E' l'Immacolata in Calabria: che profumo di zeppole!
Crediti foto: https://www.ricettasprint.it/
di Maria Lombardo
Le zeppole
sono uno dei tanti piatti tipici della cucina natalizia calabrese. Un piatto
contadino che metteva tutti d'accordo profumi di altri tempi. C'è una frase tipica che in quel periodo
viene ripetuta da tutte le giovinette golose “zippula mamma cà ti su
figghjia!”. Donne che si tramandano quel sapere culinario di generazione in
generazione senza segreti o ingredienti particolari. Sono in realtà pallottole
di pasta di pane ( acqua, farina, lievito ed olio d'oliva ma si deve aggiungere
acciughe o uva passa a seconda se si preferiscono dolci o salate). Una lunga
lievitazione è il “segreto” di questa bontà calabrese e poi fritte in olio
locale bollente. Tuttavia benchè questo è un piatto povero se ne fanno delle
belle scorpacciate e si predilige farlo quando sono ancora calde e fragranti.
Per preparare questo piatto tipico spesso ci si alzava quasi di notte, si
procuravano u lavatu ( piccolo panetto di pasta cresciuta, usata come lievito) e
giù a forza di braccia eh si le donne di un tempo forti e coraggiose! L'impasto
spesso doveva ricoprire l'intera limba (grande coppa in terracotta smaltata
all'interno) poiché i figli erano davvero tanti ed affamati. Lo si poggiava poi
al caldo di solito vicino al camino o vicino “a fracassè” (antica cucina a
legna, con caldaia), comunque al riparo da spifferi e correnti d’aria che ne
rallenterebbero la fase di lievitazione. Inoltre poiché spesso le donne ne
facevano in gran quantità in modo da coprire tutte le feste o per le grandi
famiglie, il piatto contadino non riusciva a mantenersi morbido e la massaia
era costretta ad aggiungere patate lesse. Indubbiamente questi tipi di lavori, che riunivano a volte le donne del vicinato, erano un momento buono per pregare
per le più emancipate invece l'ora del pettegolezzo. Ebbene si anche le
leggende condiscono le zeppole! Si narra che "Una donna, dopo aver
impastato la farina per fare il pane e dopo averla messa a lievitare, fu
chiamata da una vicina di casa. Cominciò, con quest'ultima,a chiacchierare del
più e del meno. Erano diversi giorni che non si vedevano ed avevano molte cose
da raccontarsi. I pettegolezzi fecero dimenticare alla nostra donna di aver
messo a lievitare la pasta per il pane, e quando se ne ricordò, purtroppo era
troppo tardi: la pasta, lievitata oltre misura, non poteva assolutamente essere
usata per il pane, anzi, per essere precisi, doveva essere solamente buttata.
La nostra donna, dispiaciuta per ciò che aveva fatto e, non avendo il coraggio
di gettare quel ben di Dio, pensò di fare un esperimento: provò a friggere la
pasta spezzettata a forma di ciambelle irregolari. Il risultato fu sorprendente
perchè vennero fuori delle ciambelle gustose, che tutti apprezzarono. "
Nacquero, così, da un errore di una donna la bontà del Natale Calabrese.
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