Festa della Pita di Alessandria del Carretto (CS)



di Maria Lombardo


Più studio la Calabria e più esce fuori una terra ricca di riti da tramandare e far conoscere. Siamo ad Alessandria del Carretto nel Pollino. La storia di questo centro è recente fu voluta dal marchese Alessandro Pignone del Carretto di Oriolo, il nome del borgo è stato dedicato proprio a lui. Il Marchese accolse in questa “terra promessa” pastori e contadini provenienti dai paesi del circondario. Non a caso patrono del borgo è Sant'Alessandro, si narra che un boscaiolo mentre faceva legna tra gli abeti trovò su un tronco l'imago del Santo. Da quel giorno, si svolge una festa comunitaria scandita da lavori preparatori, riti collettivi, cerimonie religiose e momenti spettacolari. Non a caso la festa si svolge a “tappe”, una festa entusiasmante che attira molti visitatori e che comincia a farsi conoscere al grande pubblico! La festa della Pita però si svolge l'ultima domenica d'aprile, proprio oggi 28 aprile. La kèrmesse viene preparata almeno una settimana prima con la scelta dell'abete (pita in dialetto).La pianta oggetto di festeggiamento viene donata, per gentil concessione, dal Comune di Terranova del Pollino (PZ) al Comune di Alessandria del Carretto. Tra i due Comuni c’è una grande amicizia che si rinnova ogni anno anche con questo rito. Gli esperti scelgono il loro abete c'è l’approvazione del taglio dell’albero; la marchiatura dell’albero in presenza del sindaco di Alessandria, del presidente della Comunità montana della Val Sarmento, della Guardia Forestale e di un rappresentante del Parco Nazionale. La caratteristica principale della festa della “Pita” di Alessandria consiste nel trasporto della pianta a braccia da parte degli uomini. Nasce come festa tipicamente maschile. Oggi però anche le donne possono avere la loro posizione nella festa. Aiutano gli uomini a trasportarla fino in paese, lungo un sentiero a volte molto scivoloso e tortuoso. E' chiaro che prima del trasporto l'albero va pulito e poi posizionato tra canti e balli per il trasporto nella parte Calabra del Pollino. Alla Difisella, dove il corteo si ferma per rifocillarsi con un pranzo a base di prodotti tipici: capretto arrostito, "misceruhë e pallaccë" (funghi prugnoli cucinati con formaggio simile ad una mozzarella) , "stigliohë" (interiore di capretto), "gliommeriellë" (involtini di carne) e tutto innaffiato dal vino locale. Il trasporto termina, la sera, nella Piazza di San Vincenzo. Una festa questa che si svolge a tappe, il 2 maggio l'albero va pulito e impiastricciato con grasso di animale ("u sivë"), in modo da rendere più difficile l’arrampicata. Il giorno dopo si crea l'albero della cuccagna e si arricchisce con prodotti tipici; l’innalzamento e il riabbattimento della "pita" fra cui vengono celebrate la Messa e la processione dedicate a Sant'Alessandro; la scalata della "pita" intentata da varie persone, senza alcuno strumento, ed una volta arrivato in cima prendere più premi che può; l’"incanto”, cioè l’asta pubblica di prodotti alimentari locali. Al termine l'albero viene abbassato ed i fedeli prelevano un pezzo di abete per ricordare questa bellissima tradizione. Calabria terra da scoprire!


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