Il Grecanico di Calabria.
di Maria Lombardo
Un tempo questa lingua era parlata in tutta la Calabria
meridionale, poi venne soppiantata da una lingua che conservava molti grecismi.
Il grecanico però fino all’età Angiona veniva usato nella Valle del Mesima sul
Monte Poroe tra Seminara e Taurianova. Durante il periodo fascista poi quando
l’uso di questa lingua era ormai ridotta al lumicino le comunità del Greco di
Calabria vennero osteggiate. In quegli anni in modo dispregiativo si usava
l’espressione «mi sembri un greco»,
utilizzata con intenti offensivi. L'uso di altre lingue che non fossero
l'italiano, dunque considerate dialetti, era considerato dagli stessi parlanti
come simbolo di arretratezza e i maestri punivano quegli alunni che venivano
sorpresi a parlare in classe un dialetto anziché l'Italiano. Questi elleno foni
vennero dimenticati per molto tempo! Ma grazie a Gerhard Rohlfs filologo
tedesco la lingua cominciò ad essere salvaguardata. La sua origine è comunque
molto discussa chi pensa derivi dal greco Bizantino chi invece derivi dal Magno
Greco un linguaggio indipendente dal Greco dell’Ellade.Resta comunque il
concetto che il greco calabro, diffuso nella provincia di Reggio
Calabria, sia una parte peculiare dei dialetti ellenofoni parlati in “Italia”
probabilmente con una sua propria evoluzione, distintasi da quella greca molti
secoli fa. Rispetto al neogreco il greco di Calabria ha perso
in molti casi la -s finale. Quasta parlata nel tempo non ha avuto sviluppo
rimanendo idioma maccheronico e familiare rimane così lingua minoritaria. Oggi
il Greco di Calabria viene parlato solo a Gallicianò, Roghudi,
Chorìo di Roghudi, Bova e Bova Marina,
e nel capoluogo Reggio dove, nei quartieri San Giorgio Extra e Rione Modena, vi sono minoranze
ellenofone.Il numero degli interessati all'uso di tale idioma ammonta a circa
60 persone per lo più anziane, più circa una trentina di parlanti nella città
di Reggio tra i quartieri Ciccarello,
Modena, Arangea, San Giorgio Extra e Sbarre e un altro ridotto
numero roghudesi a Melito di Porto Salvo, a seguito
dell'immigrazione da Roghudi e da Chorìo dopo le alluvioni del 1971e del 1972. Come detto in calce
grazie a Rohlfs alcuni studenti universitari pubblicarono un compedio la
Ionica questo gruppo divenne
associazione e La Ionica una rivista che ospitava anche versi in grecanico.
Eppure questa meravigliosa lingua veniva considerata lingua bassa usata dai
contadini e dai pastori. L’idioma si è conservato fin quando la popolazione
visse l’isolamento poi con l’emigrazione ed il progresso, ad oggi però il
progetto di recupero è agli albori.
Carissima Maria, il Griko é la lingua dei greci Salentini. Da noi é la Lingua greca di Calabria o calabrogreco.
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