Anche in Calabria esiste la Casa dei fantasmi: si trova a Reggio Villa Gullì.
di Maria Lombardo
E' chiaro che l'intento di VivialolaCalabria è quello di raccontare il
più possibile la Calabria pensando anche agli aspetti ancestrali. La nostra
Regione merita per tutti i motivi elencati in anni di lavoro di essere
ricordata per la varietà di luoghi per tutti i gusti ed esigenze. Reggio
Calabria la città più popolosa della Regione una delle città più belle per la
sua storia la sua arte e le sue innumerevoli sfaccettature, annovera tra i
luoghi da visitare Villa Gullì. Edificio fondato nel 1753 su un'antica villa
gentilizia che da quel momento appartenne alla famiglia Gullì. Oggi l'abitato è
conosciuto tra i Reggini come la Casa dei fantasmi abbandonata nell'incuria più
becera fin dal 1943 quando misteri e oscuri fatti si sono celati dietro queste
mura. Molte persone, affermano di aver visto la figura di un uomo magro,
vestito di nero, vagare tra le stanze in rovina; altri dicono di aver udito un
pianoforte suonare e una voce chiamare la madre. Tutto ebbe inizio quando
Tommaso Gullì morì nel 1920 a Spalato e lasciò la moglie ed i tre figli
Vincenzo, Agata e Anna, a vivere soli nell’antica casa dei Gullì. Sono anni
particolari per Reggio i nazisti occupano Reggio e questi ultimi secondo i dati
sulla casa miravano alla Villa come quartier generale in quanto posizionata in
un luogo favorevole. Fu per questo che spesso e volentieri alcuni ufficiali
nazisti frequentavano le figlie dei Gullì. Rimaneva Vincenzo, unico maschio della
famiglia, era un ragazzo sensibile e schivo, succube della rigida autorità
della madre Maria. Quando qualche persona entrava nella Casa, il giovane si
nascondeva nella propria stanza per suonare il pianoforte. La madre, ai propri
figli, aveva imposto un’educazione bigotta, basata su ideali di nobiltà ormai
scomparsi da decenni, e soprattutto sulla venerazione esasperata della figura
del padre Tommaso. Il 9 febbraio del 1943, Vincenzo, rimasto solo nella casa,
ammucchiò in una stanza tutte le cose appartenute al padre, foto, libri,
divise, e dopo aver cosparso se stesso e gli oggetti con olio di bergamotto, si
diede fuoco insieme a tutti quei ricordi, morì così tragicamente in quel
terribile incendio che distrusse parte della villa. Vincenzo, prima di morire,
lasciò un biglietto che diceva queste poche ed enigmatiche parole: “ai
carnefici di mio padre le mie ceneri”. Questo lascito di poche righe fece
pensare che la sua morte non fu un suicidio ma un omicidio, forse voluto dai
nazisti. Poco dopo, la famiglia Gullì, abbandonò definitivamente la Casa e
Reggio Calabria, lasciando così un alone di mistero su questa tragica storia.
La villa - abbandonata - venne ribattezzata popolarmente Casa dei fantasmi,
ritenendo che al suo interno trovassero rifugio le anime di Tommaso e Vincenzo
Gullì. Stessa situazione comunque la possiamo riscontrare nel territorio di
Caria nel Vibonese. La casa abbandonata si trova ubicata vicino la chiesa. E
bene, si racconta che in quella casa, accadevano cosa molto strane, secondo gli
antichi di notte nelle stanze vi era la presenza di spiriti che camminando
facevano udire i loro passi in tutta via duomo ma senza che nessuno vedesse chi
camminasse. Sempre secondo gli antichi, di notte in quella casa si sentivano
dei lamenti, delle urla disumane. Gli abitanti del vicinato tutti sostengono la
stessa teoria e che gli oggetti presenti nelle loro case si spostavano durante
la notte. Ancora oggi quella casa è nota come a casa i l'animi e la cosa
sorprendente e che gli anziani del paese sostengono ancora che quella casa sia
abitata dalle anime. Anche se gli anziani del paese sono certi della presenza
delle anime mai nessuno ai giorno nostri ha veduto o sentito qualcosa di
strano.
Commenti
Posta un commento
Dimmi cosa ne pensi!