Francesco Adilardi diventa Presidente dell'Accademia Medamea di Nicotera.



di Maria Lombardo

 La storia di Nicotera deve essere riscritta poiché cela ancora elementi degni di essere divulgati. Risulta ancora impolverata nel periodo ottocentesco a macchia di leopardo gli altri periodi storici del Borgo. E' cosa nota che questo importante centro culturale avesse abbondato in passato di menti eccelse le carte d'archivio affermano quanto asserisco in calce:”Nicotera abbonda di buoni ingegni, i quali se avessero la pazienza di perdurare nei lunghi studi, salirebbero a gloriosa altezza. Si prediliggono gli studii Teologici, Filosofici, Legali, Medici, Chirurgici, Letterarii; non mancano cultori di Pittura e di Musica; anzi la Musica è molto generalizzata. L’istruzione quindi può dirsi che sia in grandissimo pregio”. Tuttavia se da un lato la cultura si faceva sentire forte e prepotente a Nicotera fino alla seconda metà dell'800 mancavano Accademie e Istituti, esisteva solo il Seminario. In realtà lo studio delle carte d'archivio poche ma buone fanno intendere che per la cittadina questa fosse davvero una mancanza ed a tutti i costi bisognava intervenire. Nel 1852 Nicotera era oggetto di studi archeologici di elevato valore: Vito Capialbi e d il cavaliere Adilardi da Mandaradoni erano presenti nel borgo, malgrado i molti impegni politici. Si comincia ad insinuare:” nell’animo del Cavaliere Adilardi nostro cugino l’attuazione di un Istituto Accademico”. Era proprio il '52 ed Adilardi ricopriva una prestigiosa carica, trovandosi alla presidenza del Consiglio Distrettuale di Monteleone. La proposta di una Accademia a Nicotera fu accolta ed approvata da lui e dal Consiglio Provinciale, fu spedita al Consiglio Generale per essere umiliata in seguito a S. M. il Re;Tutti gli organi di Governo furono unanimi a questa nascita ma era solo una proposta e bisognava andare oltre per avere parere. Il Re Borbone rispose: di non potersi dare sulla medesima alcun parere, perché non si precisavano gli statuti, che si intendeva di adottare, e qual fosse il vero scopo di tale accademia; cosichè doveva riserbarsi il voto, dopochè dal Signor Intendente si fossero assodati i detti estremi”. Nascono gli statuti incaricati dal Sotto-Intendente De Nava di scrivere gli atti chiari e specificare i fini. L’incartamento fu inviato Napoli nel Ministero della Pubblica Istruzione. L’Accademia prenderà il nome di Medamea, fondandosi sotto gli auspizii del nostro Real Governo;. L'Accademia si poneva un singolarissimo fine, lo statuto era suddiviso in tre parti. Il primo punto si occupava di insegnamenti di Dottrina Cattolica con punti rilevanti alle sacre scritture riporta per intero quanto celebra il primo punto:” I. A far rilevare il Vero di tutt’i Dogmi e di tutte le Dottrine della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, contrastate dai moderni protestanti; sia che questi si fermino a sostenere il senso privato nello intendere le Sacre Scritture, sia che si valgano dell’astuzia de’ nuovi esegeti nelle falsificazioni bibliche, e delle calunnie intorno la Tradjzione e la Disciplina; ovvero si presentino cogli errori tratti dal Panteismo, dal Kantismo, dall’Heggellismo delle Scuole moderne, e dalle sette Furieriste e Sansimoniane”. Il secondo punto invece andava a toccare lo studio del diritto che era utile alla popolazione:”II. A far risultare per rette dottrine di dritto pubblico e delle genti il vero utile civile che puossi trarre per la garentia dei dritti degl’individui nel governo monarchico; e quanto importi al prosperamento ed alla floridezza dello stato il mantenere la pace interna ed esterna del Paese, coll’insinuare per dettati, unitamente al principio razionale, anche quello dell’autorità”. Il più interessante era il terzo punto che andava a toccare lo sviluppo dell'Agricoltura per tutto il circondario, toccando molti usi meccanici ecco quanto recita il punto interessato:”III. A procacciare lo immegliamento delle arti e dell’agricoltura del proprio Circondario, coll’applicarsi alcuni degli Accademici a studi pratici sulle arti, sulla meccanica, sull’agricoltura, affinchè queste si vedessero sempre mai prosperare per la ricchezza del circondario stesso; procacciando ancora di esaminare lo stato delle manifatture diverse, ed illuminare gli artefici sui difetti, e sui mezzi di perfezionamento delle stesse; osservando in seguito la natura e la varia condizione del territorio, la presente coltivazione, le produzioni diverse che dona, e che potrebbe dare; e quindi rintracciare i mezzi per la bonificazione dei campi, per lo incremento dell’agricoltura patria, suggerendoli come ai proprietarii così ancora agli agricoltori”. Una volta che lo statuto fu inviato al Ministero dell'Istruzione a Napoli anche Ferdinando II appose la sua firma e rese pubblica la nascita di questa accademia. L'Accademia Medamea scelse come primo Presidente il Cavaliere Adilardi colui che fece partire gli incartamenti per la fondazione alle volte di Napoli. Lavorò per pochi anni anche perchè Adilardi morì a soli 37 anni portando avanti i punti richiesti nello statuto.

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