Lo Storico di Mandaradoni ( VV) famoso a Napoli: Francesco Adilardi.
di Maria Lombardo
"Ho
fatto un bellissimo viaggio in Calabria, nelle aree interne, e ho scoperto che
abbiamo un tesoro ancora tutto da valorizzare; paesi bellissimi, pieni di arte
e di cultura, paesaggi meravigliosi, terra, boschi, acqua e il cibo. Siamo
ricchi e non lo sappiamo." Lo Storico Francesco Adilardi, lasciò una
traccia indelebile nella cultura calabrese dell'800. Uomo di elevato valore storico
e amante indiscusso dell'archeologia. Visse a Mandaradoni di Calabria Ultra
piccolo borgo ai piedi del Poro e frequentatore assiduo dell'agro Nicoterese
per compiere studi e scavi. La storia locale ci insegna che Mandarauni detto in
dialetto locale sia stata fondata da due siciliani di Lentini Dante e Sergio.
Dal primo nucleo il centro crebbe nei secoli. Nel 1622 contava 268 abitanti,
nel 1648 erano 354, nel 1746 229, nel 1779 135, nel 1783 283, nel 1795 276” nel
1816 309, nel 1834 346, nel 1850 378. Popolazione che crebbe a vista d'occhio
fino al 1950. Adilardi nacque in pieno periodo Borbonico sono in pochi coloro
che si ricorddano del suo acume e della sua preparazione. Riporto qui il
documento integrale dell'atto di nascita conservato al Comune di Limbadi:”L’anno
mille ottocento quindici a ventinove del mese di agosto, avanti di noi Antonio
Barletta, sindaco ed ufficiale dello stato civile del comune di Mandaradoni, è
comparso Don Paolo Adilardi, di anni ventotto, di professione galantuomo,
domiciliato in Mandaradoni, ed ha dichiarato che oggi indo giorno 29 agosto,
addì ore ventidue, nella sua casa di abitazione e dalla sua legittima moglie
D.a Rosa Brancia, è nato un maschio che ci ha presentato, a cui si è dato il
nome di Giovanni, Antonio,Francesco. La presentazione e dichiarazione si è
fatta alla presenza di Antonino Brosio, di anni cinquantasei, di professione
massaro, domiciliato in Mandaradoni e di Gregorio Cullari, di anni quarantasei,
di professione bovaro, domiciliato in Mandaradoni”. Visse l' infanzia a
Mandarauni poi si spostò per studi a Monteleone e frequentò la scuola degli
avvocati Francesco Paolo Inglese e Giuseppe Marzano maestri di diritto. Amico
intimo del conte Vito Capilbi il quale mise a disposizione dell''Adilardi la
sua nutrita biblioteca e con il quale compì numerosi scavi. Lasciata la vita di
città dopo aver finito il ciclo di studi, Francesco torna a Mandaradoni e qui
nella solitudine del borgo inizia a coltivare la sua naturale inclinazione di
storico. Inizia tra il '38 ed il'47 il decennio d'oro per Adilardi molte le
pubblicazioni che videro la sua firma mi rifaccio per l'occasione alle parole
di Nino Grillo:”Così nel 1838 poté pubblicare in Napoli per la tipografia
Porcelli la sua maggiore opera “Memorie Storiche sullo stato fisico, morale e
politico della città e del circondario di Nicotera”, che rappresenta una
testimonianza del passato di grande valore storico e gli procurò non solo la
stima e la benevolenza dei Nicoteresi, ma soprattutto lodi ed encomi da parte
dei dotti contemporanei. Infatti numerosi furono gli scrittori che lodarono la
sua opera: - Filippo Cirelli nel suo Lucifero, 18 nov. 1840; - Vincenzo Torelli
nel suo Omnibus Letterario, 17 dic.1840; - Leopoldo Pagano nel Progresso di
Scienze Lettere ed Arti a. 1840; - Massimo Nugnes nel Foglio L’interprete gen.
1844; - Nicola Falcone nella sua Biblioteca Istorica Topografica delle Calabrie
1846; - Luigi Grimaldi di Catanzaro nei suoi Studi Archeologici sulla Calabria;
- Nicola Corcia nella Storia delle Due Sicilie 1847; - Vito Capialbi nella nota
1 pag. 57 nei Documenti inediti circa la voluta ribellione di Tommaso
Campanella”. Essendo esperto di magistratura ed archeologia divenne membro di
importanti Accademie tra cui quella degli Affaticati di Tropea. Collezionò
encomi di grande valore fatti da uomini dotti ed acclarati quali: Michele
Tafuri, Archeologo ed Istorico di Napoli; Matteo Camera di Amalfi; Cav. Agatino
Longo dell’Università di Catania; ecc.La su detta opera giunse anche a
Saxe-Gotha e ad Atene. Infatti il segretario del gabinetto letterario di
Saxe-Gotha scriveva al Cav. Capialbi: le scritture di Vito Capialbi sopra
Mesima e di Francesco Adilardi sopra Nicotera hanno molto interesse. Operava
per il bene si prodigava per i bisogni degli amici e per migliorare Mandarauni.
La sua posizione di nobile e studioso di fama non gli impedì mai di rendersi
utile per la sua borgata, si occupò con valore di ornare la chiesa con quadri e
suppellettili. Si impegnò persino a far innalzare l'orologio pubblico non
disdegnando di ampliare il suo dotto curriculum. Infatti nell’anno 1840 andò a
Napoli presso la Real Biblioteca Borbonica e Brancacciana per arricchirsi di
molte notizie che in provincia non poteva avere ed ebbe anche modo di
conquistarsi l’amicizia dell’Archeologo Matteo Camera e di molti altri insigni
letterati. Continuando i suoi spostamenti per la cultura Francesco portò grandi
onori a queste zone. Peccato che pochi se ricordano la sua personalità!
Tuttavia la sua vena e preparazione storica la dimostrò nella tranquillità
della sua Mandaradoni ed è proprio qui che continuò a produrre altre opere
lodevoli: Cenni storici dei Vescovadi di Nicotera e Tropea, di Cariati e
Nicastro, ricevendo dal Pontefice Pio IX la croce di Cavaliere di S. Gregorio
Magno; nel 1848 pubblicò la biografia di Ercole Coppola Vescovo di Nicotera dal
1651 al 1656. Nell'anno 1850 divenne supplente al Regio Giudicato del
Circondario di Nicotera. Incarico gravoso ma che gli permise di scrivere ancora
ed ancora.Compì l’opera dei Nunzi come testimoniano i manoscritti inediti: I
Nunzi Apostolici nel reame di Napoli; Notizie sull’istoria naturale civile e
religiosa della città di Nicastro; la Provincia Cappuccina di Reggio descritta
ed illustrata con brevità; Notizie genealogiche della famiglia Adilardi, ed
altri ancora. Francesco ebbe modo di conquistarsi cariche di spicco come
Presidente del Consiglio distrettuale di Monteleone, divenne membro
dell'Accademia Medamea, la quale approvata e proposta al Consiglio Provinciale,
ora si ritrova con gli Statuti al Ministero della Pubblica Istruzione. Il 20
ottobre 1851 fu nominato Regio Giudice del Circondario di Cariati, dove si
distinse per come amministrava la giustizia, con imparzialità e rettitudine, ma
anche con grande umanità, riscuotendo rispetto e stima da parte delle Autorità
Superiori della Provincia e del Distretto di Cariati. Purtroppo la sua fu una
vita breve ma intensa:”Tutto arrideva al virtuoso e benemerito giovine
magistrato e promette agli felicissimi eventi; ma il dito di Dio, che
nell’eterne sue giustissime mire ad ogni cosa segna sua meta, già tirava quella
linea fatale, che oltrepassar non si può, ed ove il mar della vita rompe i suoi
flutti ”. Morì per febbre malarica nel 1852 da celibe non portando avanti la
sua stirpe, fu lui l'utimo di quella discendenza. Bibliografia Memorie storiche
su lo studio fisico, morale e politico della città di Nicotera raccolte da
Francesco Adilardi di Paolo, socio dell'Acc. Florimontana Vibonese e degli
Affaticati di Tropea, Napoli, Tip. Porcelli, 1883. Nicotera (Chiesa vescovile)
in Cenni storici sulle chiese... del Regno delle Due Sicilie raccolti.. per
l'Abate Vincenzo D'Avino, Napoli, Ranucci, 1848, pp. 473-81. Questi cenni sono
estratti dall'Enciclopedia dell'Ecclesistico, Tomo IV, pp. 833-841. Cenno
storico sul Vescovato di Nicotera dettato da Francesco Adilardi (Estratto
dall'Enciclopedia dell'Ecclesiastico), Tomo IV, pp.833-841, Napoli, Ranucci,
1849. Nicastro (Chiesa vescovile). In Cenni storici sulle chiese... del Regno
delle Due Sicilie raccolti... per l'Abate Vincenzo D'Avino, pp. 456-71; e
nell'Enciclopedia dell'Ecclesiastico, T. IV, Napoli, 1845. Cariati (Chiesa
vescovile). Ivi, pp. 137-45 dei Cenni storici (Ha la data <<Nicotera
gennaio 1847>>. Tropea (Chiesa vescovile). Ivi, pp. 707-19. Vita del Canonico
Filippo Cafaro, nel giornale Il Pitagora e in Accatatis, III, 197-200.
Biografia di Ercole Coppola, vescovo di Nicotera, 1848.
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