I tesori di Mendicino borgo del Cosentino.
di Maria Lombardo
Ho sempre detto a chiare
lettere, quanto è importante riuscire a conoscere in toto la nostra
spettacolare terra, essa nei posti più nascosti trae il meglio di sé. Mi trovo
a Mendicino un paesello in provincia di Cosenza ed alla vista di tale posto ho
esclamato che non riesco a capacitarmi di quanto la nostra ignavia possa essere
così nociva e pericolosa. In questo pittoresco borgo c'è forse l’unico affresco
in Italia, riproducente un borgo, realizzato in una grotta questa cosa nessuno
invece la sa,sito ai confini della zona archeologica di S.Michele, è uno
spettacolo per la vista osservarlo. E' dunque un unicum, ce l'abbiamo solo noi
ed andrebbe valorizzato e studiato bene, è questa la mia esortazione. Non è la
solita vedutia fatta da un viaggiatore straniero, ma un atto d'amore verso il
proprio paese dipinto o fatto dipingere da un nobile del tempo. E mi piacerebbe
portare in visita organizzata molti appassionati per godere di tale
meraviglia.Ad oggi questa grotta non è né valorizzata e nemmeno ben custodita.
La grotta delle Palazze rischia di crollare da un momento all’altro a causa
delle numerose infiltrazioni d’acqua, in atto, che hanno danneggiato parte
dell’affresco. Attraverso le poche informazioni reperite in loco in questa
grotta artificiale è stata affrescata da Don Lisandro Magliocchi, prima del
1638, anno di un terremoto disatroso che distrusse i due castelli di Mendicino
ed anche il convento domenicano di S. Pietro. Ritrae Mendicino con i due
castelli (castello vecchio e castello nuovo) come erano chiamati nel catasto
onciario del 1751. Mendicino appunto è un forziere di tesori e non lo si sa,
nessuno riesce a valorizzare come si deve questo centro a soli 8 km da Cosenza,
ci proveremo noi di Calabria Travel!. Scorgiamo in questo luogo non solo una
necropoli capace di inondarci di materiale storico ed archeologico; troviamo
soprattutto alcune grotte eremitiche ma anche carsiche che dagli anni ’90 in
poi hanno visto e formato tantissimi speleologi calabresi e non; delle pareti
rocciose dove si può praticare l’arrampicata sportiva; ci sono due antiche
filande, un antico frantoio e un antico mulino; un meraviglioso centro storico;
Mendicino contrada sfortunata per via dei continui eventi naturali che l'hanno
distrutta, l'osservatore e lo studioso possono rintracciare scolpita nella
natura e nei manufatti la luminosa storia delle fatiche umane dagli albori
della civiltà ad oggi. Un passato glorioso quello di Mendicino e nel 1811 la
Corona Francese decide di inviare una spedizione di studio in quest'area. A
capeggiarla l’archeologo francese Louis Millin d’Aubin, che si porta dietro uno
scrittore Adolphe Custin e soprattutto un pittore prussiano incontrato a Roma
per disegnare i luoghi visitati. I Fraancesi amavano Mendicino, insieme a
Cosenza, Paola, S.Lucido e Nicastro. Franz Catel, grande pittore, realizza una
bella veduta di Mendicino nel 1811, e Millin descrive la città e le altre
bellezze. Fu sotto i Napoleonidi che venne stilato il primo reportage dal
titolo: Le voyage en Italie d'Aubin-Louis Millin 1811-1813 : Un archéologue
dans l'Italie napoléonienne,e la veduta ci racconta una Mendicino con il
convento domenicano integro che crollerà nel terremoto del 1854, il ponte
arcuato all’ingresso, ed i ruderi del castello nuovo e soprattutto conferma che
palazzo campagna aveva già le arcate aggiunte nel 1809 e tanto altro ancora.
Ora grazie a questo libro francese conosciamo la storia di questa immagine.
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