Sapete che: SAN FRANCESCO DA PAOLA è il Santo dei tassati d'Italia, potete rivolgervi a lui!


 di Maria Lombardo 

Il Santo taumaturgo, come sappiamo è protettore dei marinai e di tutta la popolazione calabrese, potrà in qualche modo intercedere nei cuori e nelle menti di chi è chiamato in qualche modo a recuperare denaro pubblico al fine di porre un limite a quella che ha assunto i caratteri di una vera e propria vessazione. Provate! D’altra parte, a tutti i tartassati offrirà conforto, l’opportunità di una preghiera per sfogare rabbia e continua tensione, nonché la speranza che questo stato di cose prima o poi cessi e torni a normalità. Il perché San Francesco da Paola rivesta anche questo nuovo ambito di “protezione” lo spiegherò subito. Si narra che, siamo attorno al 1482, il Re di Napoli, Ferrante d’Aragona, al fine di smascherare l’ennesimo impostare del tempo mise alla prova più volte il Santo. In una prima occasione, invitatolo a corte, facendogli recapitare un vassoio di pesci fritti che San Francesco rifiutò, nonostante la fame, per il suo stile alimentare rigidamente vegetariano; in una seconda occasione offrendogli un vassoio di monete d’oro per la costruzione di un nuovo convento. Fu proprio in questa circostanza che il Santo di Calabria prese una moneta, la spezzò, e dalla stessa ne uscì sangue umano a significarne la provenienza: le continue tasse incombenti sulla popolazione del regno di Napoli destinate, soprattutto, ad armare l’esercito. Il santo calabrese ebbe a dire:

“Ecco l’oro del cor fatto assassino

Spander punito i sanguinosi umori;

Perché succhiò le vene a tanti cori

Rende il sangue rubato il ladro fino”.

Ecco allora una ragione in più per un pellegrinaggio nella Città del Santo: a Paola, che gli diede i natali nel 1416, davanti alle sue reliquie.


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