TRADIZIONI QUARESIMALI: "U RANU PO SEPURCU"
di Maria Lombardo
Con la Quaresima
iniziano anche i riti di preparazione alla Settimana Santa. Sono giorni,
questi, dove si iniziano a preparare germogli di grano, lenticchia, ceci che
poi serviranno per adornare l'Altare della Reposizione. Uno spazio allestito
dopo la Messa della cena dove si conservano i pani rimasti. In poche parole il
Sepolcro per il Giovedì Santo! Essendo un rito antico ci si deve attenere in
toto, caratteristica principale il”ranu” deve essere giallo, dal quale si trae
la farina e quindi l'ostia che simboleggia il corpo di Cristo. Mentre era
prerogativa delle madri prepararlo il “Davurillu”uno dei tanti nomi della
tradizione calabra per il grano. I bambini invece si divertivano a curarlo ed a
vedere crescere questa erbetta che porteranno in Chiesa. Ma vediamo come si
prepara oggi non tutti ricordano i nostri riti antichi:” in un sottovaso si
prepara uno strato di cotone su cui mettere i semi. I semi vanno poi ricoperti
con un altro strato di cotone o con della sabbia. Si spruzza l'acqua con il
nebulizzatore e si conserva al buio (il buio consentirà al germoglio di non
diventare verde ma di rimanere bianco) Lo spruzzo d'acqua con nebulizzatore
deve avvenire ogni due giorni”. Il “piattu po sepurcu” veniva gelosamente
custodito fino al pomeriggio del Giovedì Santo quando si allestiscono i
sepolcri nelle varie parrocchie. Si riprendeva così un’antica tradizione che
altro non è che la trasposizione del mito di Adone, che moriva e rinasceva ogni
anno.Ma torniamo alla tradizione di Campana CS i bambini si divertivano anche a
decorare quel piatto con nastrini. Talvolta vengono preparati con la pasta dei
biscotti, a forma di oggetti della Passione (croce, scala, chiodi, martello),
portati in chiesa per essere benedetti ed ornare i sepolcri. Tutto il resto
della Chiesa viene oscurato, in segno di dolore perché è iniziata la Passione
di Gesù; le campane tacciono, l’altare più grande è disadorno, il tabernacolo
vuoto con la porticina aperta, i Crocifissi coperti. Traccia di questo mito
dello spirito del grano è riscontrabile probabilmente nel gruppo dei mietitori
di Morano Calabro; e nell’antica usanza di modellare il pane a forma di
divinità (‘u cìciu) o di animali. Il piatto rimane in Chiesa fino al venerdì
Santo poi ogni fedele ne prende un po' da portare a casa perchè benedetto.
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