A Pazzano nelle Serre Reggine la sera della Vigilia di Natale succedevano cose particolari.




di Maria Lombardo


Riti che si sono davvero persi nei meandri dei ricordi e raccontati nei testi di studiosi locali molto preparati sto parlando di libro "Quando Maria cantava..." di Sandro Taverniti attuale Sindaco di Pazzano. Taverniti racconta una strana e singolare usanza preticata solo a Pazzano fischiare per esempio durante la Messa di Natale, usanza come detto unica e sui generis che in nessun borgo di Calabria era praticata. In quella notte Santa però nella chiesa di Pazzano succedeva davvero di tutto.  Le lampade luminose venivano accese, campane suonanti a festa così come volavano bianchi piccioni spaventati dal trambusto, il presepe scoperchiato perché tutti lo vedessero e tanti tanti zampognari che suonavano la dolce nenia. I cittadini si disponevano in fila  per baciare per il piede del Bimbo Divino e porre una offerta in un cestino. [...] Una volta le offerte erano prevalentemente in natura. [...] Molti tenevano in mano una lanterna per farsi luce uscendo di casa ed in segno di festa. La Santa Messa era un mix tra divertimento e devozione poiché a mezzanotte si poteva dare libero sfogo a fischi goliardici che spesso urtavano il povero prete. Il Taverniti che mi ha offerto l’occasione per conoscere questo rito molto bizzarro così scrive:”E poi a lungo, insistentemente. Un fischio liberatorio, assolutamente non blasfemo, gioioso, di complessa lettura e assai coinvolgente. Gli occhi di tutti brillano, di una gioia maliziosa, la soddisfazione di riconoscersi in una usanza quasi certamente unica, non presente nemmeno nei paesi confinanti e distanti meno di un chilometro.Nei tempi passati i bambini e anche i massari, accompagnavano il prete fischiando dall'abitazione alla chiesa, la notte della vigilia. Come per sollecitarlo a sbrigarsi, a celebrare quella funzione.[...] v'era in quest'usanza una atmosfera di sincera devozione; un credo puro e semplice nell'evento misterioso. [...] I più fischiavano infilandosi due dita in bocca. Ma anche soffiando negli zufoli di canna o nelle antiche pesanti chiavi di ferro delle povere case, ricavando acutissimi sibili. Fuori dalla chiesa si spara. [...] . Che dire vivere la migliore Calabria si può!

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