IL RITO "PERDUTO" DELLA PASQUA BIZANTINA a San Giovanni Therestis ( R.C)



di Maria Lombardo

Dopo 6 giorni dalla Pasqua cattolica  si festeggia tra molti eventi anche la Pasqua Ortodossa una delle liturgie che in Calabria si va perdendo inesorabilmente. Ebbene fu proprio nei monasteri bizantini calabresi che questa liturgia trionfò in tutta la sua potenza, mentre oggi nel solo monastero di San Giovanni Therestis, unico in Italia, viene praticata. Per gli Ortodossi la Pasqua è il periodo più bello la madre di tutte le feste! Il loro cammino è molto diverso dai nostri riti, possiamo dire che le settimane del tempo quaresimale iniziano il lunedì e terminano la domenica, mentre dal giorno di Pasqua hanno inizio dalla domenica stessa insieme al ciclo degli otto toni e delle letture bibliche. Effettivamente il loro fulcro è la vittoria di Cristo sulla morte. Espongono per 40 giorni l'icona di Cristo con la croce in mano segno di vittoria, riaccoglie Adamo alla felicità, mentre Eva resta in attesa di essere chiamata. Dietro di loro sono inoltre raffigurati, divisi in due gruppi, i giusti dell’antico testamento. A Mezzanotte tra sabato e domenica svolgono una processione i fedeli “ circunavigano” il tempio dall'esterno con in mano una candela mentre all'interno si fa luce e si brucia l'incenso. I testi della liturgia pasquale sono sempre cantati e tutto si fa con una grande gioia, considerando anche la lunga e sofferta preparazione. Nella Chiesa si pratica il saluto cantato del Cristo Risorto e si ricorda anche Maria con la Nona ode. Si legge la Stichirà, un testo poetico liturgico che risale al VI-VII secolo, in cui la felicità per la risurrezione viene espressa in modo simile alle omelie pasquali di Giovanni Crisostomo, Basilio Magno, e Gregorio di Nazianzo e dove la potenza della risurrezione ci unisce nel perdono e ci rende veri fratelli. Con questi preliminari ci si prepara all' eucarestia e le porte dell’iconostasi, cioè la divisione tra la parte dell’altare e la parte dove stanno i fedeli, rimangono aperte fino al sabato successivo. Molto importante è anche la catechesi di San Giovanni Crisostomo letta dal sacerdote, che anche se viene ripetuta ogni anno è molto attesa dai fedeli. In questa si evince la Misericordia del Signore ad accogliere l’ultimo come il primo in un banchetto di fede dove non manca il vitello grasso. Da oggi la morte non deve essere temuta. Cristo l’ha vinta. Non meno interessante è il rito di tutte le famiglie ortodosse preparare uova rosse, (in greco – κόκκινα αυγά) dolci e altre pietanze per festeggiare Pasqua. In Grecia tutte le case e per grande gioia dei bambini aspettano Giovedì Santo per tingere le uova di rosso e per preparare il tipico tsoureki una treccia di pasta dolce che viene infornata. Il rosso rappresenta da sempre il sangue di Cristo. Ma ci sono tantissime interpretazioni…. Nella tradizione ortodossa l’uovo, di gallina, cucinato sodo, da secoli viene colorato, tradizionalmente di rosso, simbolo della Passione, ma in seguito anche di diversi colori, in genere durante il Giovedì Santo, giorno dell’Ultima Cena, e consumato a Pasqua e nei giorni successivi.


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