Conosciamo la Pantopologia calabra di frate Elia D’Amato.


di Maria Lombardo


'La Pantopologia calabra' fu opera di frate Elia D'Amato. Il titolo vorrebbe significare muovendo il piede ,camminando, ossia girando qua e là per la Calabria. L'opera fu  pubblicata  in Napoli nel 1725, in latino; l'ultima edizione apparsa pare sia stata, in traduzione italiana di Erasmo A. Mancuso,  quella del 1980, per i tipi della casa editrice cosentina Brenner. Dell’Autore si può dire che era figlio di Tommaso e Vittoria Garda. Elia D’Amato, nacque a Montalto nel dicembre del 1657.Laureatosi a Roma, fu professore di teologia e filosofia  ed ebbe un ruolo molto importante nell’ordine dei Carmelitani in cui era entrato. I suoi studi spaziarono da argomenti filosofici a religiosi,  ad altri scientifici e letterari. Noto anche  per le sue dotte predicazioni, compose diverse opere come Muscum e Lettere Erudite e,  tra le piu’ significative, appunto la Pantopologia Calabra. Tuttavia di molti dei suoi manoscritti e delle sue opere pubblicate non vi e’ più traccia. Ai suoi tempi fu molto criticato sia per una condotta non proprio religiosa, nonostante facesse parte di quell’Ordine serio, sia per una vastita’ di cognizioni  alquanto strane e per diversi buoni propositi,  rintracciabili anche nelle sue opere, ma cui pero’ egli stesso non si atteneva sia come comportamento esteriore che come celata profondità del suo pensiero.

Fu  perciò un buon  poligrafo, cioè un autore capace di trattare con sufficiente competenza  diverse materie :infatti si occupò pure di geografia, e di storia lasciando  interessanti notizie su circostanze e persone a lui contemporanee. Nel 1720 diventò priore del convento del Carmine nel suo paese natio dove morì nell’aprile 1748. Nell’opera è inserita anche  una pagina dedicata a Nicotera ponendola così tra i luoghi più noti della Calabria di tre secoli fa.

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