si è ispirato alla celebre opera del Michelangelo. Infine, dalla chiesa del Rosario, si muove la sacra rappresentazione della Passione di Gesù Cristo, meglio conosciuta come la processione dei Misteri, gli ultracentenari gruppi modellati in cartapesta dal maestro polistenese Prenestino.

Sono sette “varette”che ricordano la Via Crucis, accompagnate da ragazze in abito nero che illuminano la processione con le loro fiaccole e da giovani col saio bianco e il volto nascosto da un cappuccio nero che portano a spalla i gruppi o innalzano i simboli della “Passione”: il gallo, la bandiera, il calice, l’ancora, la corda e la Croce.È l'ultima processione del venerdì santo ed avviene in tarda serata, con inizio alle ore 21, dalla Chiesa del SS. Rosario organizzata dall'omonima congrega.Prima del Concilio Vaticano II si svolgeva nel pomeriggio del giovedì santo, dopo, con le modifiche apportate ai riti dalle direttive conciliari, è stata posticipata alla sera del Venerdì santo come tutt'oggi si svolge assumendo una forma di caratterische spagnole che hanno influito gran parte dei riti del meridione d'Italia.È composta da 7 meravigliosi gruppi statuari in legno e cartapesta, scolpiti nell'Ottocento dal sacerdote Luigi Prenestino (Gesù nell'Orto degli Ulivi, Gesù Flagellato, Gesù Deriso, La Veronica, La Crocifissione, Cristo Morto, L'Addolorata). Più precisamente, il Cristo alla Colonna e Maria Addolorata sono invece opera dei Morani, apprezzata famiglia di scultori polistenesi del secolo XIX. Le statue sono portate a spalla da fedeli in tunica bianca, intervallati dalle pie donne dette "torcifere" che portano le torce, e da ragazzi che portano i simboli della passione. Il coinvolgimento è di circa 500-600 persone.Prima del "Cristo o tumbulo" ovvero il Cristo Morto, vi sono i ministranti e di fianco ad esso per scortarlo l'Arma dei Carabinieri in picchetto d'onore, seguito dalle autorità civili e militari.


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