Per Santa Lucia nel Cosentino Calabrese si prepara la Cuccìa.
di Maria Lombardo
La maggior parte dei piatti tipici calabresi
sono rivisatazioni dei piatti provenienti dalle culture che c’hanno preceduto.
Ebbene si è il caso della Cuccìa! Un tempo anche in “Calabria Ultra” veniva
preparata per la ricorrenza di Santa Lucia poi mentre alcune tradizioni rimangono
vivide altre cadono nel dimenticatoio. Il caso delle Cuccìa che è preparata
quindi in “Calabria Citra”. Il Dorsa, in "La tradizione greco-latina negli
usi e nelle credenze della Calabria Citeriore", la definisce: "voce
rimasta dai greci bizantini " e ricorda che "i Romani avevano le
offerte del farro (far pium o mola salsa) del quale servivansi particolarmente
nei sacrifici". Pietanza di origine greca la koukkìa che viene preparata
per il giorno dei Defunti invece nel nostro Meridione la prepariamo per Santa
Lucia. Inutile dire che nel cosentino ne esistono molte varianti, che mutano da
paese in paese ed addirittura di porta in porta, preparandola sia nella
versione dolce che salata. Ecco che quella più caratteristica è quella che si
fa a Mendicino proprio per la festa di Santa Lucia a cui la popolazione è
votatissima. Si prepara con 13 ingredienti proprio come il giorno della festa
tra cui ceci, fave, piselli, lenticchie, fagioli, orzo, grano, castagne, olio
d’oliva, sale e si prepara in un calderone che, nel dialetto locale, prende il
nome di “ quartara”. Si cucina con la quartara proprio per offrirne a tutti e
consumarla in piazza. Pane e vino la accompagnano ed il rito è pronto. Nell’are
presilana invece si fa con la carne grano bollito e carne di capra e/o maiale e
delle spezie. A Paola invece la Cuccìa è un dolce fatta di cioccolato caldo di
noci, scorza d’arancia, grano e chiodi di garofano. La sera del 12 dicembre,
secondo la tradizione, ogni famiglia prepara la Cuccìa, affinchè durante la
notte, Santa Lucia possa imprimere il suo segno su di essa. Il giorno
successivo il dolce viene scambiato tra amici e parenti. Riti da portare avanti
senza dubbio! Ora però vi spiego come si prepara con l’augurio che nelle zone
in cui la tradizione è in disuso possa essere ripresa. Intanto vi prongo le due
varianti dolce e salato! Partiamo da quella salata con la carne pochi
ingredienti 750 grammi di carne di maiale o di capra; 400 grammi di grano. Ora
vi spiego come si cucina per prima cosa il grano va in ammollo dalla sera prima
il giorno dopo si cucina a fuoco lento. Subito dopo in acqua salata si fa
bollire la carne a scelta tra agnello o maiale. Una volta cotti sia grano che
carne si prende “u salaturi” ormai in disuso nelle case e si preparara uno
strato di grano ed uno di carne. Attenzione ultimo strato di grano è questa la
tradizione. Il composto va riportato ancora sul fuoco ancora per qualche ora e
poi servire calda. Non è possibile non illustrarvi la versione dolce eccola
proponetela ai bimbi sana, salutare e casareccia: 1/2 kg. di grano, 100 gr. di
cacao, 150 gr. di cioccolata, mezzo litro di latte, 100 gr. di noci pestate,
100 gr. di uva passita, cannella e arancio grattugiato. Anche qui serve mettere
in ammollo il grano dopo due ore di cottura si aggiungono poi il latte, il
cacao, la cioccolata, le noci, l'uva passa, la cannella e l' arancio. Mescolare
sul fuoco con un cucchiaio di legno per un quanto d'ora, facendola riposare per
circa 12 ore. Di questa ricetta esistono molte varianti.Altra version che poi è
quella che piace a me: 1/2 kg. di grano, 1/4 di miele di fichi, buccia
d'arancia secca e gherigli. Pulire e lavare il grano; tenerlo a bagno in acqua
fredda per 24 ore, quindi cuocere in abbondante acqua. Lasciarlo raffreddare
nel liquido di cottura, scolarlo e rimetterlo sul fuoco aggiungendo il miele di
fichi. Completare con la buccia d'arancia grattugiata e alcuni gherigli di noce
a pezzetti. Un'altra versione prevede il grano condito con latte, buccia
d'arancia secca, cannella, chiodi di garofano, uva passa, noci, cioccolato.
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