In Quaresima in Calabria venerdì pesce: Stoccu chi patati.
di Maria Lombardo
Era il cavallo di
battaglia della cucina povera di mia nonna, la stessa cucina che negli anni '50
deliziò i palati dei coniugi Keys. Già i coniugi Keys a Nicotera furono ospiti
alla tavola dei miei avi per studiare usi e costumi della Dieta Mediterranea
unito a quello stile di vita che rendeva i Nicoteresi sani e longevi. Le sue
origini risalgono al '500 quando dal porto di Napoli partirono per la Calabria
i primi esemplari. I battelli carichi scaricavano al Pizzo unico porto
attrrezzato in tutta la Regione ed a dorso di mulo veniva portato a Mammola, la
capiitale dello “ stoc”calabrese.“U stoccu” non è altro che lo stoccafisso
Norvergese essiccato per poterlo conservare. Mai scambiarlo col baccalà diceva
mia nonna odore e sapore erano diversi! La ricetta du stoccu chi patati è molto
diffuso nel Sud però veniva e viene cucinato con più accuratezza nel Vibonese.
Insomma una ricetta adatta a tutte le stagioni, non c'era caldo o freddo quando
si portava in tavola. La tradizione radicata vuole che, quasi come fosse un
precetto, le famiglie consumino lo stocco il venerdì santo e la vigilia di
Natale.La ghiotta di Natale dunque, costituisce uno dei piatti più graditi e
preparati della cucina calabrese e viene cucinato con tutte le varianti
esistenti (senza sconvolgere il piatto), anche in periodi diversi dal Natale,
ma sempre durante il periodo invernale. Altra tradizione locale calabrese è
quella di usare lo stocco come regalo. Infatti molti emigrati, al rientro dalle
ferie, lo portano con sé sia per regalarlo che come consumo personale. Era mio
nonno Peppino che seguiva i precetti di mia nonna che giorni prima di ogni
venerdì di Quaresima gli ordinava di portare “u stoccu bonu di mercati”.
Effettivamente il nonno lo acquistava a Bagnara poiché essendo commerciante non
si faceva fregare “di Bagnaroti”. Le quali senza dubbio portavano i pezzi
migliori al vicino mercato di Messina dove lo stocco è molto usato. Bando alle
notizie storiche vediamo comme si prepara e cosa serve:”Questi gli ingredienti
per 4 persone: 1 Kg di stoccafisso già ammollato e privato di lische e spine.
Si consiglia di farsi dare le parti del dorso e della coda che sono le più
morbide; 1 Kg di patate a pasta gialla, più compatte e sode e poco farinose,
sono ideali in umido. 500 gr pomodori pelati, passati nel passaverdure oppure
schiacciati con la forchetta 1/2 cipolla rossa di Tropea 1 peperoncino piccante
prezzemolo, sale e origano olio di oliva extra vergine Lavate, sbucciate le
patate e tagliatele a tocchetti. Affettate e tritate la cipolla, mettetela in
una casseruola con un peperoncino e abbondante olio d’oliva e fatela imbiondire
leggermente. Aggiungete il pomodoro, mescolate e fate cuocere per qualche
minuto. Aggiungete un bicchiere d’acqua e portate a bollore. Quando l’acqua
bolle abbassare la fiamma e aggiungere le patate tagliate a tocchetti. Salare e
aggiungere il prezzemolo. Il liquido deve coprire le patate, ma se necessario
si aggiunge un mestolino di acqua calda qualora il sughetto si asciugasse
troppo. Scuotendo la pentola di tanto in tanto si lascia cuocere per 20 minuti,
o fino a quando le patate saranno quasi cotte. A questo punto si unisce lo
stoccafisso e si termina la cottura coprendo la pentola con un coperchio. Non
girate mai gli ingredienti una volta messo a cuocere il pesce stocco altrimenti
questo si rompe e il tutto diventa un miscuglio. Si consiglia di smuovete
energicamente, ma delicatamente la casseruola con il suo coperchio. Girare
delicatamente lo stoccafisso dopo 5 minuti, e aggiungere ancora un pizzico di
prezzemolo e di origano e far cuocere altri 5 minuti. Servite lo stoccafisso
caldo con le patate, accompagnato da un peperoncino e un buon bicchiere di vino
rosso!”
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