L'uomo del Re: Vito Nunziante e le Calabrie con la morte di Gioacchino Murat ottenne le terre di San Ferdinando.
di Maria Lombardo
Vito Nicola Nunziante nasce a Campagna prov di Salerno nel
1775 da una modesta famiglia che lo voleva prete(1), quindi figlio di Pasquale
e Teresa Notari, il destino, l'educazione ed il proseguo della vita di Vito fu affidato allo zio prete
nella speranza di seguire il sacerdozio, in quanto Don Antonino Nunziante nel
1799 si trovava a Reggio. Proprio a Reggio segretario del Vescovo Cenicola, ma
secondo le regole Statali Vito divenisse
idoneo al servizio militare. Entrò ben presto nelle grazie di Pignatelli che
comandava il Reggimento Lucania. In prime nozze sposò una donna della sua terra
che perì a 27 anni. Dopo Faustina sposò la Barresi sulle Eolie dove aveva
iniziato un percorso imprenditoriale. Intanto la quiete nel Regno di Napoli
viene turbata dai Napoleonici che occupano il bel Reame. Dalla Sicilia
Ferdinando ordina a Vito di organizzarsi per la pugna, mette in sesto 100
uomini e ne assume il comando. Fu il
Croce uno dei primi storici che lo annoverò come fedelissimo del Re(2). Anche
il Colletta esalta le doti belliche di Vito:” (…) un tal Carbone soldato nel
vecchio esercito, ed un tal Nunziante,foriero, carpirono il grado di colonnello(3).Di
lui si raccontano cose strabilianti per opera del suo biografo che nel 1806
venne fatto prigioniero e mentre veniva portato in consegna riuscì a
fuggire e raggiungere i suoi. E' la seconda
volta che il Regno di Napoli cade in mano ai Francesi, il Re di nuovo
fugge a Palermo ed al Nunziante viene affidato il compito di proteggere le
truppe fino in Sicilia. Le cose si mettono male per i borbonici tanto che
Cancellier appurando dell'arrivo del Massena ordinò a Vito di ritirarsi in
Sicilia, il Nunziante spiegò le sue forze verso la Calabria e disseminò di spie
l'Aspromonte e continuò la sua battaglia. Il Cancellier sdegnato ordinò la
ritirata ma Vito consapevole ordinò disubbidienza e restò a Reggio (4). Fu a Reggio racconta ancora il Vassalli che
Vito gli impartì una sonora sconfitta. I Francesi lusingano il Marchese con
importanti offerte mai accettate, così
per la difesa di Reggio e per l'indomito coraggio diviene Generale Brigadiere
inviato a Milazzo(5). A Reggio invece rimase il Sander colui che poi si arrese
ai Francesi senza colpo ferire. Vito durante il periodo francese ottiene altri
meriti diviene Maresciallo di Campo e viene affidatagli la Quinta Divisione per
la Calabria. Fu proprio in occasione della cattura di Murat che Vito canta il
Colletta riuscì a conciliare:” la fede per il Borbone e la riverenza per la
sventura di Murat”(6). Il comportamento di Nunziante insospettì la corte di
Napoli poiché si dispiacque per la condanna a morte del Francese, venne
inquisito ma riuscì a dimostrare la lealtà al Borbone. Con i poteri di Alta
Polizia inizia a vigilare i tentativi di insurrezione nelle Calabrie, il
Marchese informa che il rigore è stato evidenziato solo sul distretto di Reggio
e che si lusingava che in Calabria non
hanno bisogno di vedere il fulmine della giustizia piombare su loro (7). Zona
calda era Reggio dove il Carbonarismo si era sviluppato infatti furono
destituiti Ufficiali, Legionari, Sindaci, Giudici di pace,(...) e rimpiazzati
da persone che meritavano la fiducia del Governo. In nome del Governo Vito si
muove in Calabria nel '20 inaugura a Pizzo
una statua del Re, e nel luglio viene chiamato a reprimere i moti in
Campania. Fu proprio Vito a scrivere al Re e di concedere la Costituzione ed il
6 luglio sua Maestà rispose il suo si!. Oltre ad essere eccellente militare,
Vito, fu un capace imprenditore ed attento alle innovazioni anche perchè alcuni
dei Borbone incoraggiarono molto le iniziative private e molti di questi fondi
mobilitati andarono al Nunziante.
Intraprese a Lipari la popolò e si diede all'industria mineraria con
discreti risultati. Trasformò Lipari da covo di pirati in un ridente villaggio
introdusse per primo nel Regno le trivelle era chiaro che godette fino alla
fine di un cospicuo patrimonio “ tutto impegnato nelle mie speculazioni
finanziarie”(8). Finanziò molte altre imprese e nel 1832 per la fiducia che il
Borbone nutriva per lui, gli affidò la Regia della Dogana. In carico
affidatogli direttamente dalla corte poiché ritenuto molto competente. Riuscì
perciò a circondarsi di uomini di cultura come il geologo Pilla,il chimico
Ricci, Lazzarini e Vincenzo Pascale ma sostenne e incoraggiò negli studi i
giovani volenterosi. La sua biografia mi racconta che il Marchese:” Conobbe a
Polistena un ragazzo povero che non sapeva leggere e scrivere ma sapeva
disegnare a carboncino a sue spese provvide ai maestri per avviarlo alla
pittura”(9).Nel 1832 Vito inizia ad accusare delle febbri mentre si trovava nel
suo villaggio San Ferdinando, con la speranza di salvarlo fu portato a Torre
Annunziata dove si spense dopo aver nominato esecutore il generale Pepe. Dopo
solenni funerali a Napoli il Marchese Nunziante fu imbalsamato e portato a San
Ferdinando nel suo sarcofago di marmo venne inciso:” Vito Nunziante,fondatore
di questa terra, appresso tre Re Borboni delle Due Sicilie, nelle somme dignità
eletto, militari e civili, visse illibato e splendente, per lui queste campagne
pantani prima e luoghi selvaggi, rifioriscono belle insieme con la fama di
questo e di altri benefici meraavigliosi”. Alla
sua dipartita San Ferdinando contava 470 abitanti.
(1)
F. Nunziante saggio su “ Vito Nunziante” a cura
di U. Caldora , Archivio Storico per le provincie napoletane. Anno 1963.
(2)
B. Croce, Storia del Regno di Napoli, Bari
1966,p.211.
(3)
P. Colletta Storia del Reame di Napoli. Firenze,
1860, p. 381.
(4)
V. Vassalli, I Calabresi nel Risorgimento
Italiano, Torino 1893, p.110.
(5)
B. Polimeni San Ferdinado e i Nunziante,
Calabria Letteraria Editrice p.19.
(6)
P.Colletta …..opera citata pag 86.
(7)
B. Polimeni …..opera citata pag 23.
(8)
Testamento del 10/7/1836 Notaio Antonio Mellone
Napoli in Archivio Notarile di Napoli.
(9)
F.Nunziante ….op...cit. p.27
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