Il rito antichissimo della Santa Croce a Cortale (CZ).
di Maria Lombardo
Il 2 e il 3 maggio, come da tradizione, la comunità
cortalese celebrerà la festa in onore della Santa Croce. Un rito davvero
secolare che risale al ritrovamento di una croce tufacea dagli abitanti di
Cortale. Si tratta di una liturgia antichissima, che risale a parecchi secoli
fa e che la popolazione di Cortale (CZ) fa risalire al ritrovamento di
una croce di pietra tufacea che venne alla luce dalle campagne circostanti il
centro storico del paese. I Cortalesi sono molto devoti a questa ricorrenza ed
i relativi due giorni di festa! La misteriosa croce tufacea è di origini e
autore ignoti. La sua forma è davvero inconsueta ai bracci che richiama due
trapezi. La superficie è granulosa e reca visibilmente i segni del tempo, ma è
priva di ornamenti, simboli e decori. Aspetti che rendono molto difficile
stabilirne la provenienza. Alcuni scritti locali contemporanei la rinviano al
periodo bizantino considerandola come una delle numerose tracce che tale
dominio ha lasciato sul territorio. In realtà la conformazione della Croce si
presta ad altre interpretazioni in quanto i bracci superiore e inferiore
obliqui e di diversa lunghezza differiscono dallo stile bizantino che prevede
forme molto più regolari; piuttosto sembra avere tratti da croce celtica e da
croce dei Cavalieri di Malta; ma richiama, a prima vista, ancor di più un
simbolo della cristianità etiope, nel quale i quattro bracci presentano una
forma trapezoidale. Resta tuttavia da capire e indagare come un tale simbolo
possa essere finito nei campi di Cortale. Nel 1910 questa croce venne ornata di
oro e magistralmente rivestita di ricami dalla Ditta Serpone di Napoli ed
infine esposta a Napoli e Parigi ed ancora in Vaticano. “ Sul raffinato
manufatto è presente la seguente simbologia: al centro il volto del Cristo
sofferente circondato da piccoli angeli, nella parte superiore un angelo porta
alcuni simboli della passione (la corona di spine, la lancia del centurione, la
spugna imbevuta di aceto, fruste di saggina, il gallo che canta per il
rinnegamento di San Pietro, la scala, un tamburo coi dadi usati dai soldati per
tirare a sorte la tunica di Gesù, i tre chiodi della Crocifissione), mentre ai
lati sono riprodotte alcune spighe di grano, simbolo del Cristo che dona se
stesso sulla Croce e nell’Eucarestia. In basso è invece raffigurato il pio
pellicano che con il proprio sangue sfama i suoi piccoli.Accompagna il
simulacro anche una reliquia del legno della Croce Santa di Gesù conservata in
un prezioso reliquario. Secondo la tradizione diversi frammenti della Croce
sono conservati e venerati in Calabria e tra questi anche Cortale ebbe un
pezzetto del Sacro Legno che viene esposto anch’esso sull’altare principale
nella ricorrenza del tre maggio. Tuttavia, il motivo dei festeggiamenti in
questo giorno è indubbiamente per i cortalesi il ritrovamento della pietra
tufacea, ma non perché essa fu effettivamente rinvenuta in tale data quanto
piuttosto perché nel calendario liturgico il tre maggio è dedicato all’Invenzione
della Santa Croce, festa strettamente cristiana che fu istituita in
commemorazione della scoperta della Vera Croce sulla quale, secondo i Vangeli,
Gesù fu crocifisso. Questa festività è stata però espunta dal messale e dal
calendario liturgico del rito romano a seguito delle riforme operate sotto
Giovanni XXIII nel 1960-1962; tuttavia continua ad essere celebrata con messe
votive e processioni, mentre a Cortale s’intreccia e giustifica totalmente le
devozioni alla “misteriosa croce di pietra”.”
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